Fusione Atl, anche dalla Provincia arriva l’ok, ma la minoranza attacca: «Per Novara una sconfitta politica»

Questa mattina il Consiglio di Palazzo Natta ha dato il suo benestare alla nascita della nuova Agenzia turistica, che rimane “orfana” del Distretto dei laghi. Le perplessità del centrosinistra sono state in parte condivise dalla controparte: «Questa è una fase di transizione»

Con lo scontato voto favorevole dei consiglieri di maggioranza e il no dell’unica esponente della minoranza di centrosinistra presente in aula, Marta Moalli, il Consiglio provinciale di questa mattina, venerdì 11 novembre, ha approvato al terrine di una seduta lampo – poco più di mezz’ora – la delibera riguardante la fusione dell’Agenzia turistica di Novara con quelle di Vercelli – Valsesia e Biella. Il documento, che “pareggia” con quello adottato lunedì scorso dal Consiglio comunale di Novara, come ha illustrato il presidente dell’amministrazione di Palazzo Natta Federico Binatti, «approva il progetto di fusione, lo Statuto del nuovo organismo e dà mandato al consigliere delegato al Turismo della Provincia di Novara Luigi La Terza a partecipare ed esprimere un parere favorevole da parte del nostro ente all’assemblea in programma lunedì 14 novembre». Binatti ha ricordato i vantaggi che la nuova Atl «potrà garantire con gli enti locali presenti sul territorio, migliorare dal punto di vista qualitativo e quantitativo l’offerta turistica e generare un risparmio economico». Venendo ai “numeri”, la quota di partecipazione della Provincia sarà del 5,4%, per un controvalore di 15.502 euro, mentre “azionista” di riferimento sarà la Regione con il 27,5% del capitale.


Una presa di posizione decisamente contraria è stata assunta, a nome della minoranza, dalla consigliera Marta Moalli: «La correttezza degli atti non è in discussione – ha detto – La fusione era dovuta perché prevista dalla legge. Credo che non sia la scelta migliore, perché questo progetto ha al suo interno delle debolezze politiche». Poi due pensieri: «Il primo relativo al discorso della rappresentatività, con il 35% destinato all’ambito novarese non riusciamo a garantire la sede a Novara. Ho dei forti dubbi se penso all’esperienza dell’dell’ente delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore. Tornando alle Atl sarebbe stato più logico unire le forze e lavorare per un “quadrante” che comprendesse anche il Distretto dei laghi». Inoltre per Moalli «la sconfitta è stata quella di non aver lavorato in questa direzione, lo scenario migliore per il Novarese, che rimarrà spaccato e senza le potenzialità dei comuni che rimangono nel Distretto, oggi poco coinvolti. A operazione conclusa la nostra provincia rischia di rimanere la meno attraente. Una seconda sconfitta evidenzia tutta la debolezza politica del Comune di Novara e della Provincia. Il sindaco Canelli auspica una futura adesione del Distretto, ma sa benissimo che il suo presidente, compagno di partito, non ci pensa minimamente; così come non è nei piani della Regione, che ha “foraggiato” pesantemente il Distretto (entrando con il 40% nel suo capitale, ndr), rendendolo così autonomo e più forte».


Sul fronte opposto è intervenuta per prima Marzia Vicenzi, ricordando che il Distretto dei laghi «ha fatto di tutto per non partecipare a questa fusione. Tutti siamo consapevoli che un accordo di “quadrante” sarebbe stata la scelta migliore, però questa è stata la scelta dei Comuni del Distretto, del quale fa parte anche Castelletto Ticino (località dove Moalli è consigliera di maggioranza, ndr)». Poi una osservazione: «Il Distretto ha scelto così perché ha superato la soglia per rimanere da solo, però se questo avviene con i contributi regionali è facile. Mi piacerebbe vedere quando i contributi non saranno più erogati».


«Io non vedo dei fallimenti – ha aggiunto Arduino Pasquini – Certo che completare il “quadrante” anche con il Distretto sarebbe stato un lavoro migliore. In questo momento non ci sono le condizioni, vedremo in futuro», mentre Luigi LaTerza ha detto di vedere «nel ruolo della Provincia quello di un collante, per aggregare. La cosa più importante è che il turista fortunatamente queste divisioni non le vede. Opereremo affinché tutti i Comuni lavorino per portare a casa progetti. Questa è una fase di transizione, auspico che sia una questione di poco tempo e che anche il Distretto possa aderire al nuovo soggetto».

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Una presa di posizione decisamente contraria è stata assunta, a nome della minoranza, dalla consigliera Marta Moalli: «La correttezza degli atti non è in discussione – ha detto – La fusione era dovuta perché prevista dalla legge. Credo che non sia la scelta migliore, perché questo progetto ha al suo interno delle debolezze politiche». Poi due pensieri: «Il primo relativo al discorso della rappresentatività, con il 35% destinato all'ambito novarese non riusciamo a garantire la sede a Novara. Ho dei forti dubbi se penso all'esperienza dell'dell'ente delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore. Tornando alle Atl sarebbe stato più logico unire le forze e lavorare per un “quadrante” che comprendesse anche il Distretto dei laghi». Inoltre per Moalli «la sconfitta è stata quella di non aver lavorato in questa direzione, lo scenario migliore per il Novarese, che rimarrà spaccato e senza le potenzialità dei comuni che rimangono nel Distretto, oggi poco coinvolti. A operazione conclusa la nostra provincia rischia di rimanere la meno attraente. Una seconda sconfitta evidenzia tutta la debolezza politica del Comune di Novara e della Provincia. Il sindaco Canelli auspica una futura adesione del Distretto, ma sa benissimo che il suo presidente, compagno di partito, non ci pensa minimamente; così come non è nei piani della Regione, che ha “foraggiato” pesantemente il Distretto (entrando con il 40% nel suo capitale, ndr), rendendolo così autonomo e più forte».


Sul fronte opposto è intervenuta per prima Marzia Vicenzi, ricordando che il Distretto dei laghi «ha fatto di tutto per non partecipare a questa fusione. Tutti siamo consapevoli che un accordo di “quadrante” sarebbe stata la scelta migliore, però questa è stata la scelta dei Comuni del Distretto, del quale fa parte anche Castelletto Ticino (località dove Moalli è consigliera di maggioranza, ndr)». Poi una osservazione: «Il Distretto ha scelto così perché ha superato la soglia per rimanere da solo, però se questo avviene con i contributi regionali è facile. Mi piacerebbe vedere quando i contributi non saranno più erogati».


«Io non vedo dei fallimenti – ha aggiunto Arduino Pasquini – Certo che completare il “quadrante” anche con il Distretto sarebbe stato un lavoro migliore. In questo momento non ci sono le condizioni, vedremo in futuro», mentre Luigi LaTerza ha detto di vedere «nel ruolo della Provincia quello di un collante, per aggregare. La cosa più importante è che il turista fortunatamente queste divisioni non le vede. Opereremo affinché tutti i Comuni lavorino per portare a casa progetti. Questa è una fase di transizione, auspico che sia una questione di poco tempo e che anche il Distretto possa aderire al nuovo soggetto».

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