Ultimo sabato mattina di lavoro “open” per gli operatori di generi vari del Mercato coperto, almeno sulla carta. Ma sarà davvero così? Venerdì 15 gennaio dovrebbe infatti scadere l’ordinanza comunale con la quale, in via del tutto eccezionale, è stata concessa ai circa quaranta addetti della struttura di viale Dante non rientranti nel settore alimentare la possibilità di allestire i banchi in uno dei controviali (quello di destra per chi giunge da largo Don Minzoni) di via XX Settembre. Il provvedimento, molto sofferto in origine anche per il contrattempo dovuto al cedimento di un cunicolo di epoca spagnola che costrinse il Comune a un intervento supplementare realizzato in tempi rapidissimi per rendere agibile una parte dell’area interessata, era stato varato di fronte alla possibilità di consentire agli operatori di poter in ogni caso lavorare a fronte della chiusura, decisa dal Governo, nelle giornate festive e prefestive di strutture come quella del Mercato coperto. Ma se originariamente questo stop avrebbe dovuto esaurire i suoi effetti a metà mese, le incognite per il prossimo fine settimana rimangono. Da lunedì 11 gennaio il Piemonte, come confermato dallo stesso presidente Alberto Cirio, tornerà “giallo”, con conseguente apertura degli esercizi commerciali, ma sabato e domenica prossimi no, perché ci ritroveremo nuovamente tutti in zona “arancione”. Quindi nessuna possibilità di riaprire i banchi fissi in viale Dante e nemmeno di tornare all’aperto. Come ci si comporterà? Sono questi i dubbi amletici che hanno tenuto banco fra operatori e clienti nella fredda mattinata di oggi.
«Per tanti di noi – spiega Maura Mazzone, portavoce degli operatori – è importante riuscire a continuare a lavorare al sabato. Per questa ragione nella giornata di lunedì inoltreremo al sindaco Canelli la richiesta di prorogare la sua ordinanza almeno sino alla fine del mese. Molti di noi hanno sostenuto diversi sacrifici, qualcosa siamo riusciti a fare in queste ultime settimane, ma sarebbe di fondamentale importanza evitare ulteriori interruzioni».