Un progetto di avanguardia, di ricerca, da sottoporre ad almeno 100 pazienti. E’ questo il nuovo obiettivo dell’associazione Avanguardia gastroenterologica Odv, presente dal 2004 e impegnata nella sensibilizzazione della popolazione e nella divulgazione di questa problematica oncologica, nonché nella raccolta di fondi per la ricerca. Proprio oggi, giovedì 19 novembre, ricorre la Giornata mondiale del pancreas ed è dedicata a tutti i pazienti affetti da tumore al pancreas di tipo K. Per l’occasione anche la Cupola si colorerà di viola (la foto, di Elena Foto, è dello scorso anno, novembre 2019).
«Con i fondi che l’associazione reperisce – ha spiegato il presidente dell’associazione Gianni Mancuso – viene finanziato l’acquistodei kit per testi genetici sul Dna, mediante sequenziamento di nuova generazione (metodo Ngs), a favoredel laboratorio di Genetica del dipartimento di Scienze della Salute dell’università del Piemonte orientale di Novara: nel 2019 abbiamo donato 5mila euro e nel 2020 altri 10mila per continuare il “nostro”progetto di ricerca».
Secondo il rapporto dell’Associazione italiana di oncologia medica e Associazione italiana dei registri tumori, nel 2019 si sono registrati 369.000 nuovi casi di tumore in Italia e di questi 13.500 erano K-Pancreas (nel 2002 erano 8.600), pari a14% di tutti i tumori di nuova diagnosi.
Il K-Pancreas si colloca a17° posto nella graduatoria degli organi colpiti dai tumori, ma si colloca a14° posto nella graduatoria della mortalità: si stima che entro il 2030 sarà la seconda causa di morte per tumore nei Paesi Occidentali.
«L’obiettivo della comunità scientifica è quello di ridurre, sia l’incidenza, sia la mortalità per KPancreas – ha aggiunto il presidente Gianni Mancuso – Come? Riducendo i fattori di rischio emettendo a punto uno screening che consenta di individuare i soggetti a maggiore rischio genetico. Tra questi ultimi si trovano le persone che hanno almeno due parenti di primo grado o almeno tre di altri gradi, nonché i “portatori” di rare sindromi genetiche. Nel 20% di queste persone è presente una mutazione del gene BRCA2, che aumenta di 6 volte il rischio di sviluppare questo tipo di neoplasia».