Gli insegnanti di religione contro il bullismo. Il progetto della Diocesi e Fondazione Carolina

Un percorso formativo suddiviso in tre step sui temi dell’educazione digitale e della prevenzione del cyberbullismo

In occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola (7 febbraio), e alla Giornata mondiale per la sicurezza in Rete (8 febbraio) la Diocesi di Novara ha lanciato, in collaborazione con Fondazione Carolina, un percorso rivolto agli insegnanti di religione proprio sui temi dell’educazione digitale e della prevenzione del cyberbullismo. Il progetto è stato presentato ieri in Curia e prenderà il via nei primi giorni di aprile.

«È stato il vescovo di Novara, durante l’omelia di San Gaudenzio, a spingere su questo argomento richiamando i giovani e le difficoltà vissute in questi due anni di pandemia, in modo particolare rispetto alla scuola – ha ricordato Paolo Usellini, direttore dell’Ufficio diocesano Scuola -. Bambini e ragazzi sono rimasti disorientati dallo stravolgimento causato dalla didattica a distanza, dalla mancanza deii rapporti personali e dei riti di passaggio da un ordine scolastico all’altro. Non potevamo restare a guardare e abbiamo deciso di dare il via a una programmazione coinvolgendo le scuole e le famiglie. Sul territorio della Diocesi ci sono 50000 alunni, 7000 nelle scuole paritarie, e gli insegnanti di religione delle scuole pubbliche sono 274».

Proprio da loro Usellini ha auspicato «un cambio di atteggiamento. Gli insegnanti di religione devono diventare testimoni di vita e non possono solo fermarsi alla teoria, perchè di teorie ne abbiamo le tasche piene. Servono persone competenti, da qui la collaborazione con Fondazione Carolina».

«Non possiamo permettere che gli atti di violenza quotidiana diventino normali: i ragazzi stanno chiedendo aiuto agli adulti – ha detto Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione -. Troppo spesso si dà la colpa alla pandemia che invece ha solo squarciato una situazone esistente da tempo».

Zoppi ha poi citato un’indagine condotta dalla Fondazione secondo la quale 47 ragazzi su 50 intervistati hanno dichiarato che la sensazione maggiormente provata è quella dell’ansia: «Non possiamo occuparci solo dei giovani che rubano le pistole ai vigili, come è successo a Milano, ma di tutti gli altri che poi sono la maggioranza».

«Il vescovo è stato lungimirante e noi abbiamo accolto la richiesta della Diocesi perchè pensiamo che questa apertura possa rappresentare un percorso illuminante per tutti – ha aggiunto Paolo Picchio, presidente onorario di Fondazione Carolina -. I ragazzi hanno voglia di parlare e chiedere perchè molto spesso non hanno una persona adulta con cui confidarsi: se hanno un problema vanno a cercare la risposta su Google quando, invece, hanno bisogno di parole vere».

Paolo Picchio con un ritratto della figlia Carolina realizzato da una studentessa di Milano Brera

Cosa prevede il corso rivolto agli insegnanti di religione

Il corso è formato da tre moduli suddivisi per ordini scolastici (infanzia, primaria, secondaria primo grado e secondaria secondo grado) completato da un servizio psicopedagogico di tutoraggio/supervisione in piccolo gruppo (su base volontaria). Il primo modulo è dedicato alla riscoperta dei valori di fondo dell’insegnamento, con l’obiettivo di incentivare la motivazione professionale degli insegnanti per migliorare la qualità dell’istruzione. Il secondo modulo mette al centro i bambini e i ragazzi, fornendo strumenti per un’analisi del contesto virtuale e reale nel quale vivono. Obiettivo è dare informazioni circa lo sviluppo evolutivo (cognitivo, emotivo e sociale) di giovani e presentare una metodologia di lavoro che abbia al centro la relazione e l’ascolto attivo dell’altro. Il terzo modulo, infine, sarà dedicato alle tecniche pratiche di didattica, fornendo agli insegnanti le competenze necessarie per poter reperire o costruire ex novo sussidi e strumenti didattici validi ed efficaci, promuovendo la metodologia di lavoro “per progetto” (analisi dei bisogni, scelta degli obiettivi, costruzione di attività, valutazione dell’effetto).

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Condividi

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Gli insegnanti di religione contro il bullismo. Il progetto della Diocesi e Fondazione Carolina

Un percorso formativo suddiviso in tre step sui temi dell’educazione digitale e della prevenzione del cyberbullismo

In occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola (7 febbraio), e alla Giornata mondiale per la sicurezza in Rete (8 febbraio) la Diocesi di Novara ha lanciato, in collaborazione con Fondazione Carolina, un percorso rivolto agli insegnanti di religione proprio sui temi dell’educazione digitale e della prevenzione del cyberbullismo. Il progetto è stato presentato ieri in Curia e prenderà il via nei primi giorni di aprile.

«È stato il vescovo di Novara, durante l'omelia di San Gaudenzio, a spingere su questo argomento richiamando i giovani e le difficoltà vissute in questi due anni di pandemia, in modo particolare rispetto alla scuola - ha ricordato Paolo Usellini, direttore dell’Ufficio diocesano Scuola -. Bambini e ragazzi sono rimasti disorientati dallo stravolgimento causato dalla didattica a distanza, dalla mancanza deii rapporti personali e dei riti di passaggio da un ordine scolastico all'altro. Non potevamo restare a guardare e abbiamo deciso di dare il via a una programmazione coinvolgendo le scuole e le famiglie. Sul territorio della Diocesi ci sono 50000 alunni, 7000 nelle scuole paritarie, e gli insegnanti di religione delle scuole pubbliche sono 274».

Proprio da loro Usellini ha auspicato «un cambio di atteggiamento. Gli insegnanti di religione devono diventare testimoni di vita e non possono solo fermarsi alla teoria, perchè di teorie ne abbiamo le tasche piene. Servono persone competenti, da qui la collaborazione con Fondazione Carolina».

«Non possiamo permettere che gli atti di violenza quotidiana diventino normali: i ragazzi stanno chiedendo aiuto agli adulti - ha detto Ivano Zoppi, segretario generale della Fondazione -. Troppo spesso si dà la colpa alla pandemia che invece ha solo squarciato una situazone esistente da tempo».

Zoppi ha poi citato un'indagine condotta dalla Fondazione secondo la quale 47 ragazzi su 50 intervistati hanno dichiarato che la sensazione maggiormente provata è quella dell'ansia: «Non possiamo occuparci solo dei giovani che rubano le pistole ai vigili, come è successo a Milano, ma di tutti gli altri che poi sono la maggioranza».

«Il vescovo è stato lungimirante e noi abbiamo accolto la richiesta della Diocesi perchè pensiamo che questa apertura possa rappresentare un percorso illuminante per tutti - ha aggiunto Paolo Picchio, presidente onorario di Fondazione Carolina -. I ragazzi hanno voglia di parlare e chiedere perchè molto spesso non hanno una persona adulta con cui confidarsi: se hanno un problema vanno a cercare la risposta su Google quando, invece, hanno bisogno di parole vere».

Paolo Picchio con un ritratto della figlia Carolina realizzato da una studentessa di Milano Brera

Cosa prevede il corso rivolto agli insegnanti di religione

Il corso è formato da tre moduli suddivisi per ordini scolastici (infanzia, primaria, secondaria primo grado e secondaria secondo grado) completato da un servizio psicopedagogico di tutoraggio/supervisione in piccolo gruppo (su base volontaria). Il primo modulo è dedicato alla riscoperta dei valori di fondo dell’insegnamento, con l’obiettivo di incentivare la motivazione professionale degli insegnanti per migliorare la qualità dell’istruzione. Il secondo modulo mette al centro i bambini e i ragazzi, fornendo strumenti per un’analisi del contesto virtuale e reale nel quale vivono. Obiettivo è dare informazioni circa lo sviluppo evolutivo (cognitivo, emotivo e sociale) di giovani e presentare una metodologia di lavoro che abbia al centro la relazione e l’ascolto attivo dell’altro. Il terzo modulo, infine, sarà dedicato alle tecniche pratiche di didattica, fornendo agli insegnanti le competenze necessarie per poter reperire o costruire ex novo sussidi e strumenti didattici validi ed efficaci, promuovendo la metodologia di lavoro “per progetto” (analisi dei bisogni, scelta degli obiettivi, costruzione di attività, valutazione dell’effetto).

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata

Picture of Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore