«Ho 83 anni, uno smartphone e un profilo Facebook. Così sono in contatto con il mondo»

«Ho 83 anni, uno smartphone e un profilo Facebook. Così sono in contatto con il mondo». Giovanna è una degli ospiti che frequenta quotidianamente la Casa di Giorno trasferita nei locali del seminario. Giulia a 89 anni ha imparato a usare il pc: «È stata la mia salvezza durante il lockdown».

A una settimana dalla riapertura del centro diurno per anziani che, dalla sua sede storica di via Tornielli, si è trasferito al piano terra del seminario, La Voce ha ascoltato le storie di alcuni degli ospiti che hanno superato il lockdown e che ora possono ritrovarsi e trascorrere il tempo insieme.

«Quando mio nipote aveva 8 anni, ora ne ha 30, mi ha insegnato a mandare i messaggi con il cellulare – racconta Giovanna -. Poi ho cambiato telefono, ho imparato a usare uno di questi moderni e grazie a WhatsApp e Facebook ho potuto restare in contatto con il mondo quando non si poteva uscire di casa. Ho un profilo social e sono capace di condividere le pagine. Ho anche imparato a fare le ricerche su Google: per esempio stamattina ho cercato la storia del seminario perchè non me la ricordavo bene. Però adesso che possiamo incontrarci è tutto più bello: il parco è fantastico e la giornata scorre veloce».

Giulia ha imparato a usare il pc a 89 anni

Non è da meno Giulia che a 89 anni ha fatto del computer la sua passione: «Durante il lockdown mi sentivo depressa – racconta – così mia figlia mi ha detto che avrei potuto riscrivere a pc tutti i miei ricordi che avevo già scritto a mano. Le ho detto “Ma come faccio? Io non so neanche cos’è”. E invece sia mio genero che mia nipote mi hanno insegnato a usarlo. Ora non posso più farne a meno: durante il lockdown è stata la mia salvezza, ho ricopiato quasi tutto con word. Però sono stata contenta di tornare insieme agli altri, non mi aspettavo che il centro avrebbe riaperto: a casa non ce la facevo più. Qui ci sono i miei amici: il pc è stata una scoperta, ma il dialogo con gli altri è insostituibile».

Le attività alla Casa di Giorno sono organizzate secondo le normative dettate da Asl e Regione: «I nostri ospiti hanno una media di età intorno agli 86 anni – spiega la direttrice, Valentina Piantanida – dunque l’attenzione è massima. C’è addirittura una signora che il 6 agosto compirà 98 anni anni e da 18 frequenta la struttura. Tutte le mattine accogliamo gli anziani con un triage dove viene misurata loro la temperatura; negli spogliatoi possono lasciare le loro cose e recuperare la borsa con il marchio della Casa che contiene una bottiglietta d’acqua, una rivista a loro scelta, una quaderno con gli esercizi e materiale di cancelleria. Le attività vengono svolte in palestra, nei saloni e all’aperto. Il pasto, preparato in loco dal catering, viene servito nella sala da pranzo seguendo le norme di distanziamento. Siamo molto contenti che ci sia stato concesso questo spazio: i nostri ospiti sono contenti e hanno finalmente la possibilità di riprendersi sia dal punto di vista psicologico che fisico dalla sofferenza del lockdown. Resteremo qui fino alla fine di agosto, poi vedremo quali saranno le direttive».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Ho 83 anni, uno smartphone e un profilo Facebook. Così sono in contatto con il mondo»

«Ho 83 anni, uno smartphone e un profilo Facebook. Così sono in contatto con il mondo». Giovanna è una degli ospiti che frequenta quotidianamente la Casa di Giorno trasferita nei locali del seminario. Giulia a 89 anni ha imparato a usare il pc: «È stata la mia salvezza durante il lockdown».

A una settimana dalla riapertura del centro diurno per anziani che, dalla sua sede storica di via Tornielli, si è trasferito al piano terra del seminario, La Voce ha ascoltato le storie di alcuni degli ospiti che hanno superato il lockdown e che ora possono ritrovarsi e trascorrere il tempo insieme.

«Quando mio nipote aveva 8 anni, ora ne ha 30, mi ha insegnato a mandare i messaggi con il cellulare – racconta Giovanna -. Poi ho cambiato telefono, ho imparato a usare uno di questi moderni e grazie a WhatsApp e Facebook ho potuto restare in contatto con il mondo quando non si poteva uscire di casa. Ho un profilo social e sono capace di condividere le pagine. Ho anche imparato a fare le ricerche su Google: per esempio stamattina ho cercato la storia del seminario perchè non me la ricordavo bene. Però adesso che possiamo incontrarci è tutto più bello: il parco è fantastico e la giornata scorre veloce».

Giulia ha imparato a usare il pc a 89 anni

Non è da meno Giulia che a 89 anni ha fatto del computer la sua passione: «Durante il lockdown mi sentivo depressa – racconta – così mia figlia mi ha detto che avrei potuto riscrivere a pc tutti i miei ricordi che avevo già scritto a mano. Le ho detto “Ma come faccio? Io non so neanche cos’è”. E invece sia mio genero che mia nipote mi hanno insegnato a usarlo. Ora non posso più farne a meno: durante il lockdown è stata la mia salvezza, ho ricopiato quasi tutto con word. Però sono stata contenta di tornare insieme agli altri, non mi aspettavo che il centro avrebbe riaperto: a casa non ce la facevo più. Qui ci sono i miei amici: il pc è stata una scoperta, ma il dialogo con gli altri è insostituibile».

Le attività alla Casa di Giorno sono organizzate secondo le normative dettate da Asl e Regione: «I nostri ospiti hanno una media di età intorno agli 86 anni – spiega la direttrice, Valentina Piantanida – dunque l’attenzione è massima. C’è addirittura una signora che il 6 agosto compirà 98 anni anni e da 18 frequenta la struttura. Tutte le mattine accogliamo gli anziani con un triage dove viene misurata loro la temperatura; negli spogliatoi possono lasciare le loro cose e recuperare la borsa con il marchio della Casa che contiene una bottiglietta d’acqua, una rivista a loro scelta, una quaderno con gli esercizi e materiale di cancelleria. Le attività vengono svolte in palestra, nei saloni e all’aperto. Il pasto, preparato in loco dal catering, viene servito nella sala da pranzo seguendo le norme di distanziamento. Siamo molto contenti che ci sia stato concesso questo spazio: i nostri ospiti sono contenti e hanno finalmente la possibilità di riprendersi sia dal punto di vista psicologico che fisico dalla sofferenza del lockdown. Resteremo qui fino alla fine di agosto, poi vedremo quali saranno le direttive».


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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore