I centri estivi partono in sordina: 90 iscritti divisi in due scuole

I centri estivi partono in sordina: 90 iscritti divisi in due scuole. A fronte di 350 domande degli scorsi anni, i grest post pandemia spaventano le famiglie tanto che il Comune ha ridotto gli spazi che erano stati destinati all’estate ragazzi.

«Gli iscritti non sono molti – spiega il dirigente del settore Istruzione Paolo Cortese – ma dal 4 luglio riapriremo gli accessi e confidiamo che qualcuno si aggiunga. Delle quattro scuole identificate come idonee, ne abbiamo prese in considerazone solo due, Galvani e Bottacchi dove possiamo comodamente ospitare, sia negli spazi chiusi che all’aperto, bambini e ragazzi. Ce ne sono anche cinque disabili che verranno adeguatamente seguiti. In servizio ci saranno, oltre al personale extra scolastico, educatori e animatori che si organizzeranno ognuno con il proprio gruppo in uno spazio dedicato. Siamo molto soddisfatti perchè alcune associazioni della città, come il Circolo dei lettori, si sono rese disponibili per svolgere alcune attività».

 

 

Discorso diverso, invece, per le parrocchie che hanno rinunciato a causa degli spazi insufficienti a garantire le distanze: «Le normative regionali prevedono che quest’anno siano i Comuni a rilasciare le autorizzazioni agli oratori. Le riunioni con i parroci hanno messo in luce una serie di comprensibili difficoltà, tra cui la presentazione della domanda, davvero complicata. Le parrocchie di Lumellogno, San Francesco e Torrion Quartara si sono organizzate bene: vediamo se nelle prossime settimane anche le altre si faranno avanti».

Problematiche confermate anche da don Marco Masoni, direttore dell’ufficio diocesano pastorale giovanile: «La situazione impone una riorganizzazione dell’esperienza grest, è impensabile riprodurre quella degli anni scorsi e le normative sono molto limitanti. A malincuore c’è cio ha deciso di rinunciare a tutela degli ragazzi, chi invece si sta muovendo per capire come riorganizzarsi secondo gli spazi disponibili e il personale a disposizione. Due, infatti, sono gli obiettivi principali: la sicurezza e l’offerta educativa. Nessuno di questi due aspetti deve venire meno».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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I centri estivi partono in sordina: 90 iscritti divisi in due scuole

I centri estivi partono in sordina: 90 iscritti divisi in due scuole. A fronte di 350 domande degli scorsi anni, i grest post pandemia spaventano le famiglie tanto che il Comune ha ridotto gli spazi che erano stati destinati all’estate ragazzi.

«Gli iscritti non sono molti – spiega il dirigente del settore Istruzione Paolo Cortese – ma dal 4 luglio riapriremo gli accessi e confidiamo che qualcuno si aggiunga. Delle quattro scuole identificate come idonee, ne abbiamo prese in considerazone solo due, Galvani e Bottacchi dove possiamo comodamente ospitare, sia negli spazi chiusi che all’aperto, bambini e ragazzi. Ce ne sono anche cinque disabili che verranno adeguatamente seguiti. In servizio ci saranno, oltre al personale extra scolastico, educatori e animatori che si organizzeranno ognuno con il proprio gruppo in uno spazio dedicato. Siamo molto soddisfatti perchè alcune associazioni della città, come il Circolo dei lettori, si sono rese disponibili per svolgere alcune attività».

 

 

Discorso diverso, invece, per le parrocchie che hanno rinunciato a causa degli spazi insufficienti a garantire le distanze: «Le normative regionali prevedono che quest’anno siano i Comuni a rilasciare le autorizzazioni agli oratori. Le riunioni con i parroci hanno messo in luce una serie di comprensibili difficoltà, tra cui la presentazione della domanda, davvero complicata. Le parrocchie di Lumellogno, San Francesco e Torrion Quartara si sono organizzate bene: vediamo se nelle prossime settimane anche le altre si faranno avanti».

Problematiche confermate anche da don Marco Masoni, direttore dell’ufficio diocesano pastorale giovanile: «La situazione impone una riorganizzazione dell’esperienza grest, è impensabile riprodurre quella degli anni scorsi e le normative sono molto limitanti. A malincuore c’è cio ha deciso di rinunciare a tutela degli ragazzi, chi invece si sta muovendo per capire come riorganizzarsi secondo gli spazi disponibili e il personale a disposizione. Due, infatti, sono gli obiettivi principali: la sicurezza e l’offerta educativa. Nessuno di questi due aspetti deve venire meno».

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