Nuove chiusure e restrizioni. In tutta Italia il clima è di protesta dopo l’entrata in vigore del nuovo Dpcm che ha l’obiettivo di cercare di contenere l’aumento dei casi di Covid-19. Sull’onda di questo sentimento di preoccupazione collettiva, anche i ristoratori, commercianti e imprenditori del Vco, stamattina, mercoledì 28 ottobre, hanno deciso di scendere in piazza a Omegna per manifestare e far sentire la propria voce contro le decisioni del governo che mettono a forte rischio le loro attività e i loro dipendenti, reduci da mesi di profonda difficoltà dopo il primo lockdown.
E’ stata una manifestazione pacifica e autorizzata, organizzata dall’Ascom di Omegna, a cui hanno partecipato non solo i rappresentanti delle categorie direttamente colpite dall’ultimo decreto, ma anche persone di altre realtà lavorative, uniti in uno spirito di solidarietà per esprimere civilmente ma con toni decisamente forti, contrarietà alle nuove misure. «Non esiste diretta connessione tra la frequentazione dei pubblici esercizi e la diffusione dei contagi come dimostrato da fonti scientifiche che attribuiscono piuttosto ad altri fattori, tra cui mobilità, sistema scolastico e mondo del lavoro, le cause di contagio» – hanno affermato alcuni lavoratori della zona.
«Queste restrizioni ci penalizzano in modo eccessivo, chiediamo di poter ripensare queste misure, perché siamo arrivati al punto in cui non sappiamo se ce la faremo ad andare avanti» – ha dichiarato Sara Ottini, presidente dell’associazione commercianti di Omegna.
Insomma, un grido generale di grande angoscia per il destino lavorativo di queste categorie già fortemente colpite dalla spaventosa crisi generata dalla prima pandemia. Secondo le stime di Confcommercio, infatti, a fine anno il comparto complessivo rischia di perdere 50.000 aziende con ben 300.000 posti di lavoro in bilico.