I teatri hanno riaperto. Ora ci vuole coraggio per aprire anche al pubblico

Venerdì 24 settembre il Coccia ha inaugurato il "nuovo" Teatro. Un immenso concerto sinfonico con l'orchestra della Rai e la pianista Gile Bae

«Vedere il teatro vuoto è un dolore che non ci possiamo più permettere. L’ho già detto e lo ripeto: abbiamo tutti il Green Pass, perché dobbiamo ancora stare distanti? Fuori dai teatri sembra di vivere in un altro mondo». Stanco e sudato, il Maestro Antonino Fogliani, si è concesso a una chiacchierata informale nel suo camerino dopo l’immensa fatica dagli esiti eccellenti del concerto inaugurale del nuovo Teatro Coccia (venerdì 24 settembre), aperto al pubblico per la prima volta dai lavori di ristrutturazione.

Il palcoscenico sembrava aver spazzato via l’anno e mezzo di terrore, malattia, immobilismo: un’orchestra al completo (la sinfonica della Rai), sul podio un direttore senza mascherina (Fogliani, appunto, tra l’altro anche senza spartito e con tutta la musica in testa) e una pianista, Gile Bae, l’olandese di madre coreana. Un’interpretazione che ha fatto tremare le pareti con le musiche di Mendelssohn e Saint Saens; un’emozione viverla dopo lo smarrimento del Covid.

La platea, così come i plachi e la galleria, invece, parevano una ferita tutt’altro che rimarginata, un si bemolle in una scala di do: una fila di pubblico, l’altra rigorosamente vuota; solo due sedie occupate e pure distanziate; la soffocante mascherina per tutta la durata del concerto.

Quando i teatri non saranno più considerati luogo di contagio e si avrà il coraggio (anche e soprattutto politico) di spalancare le porte, certi che il pubblico resterà contaminato, ma solo di arte e cultura?

Infine un’ultima riflessione: se il Teatro avesse avuto capienza al 100%, i novaresi lo avrebbero riempito? Perché uno spettacolo di questa intensità al Coccia non si vedeva da prima della pandemia. Occasioni così non si possono lasciare andare.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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I teatri hanno riaperto. Ora ci vuole coraggio per aprire anche al pubblico

Venerdì 24 settembre il Coccia ha inaugurato il “nuovo” Teatro. Un immenso concerto sinfonico con l’orchestra della Rai e la pianista Gile Bae

«Vedere il teatro vuoto è un dolore che non ci possiamo più permettere. L’ho già detto e lo ripeto: abbiamo tutti il Green Pass, perché dobbiamo ancora stare distanti? Fuori dai teatri sembra di vivere in un altro mondo». Stanco e sudato, il Maestro Antonino Fogliani, si è concesso a una chiacchierata informale nel suo camerino dopo l’immensa fatica dagli esiti eccellenti del concerto inaugurale del nuovo Teatro Coccia (venerdì 24 settembre), aperto al pubblico per la prima volta dai lavori di ristrutturazione.

Il palcoscenico sembrava aver spazzato via l’anno e mezzo di terrore, malattia, immobilismo: un’orchestra al completo (la sinfonica della Rai), sul podio un direttore senza mascherina (Fogliani, appunto, tra l’altro anche senza spartito e con tutta la musica in testa) e una pianista, Gile Bae, l’olandese di madre coreana. Un’interpretazione che ha fatto tremare le pareti con le musiche di Mendelssohn e Saint Saens; un’emozione viverla dopo lo smarrimento del Covid.

La platea, così come i plachi e la galleria, invece, parevano una ferita tutt’altro che rimarginata, un si bemolle in una scala di do: una fila di pubblico, l’altra rigorosamente vuota; solo due sedie occupate e pure distanziate; la soffocante mascherina per tutta la durata del concerto.

Quando i teatri non saranno più considerati luogo di contagio e si avrà il coraggio (anche e soprattutto politico) di spalancare le porte, certi che il pubblico resterà contaminato, ma solo di arte e cultura?

Infine un’ultima riflessione: se il Teatro avesse avuto capienza al 100%, i novaresi lo avrebbero riempito? Perché uno spettacolo di questa intensità al Coccia non si vedeva da prima della pandemia. Occasioni così non si possono lasciare andare.

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