Dopo un iter durato quattro anni, con forti opposizioni USA, il Cile riconosce la denominazione di origine del formaggio Gorgonzola come 100% italiano. Il traguardo è stato celebrato presso l’Ambasciata d’Italia con una cerimonia ufficiale in cui il direttore dell’Istituto Nazionale di Proprietà Industriale (Inapi), Loreto Bresky, ha consegnato il titolo ufficiale di riconoscimento all’Ambasciatrice d’Italia in Cile, Valeria Biagiotti, alla presenza del Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola, rappresentato dai suoi legali in Cile (Studio Villaseca Abogados).
L’ambasciatrice Biagiotti ha sottolineato: «Il riconoscimento della denominazione di origine del formaggio Gorgonzola come 100% italiano rappresenta un ulteriore passo nell’enorme sforzo che le autorità e le aziende italiane compiono ogni giorno in tutto il mondo contro l’Italian Sounding” e per la tutela delle denominazioni tipiche italiane».
La direttrice nazionale dell’INAPI, Loreto Bresky, si è detta soddisfatta del riconoscimento e ha voluto sottolineare il lavoro del Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola «che ha ottenuto la tanto attesa tutela dopo aver seguito la procedura prevista dall’INAPI. Ciò significa che ogni volta che un consumatore locale vedrà questo prodotto sullo scaffale di un supermercato, potrà essere certo della sua origine italiana».
Dall’Italia Antonio Auricchio, presidente del Consorzio per la Tutela del Formaggio Gorgonzola, ha salutato con favore l’importante riconoscimento che porta a 95 i Paesi in cui la Dop Gorgonzola ha ottenuto riconoscimento legale: «Da sempre sostengo che non dobbiamo arretrare di un millimetro dalla nostra qualità che ci ha resi un’eccellenza e che è il nostro migliore biglietto da visita, ma il ruolo del Consorzio deve essere anche quello di supportare le nostre aziende all’estero dove subiamo la concorrenza sleale dei similari. Questo riconoscimento in Cile è una vittoria importante contro i produttori lattiero-caseari statunitensi ed è un risultato che può aprire ulteriormente la strada alle nostre aziende in un mercato molto interessante. Stiamo crescendo in tutto il Sud America, Brasile in testa, ma anche Colombia e appunto in Cile, dove la grande tradizione vitivinicola non può che sposarsi alla perfezione con un prodotto caseario unico come il Gorgonzola. Identità, appartenenza, territorio, ma anche persone e manualità costituiscono l’identità di tutti nostri prodotti italiani. La registrazione non è quindi solo un titolo legale, ma è il giusto riconoscimento e la difesa, in qualsiasi Paese del mondo, della tradizione e della storia del nostro italianissimo Gorgonzola».
L’iter legale era partito nel 2018 quando il Consorzio aveva richiesto riconoscimento della denominazione di origine “Gorgonzola” in Cile. Lo U.S. Diary Export Council, l’organizzazione che riunisce i produttori lattiero-caseari statunitensi, si era opposta alla richiesta sostenendo che il nome “Gorgonzola” fosse solo un’indicazione generica per distinguere un tipo di formaggio blu. Tuttavia l’analisi effettuata dal Ministero dell’Agricoltura cileno sul mercato del formaggio Gorgonzola in Cile, ha evidenziato come solo un volume molto ridotto di formaggio blu proveniente dagli Stati Uniti entrava in Cile e, inoltre, non c’erano informazioni sulla produzione o sull’esportazione nazionale cilena di quel formaggio dimostrando pertanto che “Gorgonzola” non potesse essere considerato un nome generico. All’inizio di quest’anno l’Istituto Nazionale per la Proprietà Intellettuale (Inapi) ha, quindi, stabilito che solo il rinomato formaggio prodotto nelle zone indicate dal disciplinare di produzione nelle regioni Lombardia e Piemonte in Italia può essere venduto con il nome di Gorgonzola in Cile.
Oltre all’Ambasciatore d’Italia, Valeria Biagiotti e al Capo dell’Ufficio Marchi, Loreto Bresky, la cerimonia ha visto anche la partecipazione di un rappresentante del Sottosegretario per le Relazioni Economiche Internazionali, del Presidente della Camera di Commercio Italiana in Cile, Luciano Marocchino, del suo Segretario Generale, Olivier Lunghini e di alcuni commercianti membri della Camera di Commercio.