Il gorgonzola sale al quinto posto tra le DOP italiane

In Piemonte guida le filiere delle indicazioni geografiche

Il XIX Rapporto Ismea-Qualivita, presentato nei giorni scorsi, colloca il gorgonzola al quinto posto tra l’insieme dei prodotti certificati DOP dell’agroalimentare italiano grazie ad un aumento del 6,9% del valore economico nel 2020 rispetto al 2019. Con oltre 5 milioni 250mila forme prodotte e un volume d’affari al consumo di circa 800 milioni di euro, il Gorgonzola si conferma, inoltre, terzo formaggio di latte vaccino tra le DOP casearie italiane, che conta complessivamente 56 denominazioni.

La produzione di gorgonzola, che si divide tra Lombardia e Piemonte, traina il comparto delle due Regioni, rispettivamente terza e quarta per valore economico complessivo di DOP e IGP. In particolare in Piemonte, dove si concentra la produzione (3 milioni 700 mila forme circa prodotte nel 2021), il Gorgonzola guida la compagine degli  82 prodotti certificati piemontesi capaci di generare, con il solo food, un valore di 361 milioni di euro. In Lombardia, dove la produzione si attesta su poco meno di 1milione 530mila forme, il gorgonzola si colloca al quarto posto tra i prodotti DOP.

L’Italia conferma il primato mondiale per numero di prodotti certificati (841 tra DOP, IGP e STG) e svolge un ruolo fondamentale in particolare nel settore caseario che, con i suoi 25.830 operatori, produce 4,18 miliardi di euro di valore alla produzione (pari al 57% dell’intero comparto alimentare) e oltre 2 miliardi di euro di export grazie alla crescita nei Paesi UE.

In generale il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 conferma come la qualità agroalimentare certificata sia uno dei punti di forza delle produzioni targate Made in Italy con un valore complessivo di 7,3 miliardi, pari al 19% del fatturato totale dell’agroalimentare, e un export da 9,5 miliardi di euro, pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore che vedono la Germania (770 mln €), gli USA (647 mln €), la Francia (520 mln €) e il Regno Unito (268 mln €) tra i principali mercati di riferimento.

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Il gorgonzola sale al quinto posto tra le DOP italiane

In Piemonte guida le filiere delle indicazioni geografiche

Il XIX Rapporto Ismea-Qualivita, presentato nei giorni scorsi, colloca il gorgonzola al quinto posto tra l’insieme dei prodotti certificati DOP dell’agroalimentare italiano grazie ad un aumento del 6,9% del valore economico nel 2020 rispetto al 2019. Con oltre 5 milioni 250mila forme prodotte e un volume d’affari al consumo di circa 800 milioni di euro, il Gorgonzola si conferma, inoltre, terzo formaggio di latte vaccino tra le DOP casearie italiane, che conta complessivamente 56 denominazioni.

La produzione di gorgonzola, che si divide tra Lombardia e Piemonte, traina il comparto delle due Regioni, rispettivamente terza e quarta per valore economico complessivo di DOP e IGP. In particolare in Piemonte, dove si concentra la produzione (3 milioni 700 mila forme circa prodotte nel 2021), il Gorgonzola guida la compagine degli  82 prodotti certificati piemontesi capaci di generare, con il solo food, un valore di 361 milioni di euro. In Lombardia, dove la produzione si attesta su poco meno di 1milione 530mila forme, il gorgonzola si colloca al quarto posto tra i prodotti DOP.

L’Italia conferma il primato mondiale per numero di prodotti certificati (841 tra DOP, IGP e STG) e svolge un ruolo fondamentale in particolare nel settore caseario che, con i suoi 25.830 operatori, produce 4,18 miliardi di euro di valore alla produzione (pari al 57% dell’intero comparto alimentare) e oltre 2 miliardi di euro di export grazie alla crescita nei Paesi UE.

In generale il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 conferma come la qualità agroalimentare certificata sia uno dei punti di forza delle produzioni targate Made in Italy con un valore complessivo di 7,3 miliardi, pari al 19% del fatturato totale dell’agroalimentare, e un export da 9,5 miliardi di euro, pari al 20% delle esportazioni nazionali di settore che vedono la Germania (770 mln €), gli USA (647 mln €), la Francia (520 mln €) e il Regno Unito (268 mln €) tra i principali mercati di riferimento.

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