Un libro con le pagine bianche che attende di essere scritto con i racconti di chi ha visto e vissuto la Resistenza e poi la Liberazione partigiana a Novara. Un progetto proposto da Eugenio Bonzanini all’Anpi e all’Istituto storico della Resistenza Piero Fornara e affidato ad Edoardo Assandri, giovane novarese 26enne, insegnante di storia e filosofia e volontario sia dell’Anpi che dell’Istituto, il quale sta raccogliendo le testimonianze: «Tra queste c’è anche quella di mio nonno, Renato Antoni; alcune le ho cercate e, dopo che si è sparsa la voce, le persone sono venute da me chiedendomi di consegnarmi i loro ricordi: non solo parole, ma anche foto e documenti».
Il progetto è finalizzato anche al recupero del monumento in piazza Martiri dedicato all’omonimo eccidio avvenuto il 21 ottobre del ’45, gemello di quello posizionato in piazza Cavour.
«Un’idea originale e bellissima proposta prima della pandemia che noi abbiamo accolto con entusiasmo – ha detto la presidente dell’Anpi, Michela Cella -. Ora stiamo raccogliendo le storie e lo stiamo facendo insieme».
Il progetto è stato raccontato ieri, 26 aprile, all’Arengo del Broletto «proprio perchè il 26 aprile del ’45 è il giorno esatto in cui Novara è stata ufficialmente liberata dai nazi-fascisti» ha detto Elena Mastretta, direttore dell’Istituto storico.
Durante la cerimonia gli alunni della scuola media Bellini hanno consegnato le foto di sei figure istituzionali del 1945 ai rispettivi e attuali “eredi” della stessa carica: l’immagine del prefetto di allora, Piero Fornara, a Francesco Garsia; il presidente della Provincia Enrico Camaschella a Federico Binatti (ritirato dalla consigliera Marzia Vicenzi); il sindaco Vincenzo Moscatelli ad Alessandro Canelli; il vescovo Leone Ossola a mons. Franco Giulio Brambilla; il questore Agostino Repetto ad Alessandra Faranda Cordella; l’insegnante e direttrice dell’orfanotrofio Rina Musso al diretto della Casa Divin Redentore don Fausto Cossalter.
All’evento ha partecipato anche lo psichiatra Eugenio Borgna che, citando Sant’Agostino e Nietzsche, ha detto: «Le parole sono creature viventi, scrivere questo libro aiuta a cancellare le differenze tra giovani e anziani».