Per la sua prima uscita il neo ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha scelto Novara. Non solo perché si tratta «di una città importante nella geografia del Piemonte» o forse anche perché, nel suo ruolo di coordinatore regionale di Forza Italia, è stato chiamato in più di un’occasione nel recente passato a fare da “pompiere” di fronte a un partito come quello degli “azzurri” decisamente lacerato a livello locale. All’ombra della Cupola antonelliana da tempo si freme a tutti i livelli per avere notizie e certezze sul nuovo ospedale. L’occasione data dal convegno tenutosi stamattina, sabato 5 novembre, nel Salone dell’Arengo del Broletto sul tema “Prevenzione dei tumori della testa e del collo” organizzato dall’associazione “Protagonisti insieme”, con la presenza di un esponente del nuovo Governo – dichiaratosi «amico del presidente della Regione Alberto Cirio e del collega alla Salute Orazio Schillaci» – ha visto i presenti sollecitarlo in qualche modo a prendersi un impegno, visto che proprio dei giorni scorsi fra i suoi primi atti c’é stato quello della chiusura del contratto di lavoro con 600 mila addetti della sanità.
Paolo Zangrillo, dopo aver ascoltato i saluti del sindaco Alessandro Canelli e del rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi, i desideri di altri, fra cui quelli del direttore dell’Aou Gianfranco Zulian, ha provato a sbilanciarsi: «Mi prendo l’impegno a sollecitare una visita a Novara del mio collega alla Salute Schillaci, per farsi raccontare da voi le eccellenze di questa realtà del territorio, in modo che riesca a prendersi l’impegno di accelerare tutti i programmi che servono per realizzare il nuovo ospedale».
A questo finale il ministro è giunto dopo aver citato l’esperienza di due anni di pandemia, ma che «quando pensavamo di cominciare a vedere la luce il conflitto russo – ucraino ci ha riportato a una situazione molto difficile».
Oggi l’Italia, ha continuato, «si trova ad affrontare una crisi che si riflette sulle famiglie e sulle prospettive di crescita delle imprese. Proprio ieri (venerdì 4 novembre, ndr) il Consiglio dei ministri ha approvato il documento che anticipa la legge di bilancio. Avremo un 2023 molto complicato, che sarà prevalentemente dedicato a tutte quelle attività che servono per riconoscere risorse a famiglie e imprese per superare questo momento drammatico».
«In questo momento – ha proseguito – non dobbiamo dimenticare le cose importanti, quelle che ci fanno crescere la consapevolezza delle potenzialità che abbiamo. Il sistema sanitario è sicuramente uno fra queste. L’ospedale e l’università di Novara sono due grandi eccellenze del vostro territorio e un incontro come quello di oggi le celebra giustamente». E ancora: «Noi abbiamo bisogno che la pubblica amministrazione funzioni. Lo sviluppo dell’Italia passa necessariamente attraverso il funzionamento viruoso della sua burocrazia; e quindi il mio impegno, espresso anche ai miei collaboratori, è quello di lavorare mettendo al centro la persona».
Parlando di lavoro Zangrillo ha affermato che «nel nostro Paese abbiamo un livello di disoccupazione dell’8%, eppure in Italia ci sono 700 mila posti di lavoro inevasi. Non vengono coperti perché non ci sono le competenze e quindi nella sanità c’è chi addirittura è andato a prendere i medici a Cuba, come successo in Calabria. L’impegno del nuovo Governo sarà su questo: lavorare sulle competenze, cercando di accelerare i percorsi che ci consentano di avere disponibili risorse e persone, nei vari comparti. Il 2023 sarà difficile, ma vi invito a guardare al futuro con ottimismo».