La tradizionale donazione di fine anno da parte della Fondazione Banca Popolare di Novara per il territorio non è mancata nemmeno nel 2021. Sei le associazioni che hanno ricevuto 10 mila euro ciascuna per proseguire con le proprie attività sociali: Angsa Novara e Vercelli, Caritas, Sant’Egidio, Frati del convento di San Nazzaro, cooperativa sociale Gerico, Liberazione e Speranza.
«In vista del Natale destinavamo diverse somme ad associazioni meritevoli – ha introdotto il presidente della Fondazione Bpn, Franco Zanetta -. Questa volta, oltre ai mini contributi, abbiamo deciso di dare spazio a sei organizzazioni di volontariato novarese che si stanno dedicando alle emergenze sociali e al supporto dei più bisognosi».
«Questo contributo sarà fondamentale per la realizzazione di laboratori dedicati ai ragazzi che soffrono di autismo a un livello di medio o alto funzionamento. – ha spiegato la presidente del Angsa, Priscilla Beyersdorf -. Grazie a Gerico avremo a disposizione anche una nuova sede alla Bicocca che ci permette di proseguire con i progetti».
«Con il Covid le richieste sono aumentate in modo esponenziale – ha detto don Brunello Floriani, vicario per la Pastorale -. La Fondazione consente a Caritas di sopperire alle nuove necessità. L’8×1000 non basta più e la nostra missione di distribuzione dei pasti e di lotta alla povertà non può fermarsi: questo è l’obiettivo di Caritas».
«Anni fa in via Gnifetti abbiamo aperto l’asilo nido Primi Passi per le famiglie e le mamme in situazioni di fragilità – ha raccontato don Dino Campiotti, direttore di Gerico -. Questa realtà funziona bene ma è sempre in difficoltà dal punto di vista economico. Grazie alla Fondazione possiamo guardare avanti e implementare le attività in un vero e proprio progetto di inclusione».
«Il finanziamento sarà destinato al problema dell’emergenza abitativa – ha affermato la presidente di Liberazione e Speranza, Elia Impaloni -. Abbiamo sette alloggi occupati da donne vittime di violenza. Ci occupiamo di persone che sono ombre per la cittadinanza, ma soggetti per noi».
Anche Sant’Egidio pensa all’emergenza abitativa: «Le persone hanno bisogno di un pasto caldo ma anche di una casa che non sia un container – ha spiegato la presidente Daniela Sironi -. Da tempo portiamo avanti il progetto “Verso casa mia” per famiglie che hanno perso il lavoro e rendendo agibili alcuni alloggi di case popolari: in otto anni abbiamo sistemato 70 nuclei. Abbiamo anche sperimentato la convivenza solidale con il piano “Casa di Modesta” – che prende il nome da un’anziana senzatetto morta alla stazione Termini di Roma – dove persone senza fissa dimora riprendono a vivere».
«Il nostro è un servizio tradizionale di distribuzione dei pasti, ma con il Covid il lavoro è notevolmente aumentato – ha detto fra Piero Zampese, guardiano dei frati minori -. Il contributo della Fondazione è fondamentale. Tra le nostre attività c’è anche il guardaroba del povero e il centro di ascolto tenuto da un uno dei padri».