Indagine Cna: cauto ottimismo per le piccole imprese piemontesi

Le aspettative delle piccole imprese per il 2022: cauto ottimismo e qualche preoccupazione

 «Il 2021 ha rappresentato l’anno del rilancio per l’economia del nostro Paese» afferma Marco Pasquino, direttore CNA Piemonte Nord.  «L’economia, dopo la caduta vertiginosa del PIL registrata nel 2020 (-8,9%) è tornata infatti a crescere a un ritmo insperato, con un incremento del 6,2%, oltre un punto al di sopra della media europea. Grazie al successo della campagna vaccinale anche il 2022 dovrebbe rappresentare per il nostro Paese un anno di crescita economica sostenuta. Siamo però in presenza – prosegue Pasquino – di alcuni fattori di rischio che potrebbero condizionare questo quadro ottimistico: come il nuovo aumento dei contagi a causa delle varianti del virus COVID – 19, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che hanno determinato un’impennata dell’inflazione».

Partendo da queste premesse CNA ha realizzato un’indagine alla quale hanno partecipato anche un centinaio di imprese associate a CNA Piemonte Nord. Di queste il 33,8% operano nel settore manifatturiero, il 18,8% nelle costruzioni, il 16,9% nei servizi alla persona e il 10,8% nei servizi alle imprese. L’82,3% del campione ha meno di dieci addetti.

ASPETTATIVE SULL’ANDAMENTO ECONOMICO DEL PAESE

Il 23,7% delle imprese intervistate prevede che il PIL italiano nel 2022 continuerà a crescere mentre una percentuale pressoché identica il (23,1%) ritiene che il 2022 sarà ancora un anno in difficoltà con un rallentamento dell’economia. La restante quota, oltre il 50%, non se la sente di fare previsioni.

L’atteggiamento più ottimista è diffuso prevalentemente nel settore dei servizi alle imprese, che hanno meno difficoltà nell’adozione delle misure per il contenimento della pandemia, come l’adozione dello smart working, e dalle costruzioni, un settore sostenuto dalle misure dei bonus edilizi e per l’efficientamento energetico.

Non è così per le imprese del turismo e dei servizi alla persona, settori dove permangono pessimismo e incertezza per il futuro.

ASPETTATIVE RISULTATI DELLE IMPRESE

Rispetto alla situazione complessiva del Paese, le imprese esprimono maggiore ottimismo quando valutano le prospettive delle loro attività.

Il 40,2% di esse ritiene che conseguirà risultati migliori: superiori a quelli prepandemia (18,5%), con un recupero parziale il 21,7%. Il 29,3% prevede ancora difficoltà mentre la restante quota non si pronuncia a causa dell’incertezza dell’andamento pandemico.

Anche in questo caso le previsioni positive provengono dai settori del manifatturiero e delle costruzioni e dai servizi alle imprese e si conferma prevalere il pessimismo nel comparto turistico e dei servizi alla persona.

CONCLUSIONI

«Purtroppo, la propensione a un atteggiamento positivo di buona parte delle imprese intervistate – aggiunge il presidente CNA Piemonte Nord Massimo Pasteris – è trascinato al ribasso dalla consapevolezza dei fattori di rischio che non possono essere ignorati.  Le incertezze sull’evolversi dell’emergenza sanitaria, il caro energia, la scarsità e il rincaro delle materie prime suscitano grande preoccupazione, come indicato dal 40% degli intervistati. Per contro, nei nostri territori, dobbiamo finalmente prendere atto di un certo dinamismo che si evince dai dati congiunturali, che confermano il trend in crescita di produzione e fatturato, e dalla demografia delle imprese, seppure in modo molto lieve. Dopo oltre un decennio, per effetto della crisi economica iniziata nel 2008, in cui abbiamo visto ridursi la consistenza del Registro Imprese, in particolare dell’Albo Artigiani, nel 2021 si inizia a vedere il segno più nel saldo tra cessazioni e inizi attività. Nel terzo trimestre dello scorso anno in provincia di Novara abbiamo registrato 114 inizi attività tra gli artigiani e 96 cessazioni, il risultato è che le imprese iscritte all’Albo al 31 settembre 2021 sono salite a 9.042; in provincia di Vercelli nello stesso periodo di riferimento ci sono state 71 iscrizioni e 42 cessazioni, totale 4.567 imprese artigiane; nella provincia del VCO ci sono state 46 iscrizioni e 32 cessazioni, totale Albo 4.172 unità. Sono numeri esigui rispetto all’epoca pre-crisi, ma è un buon segnale che indica un’inversione di tendenza che deve essere incoraggiata e rafforzata, anche mediante un utilizzo intelligente dei fondi del PNRR. A supporto di questa fase ci attendiamo inoltre che prosegua l’impegno del Governo verso una ulteriore intensificazione della campagna vaccinale che consentirà, con un numero sempre più elevato di cittadini immunizzati, di mitigare le restrizioni di distanziamento sociale. Auspichiamo infine  – conclude Pasteris – un intervento deciso e risolutivo per l’abbattimento dei costi energetici, che hanno raggiunto livelli insostenibili per le imprese».

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Indagine Cna: cauto ottimismo per le piccole imprese piemontesi

Le aspettative delle piccole imprese per il 2022: cauto ottimismo e qualche preoccupazione

 «Il 2021 ha rappresentato l’anno del rilancio per l’economia del nostro Paese» afferma Marco Pasquino, direttore CNA Piemonte Nord.  «L’economia, dopo la caduta vertiginosa del PIL registrata nel 2020 (-8,9%) è tornata infatti a crescere a un ritmo insperato, con un incremento del 6,2%, oltre un punto al di sopra della media europea. Grazie al successo della campagna vaccinale anche il 2022 dovrebbe rappresentare per il nostro Paese un anno di crescita economica sostenuta. Siamo però in presenza – prosegue Pasquino – di alcuni fattori di rischio che potrebbero condizionare questo quadro ottimistico: come il nuovo aumento dei contagi a causa delle varianti del virus COVID – 19, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia che hanno determinato un’impennata dell’inflazione».

Partendo da queste premesse CNA ha realizzato un’indagine alla quale hanno partecipato anche un centinaio di imprese associate a CNA Piemonte Nord. Di queste il 33,8% operano nel settore manifatturiero, il 18,8% nelle costruzioni, il 16,9% nei servizi alla persona e il 10,8% nei servizi alle imprese. L’82,3% del campione ha meno di dieci addetti.

ASPETTATIVE SULL’ANDAMENTO ECONOMICO DEL PAESE

Il 23,7% delle imprese intervistate prevede che il PIL italiano nel 2022 continuerà a crescere mentre una percentuale pressoché identica il (23,1%) ritiene che il 2022 sarà ancora un anno in difficoltà con un rallentamento dell’economia. La restante quota, oltre il 50%, non se la sente di fare previsioni.

L’atteggiamento più ottimista è diffuso prevalentemente nel settore dei servizi alle imprese, che hanno meno difficoltà nell’adozione delle misure per il contenimento della pandemia, come l’adozione dello smart working, e dalle costruzioni, un settore sostenuto dalle misure dei bonus edilizi e per l’efficientamento energetico.

Non è così per le imprese del turismo e dei servizi alla persona, settori dove permangono pessimismo e incertezza per il futuro.

ASPETTATIVE RISULTATI DELLE IMPRESE

Rispetto alla situazione complessiva del Paese, le imprese esprimono maggiore ottimismo quando valutano le prospettive delle loro attività.

Il 40,2% di esse ritiene che conseguirà risultati migliori: superiori a quelli prepandemia (18,5%), con un recupero parziale il 21,7%. Il 29,3% prevede ancora difficoltà mentre la restante quota non si pronuncia a causa dell’incertezza dell’andamento pandemico.

Anche in questo caso le previsioni positive provengono dai settori del manifatturiero e delle costruzioni e dai servizi alle imprese e si conferma prevalere il pessimismo nel comparto turistico e dei servizi alla persona.

CONCLUSIONI

«Purtroppo, la propensione a un atteggiamento positivo di buona parte delle imprese intervistate – aggiunge il presidente CNA Piemonte Nord Massimo Pasteris – è trascinato al ribasso dalla consapevolezza dei fattori di rischio che non possono essere ignorati.  Le incertezze sull’evolversi dell’emergenza sanitaria, il caro energia, la scarsità e il rincaro delle materie prime suscitano grande preoccupazione, come indicato dal 40% degli intervistati. Per contro, nei nostri territori, dobbiamo finalmente prendere atto di un certo dinamismo che si evince dai dati congiunturali, che confermano il trend in crescita di produzione e fatturato, e dalla demografia delle imprese, seppure in modo molto lieve. Dopo oltre un decennio, per effetto della crisi economica iniziata nel 2008, in cui abbiamo visto ridursi la consistenza del Registro Imprese, in particolare dell’Albo Artigiani, nel 2021 si inizia a vedere il segno più nel saldo tra cessazioni e inizi attività. Nel terzo trimestre dello scorso anno in provincia di Novara abbiamo registrato 114 inizi attività tra gli artigiani e 96 cessazioni, il risultato è che le imprese iscritte all’Albo al 31 settembre 2021 sono salite a 9.042; in provincia di Vercelli nello stesso periodo di riferimento ci sono state 71 iscrizioni e 42 cessazioni, totale 4.567 imprese artigiane; nella provincia del VCO ci sono state 46 iscrizioni e 32 cessazioni, totale Albo 4.172 unità. Sono numeri esigui rispetto all’epoca pre-crisi, ma è un buon segnale che indica un’inversione di tendenza che deve essere incoraggiata e rafforzata, anche mediante un utilizzo intelligente dei fondi del PNRR. A supporto di questa fase ci attendiamo inoltre che prosegua l’impegno del Governo verso una ulteriore intensificazione della campagna vaccinale che consentirà, con un numero sempre più elevato di cittadini immunizzati, di mitigare le restrizioni di distanziamento sociale. Auspichiamo infine  – conclude Pasteris – un intervento deciso e risolutivo per l’abbattimento dei costi energetici, che hanno raggiunto livelli insostenibili per le imprese».

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