Il primo trimestre potrebbe essere un po’ in frenata. Sono queste le previsioni congiunturali di Confindustrai Novara Vercelli Valsesia per il periodo che va da gennaio a marco 2020. Nel novarese per fortuna rimane positivo il saldo tra la percentuale degli imprenditori che, rispetto al trimestre precedente, si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione: a 9,5 punti contro i precedenti 8,7. I saldi ottimisti/pessimisti riferiti agli ordini totali rimangono stabili, a 8,7 punti, per Novara, mentre calano da -5,3 a -9,1 punti per Vercelli, a fronte di una media piemontese lievemente negativa (-0,5 punti). Negativo in entrambe le province, invece, il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle attese di ordini esteri, che si riduce da 13,8 a 3,8 punti per Novara e da -3,2 a -7,3 punti per Vercelli, in linea con il peggioramento registrato nell’intero Piemonte (da -0,6 a -1,7 punti).
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Anche sul fronte del mercato del lavoro i numeri sono particolari. Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di nuova occupazione cresce lievemente (da 11,8 a 12,7 punti) in provincia di Novara, mentre cala (da 3,2 a -3 punti) in provincia di Vercelli, con una media regionale in riduzione da 6,4 a 3,8 punti. La percentuale di imprese che dichiarano l’intenzione di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni si allontana dai minimi storici, salendo dal 2,4% al 4,1% a Novara e dall’8,5% al 16,5% a Vercelli, a fronte di un dato regionale in aumento dal 9,6% all’11,4%. «Non possiamo non essere preoccupati – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – perché, soprattutto per quanto riguarda il Vercellese, il calo della produzione e il peggioramento delle attese di ordini dal mercato interno, che è quello strutturalmente più debole, per la prima volta non vengono compensati dalle attese di esportazioni, che hanno un’importanza notevole in entrambe le province. Per fortuna numerose aziende continuano a esprimere vitalità e resilienza dimostrando, anche grazie alla competenza delle loro maestranze e alla lungimiranza dei loro imprenditori, una notevole capacità competitiva. Serve però un impegno più forte da parte della politica per rafforzare e aumentare le dotazioni infrastrutturali, materiali e immateriali, la cui carenza è sempre più dannosa per l’economia territoriale». Il direttore Cnvv Aureliano Curini puntualizza: «C’è un peggioramento complessivo del contesto economico che speriamo sia solo un’inversione temporanea. Continuiamo a impegnarci per colmare un gap formativo sempre più ampio tra offerta e domanda di figure professionali specializzate, soprattutto per quanto concerne i diplomi superiori tecnici. Quest’anno avvieremo anche iniziative formative per imprenditori e manager, aumentando le sinergie con l’Università del Piemonte Orientale, per far crescere il know how interno alle imprese».
Le intenzioni di effettuare investimenti, sia “significativi” sia “marginali”, risultano costanti in entrambi i territori: le variazioni relative ai primi sono dal 29,4% al 31,7% nel Novarese e dal 20,2% al 22,4% nel Vercellese, con una media regionale stabile al 24%; quelle relative ai secondi si posizionano, rispettivamente, dal 54% al 52% e dal 45,7% al 44,9%, con l’indicatore regionale al 49,1%. Il grado di utilizzo degli impianti, in Piemonte al 76,1%, si conferma stabile all’80,2% nel territorio novarese e all’85,9% in quello vercellese. Positiva, infine, la dinamica della percentuale di imprese che dichiara ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti (in Piemonte stabile al 28,2%), che scende dal 25% al 21,8% nel novarese e dal 25,5% al 19,4% (il livello più basso degli ultimi sei anni) nel Vercellese.
I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, segnalano un andamento contrastante nel metalmeccanico, dove i saldi ottimisti/pessimisti relativi alle attese di produzione sono negativi a fronte di ordini, totali ed esteri, in lieve miglioramento, e in attesa di conferme nel comparto della rubinetteria e del valvolame, dove la produzione è attesa ancora in calo, seppur in misura minore rispetto alla precedente indagine, a fronte di un miglioramento delle aspettative di ordini. Indicatori positivi, ma con una crescente incertezza tra gli operatori del settore chimico e di quello alimentare: nel primo le attese di produzione sono ancora positive, pur con ordini in calo, mentre nel secondo il saldo ottimisti/pessimisti relativo alle aspettative di produzione si attesta a zero, sullo stesso livello di quello relativo agli ordini. Rimangono invece negative le prospettive del tessile-abbigliamento, dove l’ulteriore rallentamento delle attese di produzione è affiancato da un analogo calo degli ordini.