«Solidarietà ai pediatri novaresi vittime di episodi di intimidazione da parte dei genitori dei loro pazienti. Serve però una gestione più efficiente per certificare l’uscita dalla quarantena, decisione per altro non modificabile e di esclusiva competenza del Sisp e dell’Asl di competenza». Lo dice il consigliere regionale Riccardo Lanzo, vicepresidente del gruppo della Lega a Palazzo Lascaris, prendendo come spunto una lettera, a firma Domenico Careddu, diffusa dalla Sezione di Novara della Fimp (Federazione italiana medici pediatri) ai vertici superiori dell’organizzazione sindacale, nella quale vengono citate “aggressioni verbali e comportamenti intimidatori da parte dei genitori di loro assistiti”. Per Careddu “indubbiamente la preoccupazione e l’incertezza correlate alla pandemia in corso incidono sui comportamenti ed il vissuto delle famiglie”, chiedendo nella sostanza una maggior tutela della categoria, visto “che questo clima di tensione” potrebbe “degenerare in comportamenti sempre meno rispettosi e potenzialmente lesivi dell’indennità personale dei colleghi”.
«Si tratta di episodi – commenta ancora Lanzo – che non non possono in nessun modo essere giustificati né dall’emergenza sanitaria né dalle ripercussioni lavorative ed economiche che questa sta avendo sulle famiglie». Una solidarietà, per l’esponente novarese del “Carroccio”, che vuole sollevare il tema riguardante «un necessario miglioramento della medicina territoriale e della gestione delle pratiche per la certificazione dell’uscita dall’isolamento sanitario. Da parte mia – conclude Lanzo – l’impegno in Regione sarà quindi quello di promuovere un armonico confronto di tutti gli attori coinvolti, a partire dalle Asl, perché si possano mettere in campo soluzioni più efficienti e una più proficua collaborazione tra medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e il Sisp».
Sulla vicenda si è registrata anche una presa di posizione da parte dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara. Per il suo presidente, Federico D’Andrea, «il rischio è che il clima di tensione nel quale ormai i pediatri, e i medici in generale, si trovano a operare possa degenerare». Per D’Andrea si tratta di atteggiamenti che devono essere «contrastati con tutti i mezzi che la legge mette a disposizione, nell’interesse di un normale rapporto medico-paziente e di un corretto svolgimento della professione pur in situazioni comprensibilmente critiche per tutti, come quella che stiamo attraversando. Per questo, l’Ordine è a disposizione per intraprendere, come è già avvenuto in passato con esiti positivi, le necessarie azioni legali».