Invorio, appello dalla casa di riposo: «Abbiamo bisogno di aiuto»

Anche la casa di riposo Fondazione Medana di Invorio sta attendendo che “arrivino” i tamponi e nel frattempo Dario Piola, presidente della Fondazione, lancia un grido d’allarme, cu si associano anche direttrice e direttore sanitario: «Abbiamo bisogno di aiuto e di consulenze qualificate». «Stiamo facendo test sierologici, che abbiamo acquistato; nei giorni scorsi abbiamo sottoposto il personale e da lunedì inizieremo con gli ospiti, in attesa che arrivino i tamponi».

 

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«E’ una situazione drammatica, ci stiamo organizzando come se fossimo un reparto ospedaliero; il direttore sanitario, dottor Paolo Colombo, ha riorganizzato tutta la gestione della struttura, cercando di fare isole separate. Per il momento i decessi sono limitati ma c’è la preoccupazione di salvare più persone possibili e questo lo possiamo fare solo se  abbiamo personale protetto con i dispositivi, per accudire in modo adeguato, non solo dal punto di vista sanitario ma anche umano, gli ospiti. Abbiamo all’interno anche una figura che  funge da tramite con i familiari e che quotidianamente comunica loro una sorta di bollettino».

E per le forniture di dispositivi di protezione si sono attivati in proprio, attraverso l’acquisto diretto o grazie a donazioni.

«Adesso ci arriva qualcosa dall’Asl – dice Piola – ma è poca cosa».

«Stiamo resistendo – conclude – Tutte le nostre risorse le stiamo investendo per mettere in sicurezza il personale in modo da poter accudire e salvare il maggior numero di ospiti».

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Invorio, appello dalla casa di riposo: «Abbiamo bisogno di aiuto»

Anche la casa di riposo Fondazione Medana di Invorio sta attendendo che “arrivino” i tamponi e nel frattempo Dario Piola, presidente della Fondazione, lancia un grido d’allarme, cu si associano anche direttrice e direttore sanitario: «Abbiamo bisogno di aiuto e di consulenze qualificate». «Stiamo facendo test sierologici, che abbiamo acquistato; nei giorni scorsi abbiamo sottoposto il personale e da lunedì inizieremo con gli ospiti, in attesa che arrivino i tamponi».

 

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«E’ una situazione drammatica, ci stiamo organizzando come se fossimo un reparto ospedaliero; il direttore sanitario, dottor Paolo Colombo, ha riorganizzato tutta la gestione della struttura, cercando di fare isole separate. Per il momento i decessi sono limitati ma c’è la preoccupazione di salvare più persone possibili e questo lo possiamo fare solo se  abbiamo personale protetto con i dispositivi, per accudire in modo adeguato, non solo dal punto di vista sanitario ma anche umano, gli ospiti. Abbiamo all’interno anche una figura che  funge da tramite con i familiari e che quotidianamente comunica loro una sorta di bollettino».

E per le forniture di dispositivi di protezione si sono attivati in proprio, attraverso l’acquisto diretto o grazie a donazioni.

«Adesso ci arriva qualcosa dall’Asl – dice Piola – ma è poca cosa».

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