La carica dei 45 per il servizio civile della Provincia

Contemporaneamente a quello del Comune di Novara, ha preso il via oggi, giovedì 20 febbraio, il servizio civile 2020 della Provincia di Novara, che vede coinvolti quest’anno 45 giovani. Sono quelli risultati selezionati da un’apposita commissione fra i tanti che hanno partecipato al bando 2019 e che per un anno presteranno la loro opera, a fronte di una retribuzione mensile di 439,50 euro, in 23 realtà del territorio, partecipando alla realizzazione di sedici progetti approvati da Regione Piemonte, dal Dipartimento per le Politiche giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Servizio Civile Universale.

Anche in questo caso l’intera iniziativa ha visto la partecipazione della cooperativa Aurive per quanto riguarda le attività di progettazione, formazione e monitoraggio. Anche qui l’attività svolta dai ragazzi riguarderà diversi ambiti: ventuno si occuperanno del sociale, diciotto per quello culturale e della comunicazione, mentre sei saranno inseriti nel settore ambientale.

 

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Soddisfazione è stata espressa da Elena Foti, consigliera provinciale con delega al Servizio Civile e da Nadia Trabucchi di Aurive: «Oltre alla positiva ricaduta per le realtà presso le quali i ragazzi (tre in più rispetto a quelli “congedati” da qualche giorno, ndr) – hanno detto – vogliamo ricordare come si tratti di un’importante opportunità per questi ragazzi di maturare una crescita personale, formativa e professionale».

Scorrendo l’elenco dei progetti balzano all’occhio le diverse quanto importanti realtà che beneficeranno delle prestazioni offerte dai ragazzi, dalla sede centrale dell’Angsa sino ai due centri novaresi di Anffas; e poi ancora l’associazione “Liberazione e speranza”, alcune biblioteche comunali, case di riposo, la Fondazione amici della Cattedrale di Novara e la Marazza di Borgomanero, il Museo storico etnografico della Bassa Valsesia, l’Ente gestione aree protette del Ticino e del lago Maggiore. Non escludendo che questo impegno possa trasformarsi per qualcuno in una vera e propria attività professionale nel futuro.

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La carica dei 45 per il servizio civile della Provincia

Contemporaneamente a quello del Comune di Novara, ha preso il via oggi, giovedì 20 febbraio, il servizio civile 2020 della Provincia di Novara, che vede coinvolti quest’anno 45 giovani. Sono quelli risultati selezionati da un’apposita commissione fra i tanti che hanno partecipato al bando 2019 e che per un anno presteranno la loro opera, a fronte di una retribuzione mensile di 439,50 euro, in 23 realtà del territorio, partecipando alla realizzazione di sedici progetti approvati da Regione Piemonte, dal Dipartimento per le Politiche giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Servizio Civile Universale. Anche in questo caso l’intera iniziativa ha visto la partecipazione della cooperativa Aurive per quanto riguarda le attività di progettazione, formazione e monitoraggio. Anche qui l’attività svolta dai ragazzi riguarderà diversi ambiti: ventuno si occuperanno del sociale, diciotto per quello culturale e della comunicazione, mentre sei saranno inseriti nel settore ambientale.   [the_ad id="62649"]   Soddisfazione è stata espressa da Elena Foti, consigliera provinciale con delega al Servizio Civile e da Nadia Trabucchi di Aurive: «Oltre alla positiva ricaduta per le realtà presso le quali i ragazzi (tre in più rispetto a quelli “congedati” da qualche giorno, ndr) - hanno detto - vogliamo ricordare come si tratti di un’importante opportunità per questi ragazzi di maturare una crescita personale, formativa e professionale». Scorrendo l’elenco dei progetti balzano all’occhio le diverse quanto importanti realtà che beneficeranno delle prestazioni offerte dai ragazzi, dalla sede centrale dell’Angsa sino ai due centri novaresi di Anffas; e poi ancora l’associazione “Liberazione e speranza”, alcune biblioteche comunali, case di riposo, la Fondazione amici della Cattedrale di Novara e la Marazza di Borgomanero, il Museo storico etnografico della Bassa Valsesia, l’Ente gestione aree protette del Ticino e del lago Maggiore. Non escludendo che questo impegno possa trasformarsi per qualcuno in una vera e propria attività professionale nel futuro.

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