La Casa di Giorno è salva. Nuova vita ad Agognate per il centro anziani fondato da don Aldo

Inaugurato da pochi giorni in un'ala indipendente della residenza San Domenico. Il sindaco: «Mi piacerebbe che la Casa di Giorno restasse qui, magari in uno degli edfici ancora da ristrutturare»

La Casa di Giorno è salva. Dopo trentatrè anni di storia, due dei quali trascorsi tra le difficoltà della pandemia, e tanto peregrinare per riuscire a trovare un luogo che sostituisse lo storico edificio di via Tornielli di proprietà della Curia, il centro per anziani fondato da don Aldo Mercoli ha trovato casa – e forse quella definitiva – ad Agognate grazie all’accoglienza della casa di riposo San Domenico, all’intervento del Comune e, non da ultimo, alla caparbietà delle persone all’interno della Casa di Giorno le quali, nonostante le chiusure, in questi due anni hanno continuato a lavorare affinchè tutto quello che era stato costruito negli anni non venisse messo da parte.

In questo momento gli anziani, circa una ventina tra utenti storici e nuovi iscritti, sono ospitati in un’ala indipendente della San Domenico, non è a contatto con gli spazi della Rsa. «Qui c’è tutto quello che serve – racconta la direttrice, Valentina Piantanida – stanze per i laboratori, armadietti con ripiani dedicati a ogni utente, una sala da pranzo con tavoli per due. Le attività vegono svolte, come sempre, con un calendario quotidiano e ogni ospite sa dove deve andare e cosa deve fare». C’è Giovanni che a 91 anni dipinge insieme a Maria; Ada che ha imparato a ricamare a 80 anni alla Casa di Giorno. Lucia, Franca e Mirella studiano il francese e cantano una canzone tipica di Natale. Luigi e Caterina preparano segnalibri di carta da regalare ai nipoti.

Tutte le attività vengono svolte grazie ai volontari, una trentina, che ogni giorno si alternano. «Questi spazi sono ideali per la nostra realtà, ma non credo saranno quelli definitivi – commentano sia la diretttice che il neo presidente, Luciano Chiesa -. Speriamo, però, di riuscire a rimanere comunque qui ad Agognate dove abbiamo dato inizio a una nuova concezione di trattamento della terza età: non solo residenze permanenti, ma servizi a domicilio, attività condivise e di apprendimento, mini gite sul territorio».

Un’idea che il sindaco Alessandro Canelli aveva già proposto in passato: «In un primo momento avevamo pensato di utilizzare una parte degli spazi del De Pagave, ma allo stato attuale e con un bando di gara da pubblicare, questa strada non è più percorribile. Vedremo il nuovo gestore che intenzioni avrà. Ad Agognate, invece, ci sono immensi spazi disponibili, ancora da ristrutturare, ma che possono essere utilizzati a questo scopo. A me piacerebbe che la Casa di Giorno rimanesse qui, in un quartiere dedicato, con tanto spazio verde all’aperto».

Chiunque può fare uana donazione per sostenere la riapertura della Casa di Giorno visitando il sito del centro.

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Cecilia Colli

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Inaugurato da pochi giorni in un’ala indipendente della residenza San Domenico. Il sindaco: «Mi piacerebbe che la Casa di Giorno restasse qui, magari in uno degli edfici ancora da ristrutturare»

La Casa di Giorno è salva. Dopo trentatrè anni di storia, due dei quali trascorsi tra le difficoltà della pandemia, e tanto peregrinare per riuscire a trovare un luogo che sostituisse lo storico edificio di via Tornielli di proprietà della Curia, il centro per anziani fondato da don Aldo Mercoli ha trovato casa - e forse quella definitiva - ad Agognate grazie all'accoglienza della casa di riposo San Domenico, all'intervento del Comune e, non da ultimo, alla caparbietà delle persone all'interno della Casa di Giorno le quali, nonostante le chiusure, in questi due anni hanno continuato a lavorare affinchè tutto quello che era stato costruito negli anni non venisse messo da parte.

In questo momento gli anziani, circa una ventina tra utenti storici e nuovi iscritti, sono ospitati in un'ala indipendente della San Domenico, non è a contatto con gli spazi della Rsa. «Qui c'è tutto quello che serve - racconta la direttrice, Valentina Piantanida - stanze per i laboratori, armadietti con ripiani dedicati a ogni utente, una sala da pranzo con tavoli per due. Le attività vegono svolte, come sempre, con un calendario quotidiano e ogni ospite sa dove deve andare e cosa deve fare». C'è Giovanni che a 91 anni dipinge insieme a Maria; Ada che ha imparato a ricamare a 80 anni alla Casa di Giorno. Lucia, Franca e Mirella studiano il francese e cantano una canzone tipica di Natale. Luigi e Caterina preparano segnalibri di carta da regalare ai nipoti.

Tutte le attività vengono svolte grazie ai volontari, una trentina, che ogni giorno si alternano. «Questi spazi sono ideali per la nostra realtà, ma non credo saranno quelli definitivi - commentano sia la diretttice che il neo presidente, Luciano Chiesa -. Speriamo, però, di riuscire a rimanere comunque qui ad Agognate dove abbiamo dato inizio a una nuova concezione di trattamento della terza età: non solo residenze permanenti, ma servizi a domicilio, attività condivise e di apprendimento, mini gite sul territorio».

Un'idea che il sindaco Alessandro Canelli aveva già proposto in passato: «In un primo momento avevamo pensato di utilizzare una parte degli spazi del De Pagave, ma allo stato attuale e con un bando di gara da pubblicare, questa strada non è più percorribile. Vedremo il nuovo gestore che intenzioni avrà. Ad Agognate, invece, ci sono immensi spazi disponibili, ancora da ristrutturare, ma che possono essere utilizzati a questo scopo. A me piacerebbe che la Casa di Giorno rimanesse qui, in un quartiere dedicato, con tanto spazio verde all'aperto».

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