#lavoceon: leggere, ascoltare, appassionarsi

#lavoceon: leggere, ascoltare, appassionarsi. Dobbiamo ringraziare tutti i lettori che ci seguono ogni giorno con interesse e passione. Siamo molto riconoscenti per questo. Anche la nostra rubrica #lavoceon è entrata nelle case dei lettori e questo ci fa molto piacere. Continuate a seguirci, noi siamo qui.

Vi ricordiamo che tutti i contenuti suggeriti sono free, li potete trovare direttamente in questa rubrica, su piattaforme social o scaricandoli da internet su telefono o pc. In fondo potete trovare i link delle puntate precedenti.


#quelchepassaperlatesta a cura di Mario Grella

Appassionati di balletto ne abbiamo? Se la risposta fosse negativa sarebbe ora che vi appassionaste, magari non incominciando dal solito “Schiaccianoci” o dal consueto “Lago dei cigni”, ma da qualcosa come questo https://www.facebook.com/operadeparis/videos/3135137223214222/

Si tratta di un bel omaggio al coreografo Jerome Robbins che gli dedica l’Opéra National de Paris con il corpo di ballo della stessa Opéra diretto da Aurélie Dupont.

Qualcosa imperdibile per chi ama la fotografia e di assolutamente imperdibile per chi ama la fotografia e ama New York, è il blog del più prolifico fotografo newyorkese: Bagnostian. Chi è? Non ve lo dico, vi dico solo che gira tutto il giorno in bici su e giù per la Grande Mela per fare queste foto: https://bagnostian.tumblr.com/

Ancora in tema di immagini, ecco “Ephemera Assemblyman”, un altro blog, questa volta sulla piattaforma “Blogger”. Una miniera di raffinatissime immagini dalla pittura anatomica tibetana, ai poster politici libanesi. Provate a pensare un soggetto da illustrare…Fatto? Beh lì lo trovate.

Infine, siccome sono un fedele follower del British Museum, ma (anche se non ci credete anche il British è un mio following), vi raccomando per una visita al loro magnifica pagina Twitter, sempre propositiva e in gran movimento. Chissà che diventiate anche Voi following del prestigioso museo britannico: https://twitter.com/britishmuseum

 


#invacanzadacasa a cura di Stopover Viaggi

K come… #Kirghizistan
Perché andare in Kirghizistan? Per fare e vedere cose che non si ha son mai fatte prima: trekking a quote così alte da far mancare il fiato, con un panorama su vette di settemila metri; passare la notte nelle tende dei nomadi, sulle rive di un lago a tremila metri di quota, mentre cavalli selvatici brucano l’erba liberi da qualsiasi padrone; aiutare i pastori a mungere le cavalle, per poi lasciarne il latte a fermentare sotto il sole per giorni e giorni, fino ad ottenere una bevanda frizzante e fermentata (kymys); salire su un autobus in cui tutti i passeggeri vogliono stringere la mano, chiedere incuriositi da dove si proviene. La Kirghisia (nome italianizzato del Kirghizistan) ha la capitale a Bishkek, il cui significato è zangola, a testimoniare quanto i Kirghisi siano legati alle tradizioni della pastorizia. Essi sono sempre stati nomadi, pastori legati alla transumanza, costretti a diventare stanziali con l’arrivo dei bolscevichi. Una curiosità: Il cavallo è un animale molto celebrato nella cultura kirgiza, per questo si svolgono in tutto il paese manifestazioni in cui vengono eseguite acrobazie a cavallo o match di wrestling mentre si cavalca, chiamati oodarysh.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=hitNXU4PoRU]

 


#classicochilegge a cura di Paola Turchelli

Tra la fine del 1700 e gli inizi del 1900, la maggior parte dei poeti, dei filosofi e degli studiosi europei si è trovata d’accordo nel considerare l’Antigone di Sofocle non solo la miglior tragedia greca, ma anche l’opera d’arte più vicina alla perfezione tra tutte quelle prodotte dallo spirito umano. E’ l’Atene del V secolo che diede dimora ed espressione alla preminenza dell’uomo; è il miracolo greco, un tipo di bellezza eterna e ancora oggi vivo nella grande intuizione che la tragedia greca ha rappresentato continuando a essere carica di una terribile potenza. Antigone, sublime ritratto di donna, è diventata eterna. Nessuna interpretazione, nessuna somma di interpretazioni può esaurire la ricchezza di significati di questa tragedia. Antigone, figlia di nozze incestuose e amorevole consolatrice del vecchio padre, per fedeltà al fratello viola la legge della città che vietava la sepoltura del fratello dichiarando di preferire  essere fedele «alle leggi non scritte, ma infallibili degli Dei» quindi alla sua coscienza che le comandava di rendere pietà al fratello defunto. Questo dovere è per lei naturale, perciò indiscutibile. Oggi in questo duro tempo che stiamo attraversando, la figura di Antigone ci interroga e ci parla sollevando l’eterna questione del conflitto tra religione familiare e moralità dello Stato, tra uomini e donne, tra generazioni vecchie e nuove. E rileggerla muove in noi consolazione.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=xZAYDhqBtmM]

 


#mettiamociallopera a cura di Matteo Beltrami

Il 19 aprile 1824 muore lord George Byron, autore della novella da cui è tratto “Il corsaro”, opera minore di Giuseppe Verdi. Si tratta di un’opera non perfetta, ma in alcuni punti molto interessante; uno in particolare, che verrà rielaborato dallo stesso Verdi per il famosissimo quartetto del Rigoletto. Messa in scena per la prima volta nel 1848, è un’opera molto cupa, dalle tinte fosche, con personaggi oscuri, vicenda poco plausibile, melodie e cori risorgimentali con tutto il fuoco del giovane Verdi che vi invito ad ascoltare.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=LwX79uMOJ_s]

 


#sulfilodellamemoria a cura di Pierluigi Tolardo

Quando i treni attraversavano la strada

Non molti ricorderanno viale Ferrucci quando, fino a trent’anni fa, i treni attraversavano il viale: c’era infatti un binario senza passaggi a livello che portava da un cancello della stazione fino all’ingresso del palazzo delle Dogane, oggi sede di uffici finanziari del Comune di Novara. Un locomotore a passo d’uomo trainava dei vagoni dentro il cortile del Palazzo per effettuare le ispezioni e poi li riportava sulla rete ferroviaria. Il piccolo convoglio procedeva lentamente a passo d’uomo, in piedi sul primo dei vagoni un uomo con una bandiera rossa fermava le auto avvisate da un fortissimo e insistente fischio azionato dal macchinista. Sul lato esterno del palazzo delle dogane un orinatoio pubblico all’aperto senza tettoia, uno degli ultimi a essere murati per decenza ma certamente fino all’ultimo utilissimo.

 


#diboccabuona a cura di Roberto Egiddi

Pizzoccheri della Valtellina
Ingredienti per 4 persone: 380 gr di pizzoccheri secchi in scatola, 150 gr di patate, 150 di verza, 100 gr di spinaci, 125 gr di burro, 200 gr di formaggio semi grasso (si consiglia il Casera della Valtellina), 150 gr di Parmigiano, 2 spicchi di aglio, 1 acciuga sott’olio, 6 foglie di salvia, sale e pepe.
Preparazione: in una pentola con abbondante acqua già portata a ebollizione versare le verdure tagliate a piccoli pezzi. Dopo 10 minuti aggiungere i pizzoccheri, fa bollire per circa 15 minuti, scolare tutto insieme e mettere in una teglia. Durante la cottura delle verdure, in una pentola far sciogliere il burro con la salvia, l’aglio e l’acciuga. Versare questo condimento nella teglia con i pizzoccheri e le verdure. Cospargere con Parmigiano e formaggio a dadini fino a che non si è sciolto amalgamando il tutto. Aggiungere pepe a piacere e servire ben caldo.

 


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Vi ricordiamo che tutti i contenuti suggeriti sono free, li potete trovare direttamente in questa rubrica, su piattaforme social o scaricandoli da internet su telefono o pc. In fondo potete trovare i link delle puntate precedenti.


#quelchepassaperlatesta a cura di Mario Grella

Appassionati di balletto ne abbiamo? Se la risposta fosse negativa sarebbe ora che vi appassionaste, magari non incominciando dal solito “Schiaccianoci” o dal consueto “Lago dei cigni”, ma da qualcosa come questo https://www.facebook.com/operadeparis/videos/3135137223214222/

Si tratta di un bel omaggio al coreografo Jerome Robbins che gli dedica l’Opéra National de Paris con il corpo di ballo della stessa Opéra diretto da Aurélie Dupont.

Qualcosa imperdibile per chi ama la fotografia e di assolutamente imperdibile per chi ama la fotografia e ama New York, è il blog del più prolifico fotografo newyorkese: Bagnostian. Chi è? Non ve lo dico, vi dico solo che gira tutto il giorno in bici su e giù per la Grande Mela per fare queste foto: https://bagnostian.tumblr.com/

Ancora in tema di immagini, ecco “Ephemera Assemblyman”, un altro blog, questa volta sulla piattaforma “Blogger”. Una miniera di raffinatissime immagini dalla pittura anatomica tibetana, ai poster politici libanesi. Provate a pensare un soggetto da illustrare…Fatto? Beh lì lo trovate.

Infine, siccome sono un fedele follower del British Museum, ma (anche se non ci credete anche il British è un mio following), vi raccomando per una visita al loro magnifica pagina Twitter, sempre propositiva e in gran movimento. Chissà che diventiate anche Voi following del prestigioso museo britannico: https://twitter.com/britishmuseum

 


#invacanzadacasa a cura di Stopover Viaggi

K come… #Kirghizistan
Perché andare in Kirghizistan? Per fare e vedere cose che non si ha son mai fatte prima: trekking a quote così alte da far mancare il fiato, con un panorama su vette di settemila metri; passare la notte nelle tende dei nomadi, sulle rive di un lago a tremila metri di quota, mentre cavalli selvatici brucano l’erba liberi da qualsiasi padrone; aiutare i pastori a mungere le cavalle, per poi lasciarne il latte a fermentare sotto il sole per giorni e giorni, fino ad ottenere una bevanda frizzante e fermentata (kymys); salire su un autobus in cui tutti i passeggeri vogliono stringere la mano, chiedere incuriositi da dove si proviene. La Kirghisia (nome italianizzato del Kirghizistan) ha la capitale a Bishkek, il cui significato è zangola, a testimoniare quanto i Kirghisi siano legati alle tradizioni della pastorizia. Essi sono sempre stati nomadi, pastori legati alla transumanza, costretti a diventare stanziali con l’arrivo dei bolscevichi. Una curiosità: Il cavallo è un animale molto celebrato nella cultura kirgiza, per questo si svolgono in tutto il paese manifestazioni in cui vengono eseguite acrobazie a cavallo o match di wrestling mentre si cavalca, chiamati oodarysh.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=hitNXU4PoRU]

 


#classicochilegge a cura di Paola Turchelli

Tra la fine del 1700 e gli inizi del 1900, la maggior parte dei poeti, dei filosofi e degli studiosi europei si è trovata d’accordo nel considerare l’Antigone di Sofocle non solo la miglior tragedia greca, ma anche l’opera d’arte più vicina alla perfezione tra tutte quelle prodotte dallo spirito umano. E’ l’Atene del V secolo che diede dimora ed espressione alla preminenza dell’uomo; è il miracolo greco, un tipo di bellezza eterna e ancora oggi vivo nella grande intuizione che la tragedia greca ha rappresentato continuando a essere carica di una terribile potenza. Antigone, sublime ritratto di donna, è diventata eterna. Nessuna interpretazione, nessuna somma di interpretazioni può esaurire la ricchezza di significati di questa tragedia. Antigone, figlia di nozze incestuose e amorevole consolatrice del vecchio padre, per fedeltà al fratello viola la legge della città che vietava la sepoltura del fratello dichiarando di preferire  essere fedele «alle leggi non scritte, ma infallibili degli Dei» quindi alla sua coscienza che le comandava di rendere pietà al fratello defunto. Questo dovere è per lei naturale, perciò indiscutibile. Oggi in questo duro tempo che stiamo attraversando, la figura di Antigone ci interroga e ci parla sollevando l’eterna questione del conflitto tra religione familiare e moralità dello Stato, tra uomini e donne, tra generazioni vecchie e nuove. E rileggerla muove in noi consolazione.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=xZAYDhqBtmM]

 


#mettiamociallopera a cura di Matteo Beltrami

Il 19 aprile 1824 muore lord George Byron, autore della novella da cui è tratto “Il corsaro”, opera minore di Giuseppe Verdi. Si tratta di un’opera non perfetta, ma in alcuni punti molto interessante; uno in particolare, che verrà rielaborato dallo stesso Verdi per il famosissimo quartetto del Rigoletto. Messa in scena per la prima volta nel 1848, è un’opera molto cupa, dalle tinte fosche, con personaggi oscuri, vicenda poco plausibile, melodie e cori risorgimentali con tutto il fuoco del giovane Verdi che vi invito ad ascoltare.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=LwX79uMOJ_s]

 


#sulfilodellamemoria a cura di Pierluigi Tolardo

Quando i treni attraversavano la strada

Non molti ricorderanno viale Ferrucci quando, fino a trent’anni fa, i treni attraversavano il viale: c’era infatti un binario senza passaggi a livello che portava da un cancello della stazione fino all’ingresso del palazzo delle Dogane, oggi sede di uffici finanziari del Comune di Novara. Un locomotore a passo d’uomo trainava dei vagoni dentro il cortile del Palazzo per effettuare le ispezioni e poi li riportava sulla rete ferroviaria. Il piccolo convoglio procedeva lentamente a passo d’uomo, in piedi sul primo dei vagoni un uomo con una bandiera rossa fermava le auto avvisate da un fortissimo e insistente fischio azionato dal macchinista. Sul lato esterno del palazzo delle dogane un orinatoio pubblico all’aperto senza tettoia, uno degli ultimi a essere murati per decenza ma certamente fino all’ultimo utilissimo.

 


#diboccabuona a cura di Roberto Egiddi

Pizzoccheri della Valtellina
Ingredienti per 4 persone: 380 gr di pizzoccheri secchi in scatola, 150 gr di patate, 150 di verza, 100 gr di spinaci, 125 gr di burro, 200 gr di formaggio semi grasso (si consiglia il Casera della Valtellina), 150 gr di Parmigiano, 2 spicchi di aglio, 1 acciuga sott’olio, 6 foglie di salvia, sale e pepe.
Preparazione: in una pentola con abbondante acqua già portata a ebollizione versare le verdure tagliate a piccoli pezzi. Dopo 10 minuti aggiungere i pizzoccheri, fa bollire per circa 15 minuti, scolare tutto insieme e mettere in una teglia. Durante la cottura delle verdure, in una pentola far sciogliere il burro con la salvia, l’aglio e l’acciuga. Versare questo condimento nella teglia con i pizzoccheri e le verdure. Cospargere con Parmigiano e formaggio a dadini fino a che non si è sciolto amalgamando il tutto. Aggiungere pepe a piacere e servire ben caldo.

 


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