#lavoceon, oggi l’ultimo appuntamento

Oggi vi proponiamo l’ultimo appuntamento con la rubrica #lavoceon. Abbiamo cercato di tenervi compagnia in queste settimane di lockdown, speriamo di esserci riusciti. Da lunedì 4 maggio cercheremo tutti di tornare lentamente alla normalità.

Vi ricordiamo che tutti i contenuti suggeriti sono free, li potete trovare direttamente in questa rubrica, su piattaforme social o scaricandoli da internet su telefono o pc. In fondo potete trovare i link delle puntate precedenti.


#maquantastoria a cura di Gianni Cerutti

Mentre ci prepariamo a riprendere gradualmente le nostre usuali attività, anche se non sappiamo ancora bene come e quando, cresce la consapevolezza che la situazione di acuta crisi ha messo in evidenza i punti di forza e di debolezza delle società, e dei relativi sistemi politici, che si sono trovate ad affrontarla. E che, a parità di sfida, i differenti esiti siano stati determinati dalla combinazione di tali punti, virtuosa per alcuni stati, più problematica per altri. E che tale esiti siano stati determinati in misura maggiore dalle variabili strutturali, in termini di solidità delle istituzioni e di grado di coesione sociale, piuttosto che dalle contingenti leadership politiche. Detto in altri termini: nemmeno Pep Guardiola sarebbe in grado di vincere la Champions alla guida del Novara. E ancora di più così sarà nella delicata fase che ci attende. In questa prospettiva, risulta di grande interesse l’analisi proposta da Paolo Pombeni nel volume La buona politica, uscito lo scorso anno per i tipi del Mulino, dedicata alle difficoltà in cui si dibatte la società italiana da ormai un trentennio, incapace come sembra di darsi un assetto coerente con i nuovi scenari che si vanno delineando. Leggi l’articolo completo nella rubrica “Ah, Europa” al link https://www.lavocedinovara.com/rubrica/la-ragione-politica/

 


#quelchepassaperlatesta a cura di Mario Grella

Esther Favilla è una fotografa che messo insieme un video sul concerto del Primo maggio a Roma. No, non è il solito video di folle oceaniche plaudenti, anzi, a rigore non è nemmeno un video ma un montaggio di fotografie. Finalmente qualcosa di diverso: https://vimeo.com/13030572

Visto lo stato delle cose, consiglio questo brevissimo viaggio a Parigi: “Paris Minute”, dura un minuto, potete mettere quindi in valigia proprio lo strettissimo indispensabile perché tra poco sarete di ritorno: https://vimeo.com/56504275

Sempre in tema di guardare (e non toccare), se non l’aveste ancora visitato, l’Archivio Storico dell’Istituto Luce”, è proprio quel tipo di sito che si può a tutta ragione definire “imperdibile”: https://www.archivioluce.com/

E visto che ci tocca restare seduti ancora per un pochino, quale occasione migliore per vedere o ri-vedere cose preziose? E non è forse una cosa preziosa un vecchio “Maigret” con Gino Cervi? Vi consiglio il mio preferito:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=oiAXkj4Qkps]

Ultimo consiglio, anche questo proviene dal passato, per la precisione dal 1964: le vecchie puntate di “Specchio segreto” di Nanni Loy su “Rai Play”, altro che “reality”, date un’occhiata: https://www.raiplay.it/ricerca.html?q=specchio+segreto

 


#ecosmart a cura di Fabrizio Cerri

Oggi condividiamo con voi un interessante articolo che parla della biodiversità delle foreste Europee. La salvaguardia della biodiversità è cruciale per il futuro del nostro pianeta. Come è possibile vedere nelle foto allegate all’articolo la bellezza delle nostre foreste è mozzafiato e dovrebbe, solo questa, darci un buon motivo per rispettarle e fare di tutto per proteggerle. Quando si potrà, una passeggiata in un bosco è altamente consigliata dopo tante giornate chiusi in casa.

https://www.focus.it/ambiente/ecologia/la-biodiversita-nelle-foreste-europee

 


#invacanzadacasa a cura di Stopover Viaggi

L come… #Laos
Nella terra degli elefanti le vite si intrecciano sulle rive del Mekong, la madre delle acque; i manti rocciosi ricoperti dalla natura selvaggia si elevano fieri dai fiumi regalando paesaggi suggestivi e unici. Nascosti nella foresta , villaggi e templi antichi raccontano una storia ancestrale tramandata da generazioni in generazioni. Il tempo nel Laos si è fermato, gli aratri sono ancora trainati dai buoi e la gente trasmette pace, calma e serenità. Durante le feste danze tradizionali, canti, musiche e colori rallegrano l’atmosfera, che insieme ai caotici mercatini rompono il caratteristico silenzio di questo affascinante popolo. Una curiosità: Chiunque nel Laos può liberamente organizzare il Su Khuan, ossia la cerimonia Baci, che significa “buona fortuna”, celebrata nelle occasioni auspicali, come matrimoni, nascite, guarigioni, partenze ecc. Durante questa cerimonia 32 spiriti benigni vengono legati agli ospiti d’onore attraverso una corda bianca annodata alla mano, simbolo di buona salute, prosperità e felicità (queste corde non devono essere mai tagliate e tenute almeno per i 3 giorni successivi alla cerimonia).

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=qO0AwxUDizo]

 


#classicochilegge a cura di Paola Turchelli

Chiudiamo questo breve percorso fra i testi della classicità ripercorrendo le pagine dei grandi autori che hanno descritto la peste, un male che ha abbattuto popolazioni inermi nel corso dei secoli e che ha lasciato traccia nella ricostruzione della Storia dell’Umanità dolente, quella di cui in questo lungo periodo ognuno di noi ha sopportato o scorto il peso. A partire da Tucidide che, proponendosi di narrare la guerra del Peloponneso, dedica una sezione importante del II libro delle Storie all’irrompere della peste in Attica: «Non erano in grado di fronteggiarla nè i medici, che all’inizio prestavano le loro cure senza conoscerne la natura ed anzi erano i primi a morire in quanto più degli altri si accostavano agli infermi, nè nessuna altra arte di origine umana.Un quadro fosco ed amaro che ha suggestionato lettori di ieri e di oggi». La ripresa forse più famosa del testo tucidideo la troviamo nei versi del De Rerum Natura di Lucrezio e ancora in Virgilio che nelle Georgiche evidenzia la sofferenza della natura nelle pagine dedicate alla diffusione della peste nel Norico «la bufera che si getta sulla superficie del mare provocando tempesta e corrompe la speranza». Potremmo poi percorrere le pagine di Boccaccio, quelle di Manzoni e quelle di Camus per arrivare a una breve conclusiva riflessione sul nostro tempo e sulla diffusione della pandemia che ha investito il mondo contemporaneo di cui continuiamo a non conoscere l’origine.Forse che l’egoismo edonistico, il riscaldamento del pianeta, l’indifferenza verso il perseguimento del bene comune ci stanno raccontando che dovremo provare a costruire un futuro diverso? Intanto proviamo ad affidarci a un messaggio di speranza di Alessandro Manzoni: «Il cielo prometteva una bella giornata:la luna, in un canto, pallida e senza raggio pure spiccava nel campo immenso d’un bigio ceruleo, che, s’andava sfumando leggermente in un giallo roseo… quel cielo di Lombardia,così bello quand’è bello,così splendido in pace…».

 

 


#mettiamociallopera a cura di Matteo Beltrami

Il 1 maggio 1840 muore il mezzo soprano Giuditta Grisi, sorella dell’altrettanto noto soprano Giulia Grisi. Furono due star dell’epoca e per Giuditta Carlo Coccia scrisse il ruolo della protagonista di “Rosamunda d’Inghilterra” mentre Vincenzo Bellini scrisse quello di Romeo in “Montecchi e Capuleti” perchè Giulietta è un soprano mentre la voce di Romeo è scritto per un mezzosoprano. Vi invito di ascoltare quest’ultima opera, molto bella che oggi potremmo definire come tratta liberamente da “Romeo e Giulietta” di Shakespeare. Ai qui tempi, infatti, i compositori si sentivano meno in dovere di rispettare le trame da cui i loro libretti venivano tratti.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=JHW2ujnaoLs]

 


#sulfilodellamemoria a cura di Pierluigi Tolardo

Riapertura 

Mi è sembrato di vedere una folla di donne uscire da una grande fabbrica vicino la chiesa di Sant’Andrea: no, non è possibile, lì c’è solo un supermercato, una pizzeria, una sala del bingo. Poi mi è sembrato che da un palazzo nel quartiere del Sacro Cuore stiano uscendo mentre suona la sirena tante operaie di ogni età: la fabbrica Doppieri, no, non è possibile chissà da quanto tempo è chiusa.

E sul corso della Vittoria? Quel semaforo sempre rosso perché centinaia di operai stanno uscendo dalle Officine Grafiche De Agostini? No, ho le traveggole, da tempo non esce più nessuno, le Officine hanno chiuso.

Evidentemente il lockdown per molti è già accaduto venti, dieci, tre anni fa, non hanno più riaperto queste fabbriche che producevano magari perfino igienizzanti e non possiamo dare la colpa a nessun virus, a nessuna lentezza della ripresa.

Speriamo di rivederla ancora qualche fabbrica vera, moderna, pulita, ecologica ma fabbrica perché non si vive solo di supermercati e pizzerie, importanti certo ma non bastano a creare ricchezza ed occupazione.

 


#diboccabuona a cura di Roberto Egiddi

Torta salata ricotta e zucchine
Ingredienti: 1 pasta sfoglia già pronta, 3 zucchine medie, 250 gr di ricotta, 1 uovo, 30 gr di parmigiano grattuggiato, 30 gr di emmenthal, cipolla per il soffritto, sale, pepe e olio qb.
Preparazione: pulire le zucchie e tagliarle a dadini, tagliare a dadini anche l’emmenthal, affettare la cipolla e mettere a soffriggere in una padella con poco olio, unire le zucchine e cuocere non completamente. In una ciotola unire l’uovo ai formaggi. Unire le zucchine possibilmente tiepide, amalgamare il composto, salare e pepare a piacere. Stendere la pasta sfoglia e riempirla con il composto. Infornare a 180 gradi in forno ventilato per 30 minuti o in forno statico per 40 minuti.


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Oggi vi proponiamo l'ultimo appuntamento con la rubrica #lavoceon. Abbiamo cercato di tenervi compagnia in queste settimane di lockdown, speriamo di esserci riusciti. Da lunedì 4 maggio cercheremo tutti di tornare lentamente alla normalità. Vi ricordiamo che tutti i contenuti suggeriti sono free, li potete trovare direttamente in questa rubrica, su piattaforme social o scaricandoli da internet su telefono o pc. In fondo potete trovare i link delle puntate precedenti.
#maquantastoria a cura di Gianni Cerutti Mentre ci prepariamo a riprendere gradualmente le nostre usuali attività, anche se non sappiamo ancora bene come e quando, cresce la consapevolezza che la situazione di acuta crisi ha messo in evidenza i punti di forza e di debolezza delle società, e dei relativi sistemi politici, che si sono trovate ad affrontarla. E che, a parità di sfida, i differenti esiti siano stati determinati dalla combinazione di tali punti, virtuosa per alcuni stati, più problematica per altri. E che tale esiti siano stati determinati in misura maggiore dalle variabili strutturali, in termini di solidità delle istituzioni e di grado di coesione sociale, piuttosto che dalle contingenti leadership politiche. Detto in altri termini: nemmeno Pep Guardiola sarebbe in grado di vincere la Champions alla guida del Novara. E ancora di più così sarà nella delicata fase che ci attende. In questa prospettiva, risulta di grande interesse l’analisi proposta da Paolo Pombeni nel volume La buona politica, uscito lo scorso anno per i tipi del Mulino, dedicata alle difficoltà in cui si dibatte la società italiana da ormai un trentennio, incapace come sembra di darsi un assetto coerente con i nuovi scenari che si vanno delineando. Leggi l'articolo completo nella rubrica "Ah, Europa" al link https://www.lavocedinovara.com/rubrica/la-ragione-politica/  
#quelchepassaperlatesta a cura di Mario Grella Esther Favilla è una fotografa che messo insieme un video sul concerto del Primo maggio a Roma. No, non è il solito video di folle oceaniche plaudenti, anzi, a rigore non è nemmeno un video ma un montaggio di fotografie. Finalmente qualcosa di diverso: https://vimeo.com/13030572 Visto lo stato delle cose, consiglio questo brevissimo viaggio a Parigi: “Paris Minute”, dura un minuto, potete mettere quindi in valigia proprio lo strettissimo indispensabile perché tra poco sarete di ritorno: https://vimeo.com/56504275 Sempre in tema di guardare (e non toccare), se non l’aveste ancora visitato, l’Archivio Storico dell’Istituto Luce”, è proprio quel tipo di sito che si può a tutta ragione definire “imperdibile”: https://www.archivioluce.com/ E visto che ci tocca restare seduti ancora per un pochino, quale occasione migliore per vedere o ri-vedere cose preziose? E non è forse una cosa preziosa un vecchio “Maigret” con Gino Cervi? Vi consiglio il mio preferito: [youtube https://www.youtube.com/watch?v=oiAXkj4Qkps] Ultimo consiglio, anche questo proviene dal passato, per la precisione dal 1964: le vecchie puntate di “Specchio segreto” di Nanni Loy su “Rai Play”, altro che “reality”, date un’occhiata: https://www.raiplay.it/ricerca.html?q=specchio+segreto  
#ecosmart a cura di Fabrizio Cerri Oggi condividiamo con voi un interessante articolo che parla della biodiversità delle foreste Europee. La salvaguardia della biodiversità è cruciale per il futuro del nostro pianeta. Come è possibile vedere nelle foto allegate all'articolo la bellezza delle nostre foreste è mozzafiato e dovrebbe, solo questa, darci un buon motivo per rispettarle e fare di tutto per proteggerle. Quando si potrà, una passeggiata in un bosco è altamente consigliata dopo tante giornate chiusi in casa. https://www.focus.it/ambiente/ecologia/la-biodiversita-nelle-foreste-europee  
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#classicochilegge a cura di Paola Turchelli Chiudiamo questo breve percorso fra i testi della classicità ripercorrendo le pagine dei grandi autori che hanno descritto la peste, un male che ha abbattuto popolazioni inermi nel corso dei secoli e che ha lasciato traccia nella ricostruzione della Storia dell'Umanità dolente, quella di cui in questo lungo periodo ognuno di noi ha sopportato o scorto il peso. A partire da Tucidide che, proponendosi di narrare la guerra del Peloponneso, dedica una sezione importante del II libro delle Storie all'irrompere della peste in Attica: «Non erano in grado di fronteggiarla nè i medici, che all'inizio prestavano le loro cure senza conoscerne la natura ed anzi erano i primi a morire in quanto più degli altri si accostavano agli infermi, nè nessuna altra arte di origine umana.Un quadro fosco ed amaro che ha suggestionato lettori di ieri e di oggi». La ripresa forse più famosa del testo tucidideo la troviamo nei versi del De Rerum Natura di Lucrezio e ancora in Virgilio che nelle Georgiche evidenzia la sofferenza della natura nelle pagine dedicate alla diffusione della peste nel Norico «la bufera che si getta sulla superficie del mare provocando tempesta e corrompe la speranza». Potremmo poi percorrere le pagine di Boccaccio, quelle di Manzoni e quelle di Camus per arrivare a una breve conclusiva riflessione sul nostro tempo e sulla diffusione della pandemia che ha investito il mondo contemporaneo di cui continuiamo a non conoscere l'origine.Forse che l'egoismo edonistico, il riscaldamento del pianeta, l'indifferenza verso il perseguimento del bene comune ci stanno raccontando che dovremo provare a costruire un futuro diverso? Intanto proviamo ad affidarci a un messaggio di speranza di Alessandro Manzoni: «Il cielo prometteva una bella giornata:la luna, in un canto, pallida e senza raggio pure spiccava nel campo immenso d'un bigio ceruleo, che, s'andava sfumando leggermente in un giallo roseo... quel cielo di Lombardia,così bello quand'è bello,così splendido in pace...».    
#mettiamociallopera a cura di Matteo Beltrami Il 1 maggio 1840 muore il mezzo soprano Giuditta Grisi, sorella dell'altrettanto noto soprano Giulia Grisi. Furono due star dell'epoca e per Giuditta Carlo Coccia scrisse il ruolo della protagonista di "Rosamunda d'Inghilterra" mentre Vincenzo Bellini scrisse quello di Romeo in "Montecchi e Capuleti" perchè Giulietta è un soprano mentre la voce di Romeo è scritto per un mezzosoprano. Vi invito di ascoltare quest'ultima opera, molto bella che oggi potremmo definire come tratta liberamente da "Romeo e Giulietta" di Shakespeare. Ai qui tempi, infatti, i compositori si sentivano meno in dovere di rispettare le trame da cui i loro libretti venivano tratti. [youtube https://www.youtube.com/watch?v=JHW2ujnaoLs]  
#sulfilodellamemoria a cura di Pierluigi Tolardo Riapertura  Mi è sembrato di vedere una folla di donne uscire da una grande fabbrica vicino la chiesa di Sant'Andrea: no, non è possibile, lì c’è solo un supermercato, una pizzeria, una sala del bingo. Poi mi è sembrato che da un palazzo nel quartiere del Sacro Cuore stiano uscendo mentre suona la sirena tante operaie di ogni età: la fabbrica Doppieri, no, non è possibile chissà da quanto tempo è chiusa. E sul corso della Vittoria? Quel semaforo sempre rosso perché centinaia di operai stanno uscendo dalle Officine Grafiche De Agostini? No, ho le traveggole, da tempo non esce più nessuno, le Officine hanno chiuso. Evidentemente il lockdown per molti è già accaduto venti, dieci, tre anni fa, non hanno più riaperto queste fabbriche che producevano magari perfino igienizzanti e non possiamo dare la colpa a nessun virus, a nessuna lentezza della ripresa. Speriamo di rivederla ancora qualche fabbrica vera, moderna, pulita, ecologica ma fabbrica perché non si vive solo di supermercati e pizzerie, importanti certo ma non bastano a creare ricchezza ed occupazione.  
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