L’attività nel mobilificio di famiglia prima, poi quella – che prosegue tuttora – di curatrice artistica allo spazio “Vivace” da lei fondato; ora anche quello di scrittrice. Ma lei, Veronica Armani, quest’ultima la considera solo un episodio, concepito nel corso delle notti insonni dell’ultimo lockdown, «che per me è stato peggiore di quello dello scorso anno».
Le notti infernali, accostate al primo dei tre regni ultraterreni “visitati” dal sommo poeta e descritti nella “Divina Commedia”, sono diventati così un libro – “Una notte d’Inferno”, appunto – scritto durante le già menzionate notti insonni. Ma con quale proposito? «All’inizio mi sono detta: cosa potevo farmi di un riassunto dell’Inferno? Poi ho pensato che le persone in difficoltà erano i nostri figli, i nostri bambini, costretti a sacrifici e rinunce a causa della pandemia. Quindi ho unito le cose: i più piccoli potranno acquisire più facilmente le emozioni dal racconto di Dante e i più grandi perderanno un po’ di tempo a leggerlo. Poi ho chiesto agli artisti che solitamente lavorano con me di riprodurre solo i mostri che ai bambini piacciono tantissimo».
A questo “appello”, è stato spiegato nel corso della presentazione del volume, giovedì nella sala consiliare di Palazzo Natta, hanno aderito Sara Lautizi (che ha riprodotto il protagonista principale, Dante, il Minotauro e le Stelle), Andrea Rossi (il bosco buio, il Limbo, i Gironi e il Castello luminoso), Caterina Del Nero (le Tre Fiere, Minosse, le Arpie e i Giganti), Davide Ferro (Dante e Virgilio e Gerione), Massimo Romani (Beatrice), Federico Cozzucoli (la Porta degli Inferi), Camilla Casalino (Caronte e Chirone), Antonio Vittorio Alfieri (Paolo e Francesca), Luigi Casalino (Cerbero e Ulisse), Costantino Peroni (Pluto e Brunetto Latini), Riccardo Ciorciolani (lo Stige e le Mura di Dite) e Federico Corciolani (Lucifero). Una pubblicazione originale, «anche se un libro per bambini, nel corso di una pandemia, doveva avere comunque uno scopo. Sentendomi con la consigliera provinciale alle Pari opportunità Elena Foti è nato questo progetto benefico».