L’isola del giorno prima. Riflessione (semiseria) su piazza Gramsci

Roberto de la Grive è un naufrago che, vagando per i mari su una zattera, nel 1643, approdò sul relitto della nave Daphne, incagliato giusto di fronte a un’isola deserta. Sul vecchio vascello incagliato incontra un altro naufrago, un vecchio gesuita, Padre Caspar che sull’isola deserta aveva montato un complesso marchingegno, la “Specola Melitense”, strumento in grado di misurare la longitudine sulla terraferma. Grazie allo strumento il gesuita poteva, a ragione, affermare che l’isola che avevano davanti era in realtà “quella del giorno prima”, proprio a causa del meridiano che passava proprio davanti ad essa, determinando così il cambiamento di data.

Ecco questa è la trama de “L’isola del giorno prima” di Umberto Eco, che ben si adatterebbe a commentare la fotografia che illustra questo articolo. Si tratta di Piazza Gramsci (conosciuta meglio come Piazza del Rosario) a Novara , ritratta in uno scatto degli anni Settanta.

La piazza era ancora aperta al traffico automobilistico (più o meno come oggi), con la presenza di una decorosa fermata dell’autobus e le auto private posteggiate ordinatamente negli appositi stalli di sosta. La piazza non era ancora un’isola pedonale, ma non lo è nemmeno oggi, poiché in questi cinquant’anni nessuna amministrazione comunale ha concepito veramente l’idea che, una bella piazza con una maestosa chiesa ed eleganti palazzi nel cuore antico della città, potesse davvero diventare un’isola pedonale.

Ci è capitato di vivere in questi tempi e con questi amministratori e non ci possiamo fare niente, le scelte le fanno loro e non i cittadini. Solo che, a differenza di oggi, Piazza Gramsci, e si vede anche nella fotografia, era ordinata e decorosa. Niente auto buttate qui e là come oggi, niente “sosta selvaggia”.

Avevo quindici anni e la Piazza aveva quell’aspetto, ora ne ho sessantacinque e la piazza ha un aspetto molto meno piacevole. Era un po’ come l’isola del giorno prima scoperta da Padre Caspar e raccontata da Umberto Eco…

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

Una risposta

  1. tutto vero,però:purtroppo sono i cittadini che scelgono gli amministratori che poi fanno le scelte,sempre le stesse(orribili) in tema di urbanistica e ambiente,indipendentemente dalle caratteristiche politiche.

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L’isola del giorno prima. Riflessione (semiseria) su piazza Gramsci

Roberto de la Grive è un naufrago che, vagando per i mari su una zattera, nel 1643, approdò sul relitto della nave Daphne, incagliato giusto di fronte a un’isola deserta. Sul vecchio vascello incagliato incontra un altro naufrago, un vecchio gesuita, Padre Caspar che sull’isola deserta aveva montato un complesso marchingegno, la “Specola Melitense”, strumento in grado di misurare la longitudine sulla terraferma. Grazie allo strumento il gesuita poteva, a ragione, affermare che l’isola che avevano davanti era in realtà “quella del giorno prima”, proprio a causa del meridiano che passava proprio davanti ad essa, determinando così il cambiamento di data.

Ecco questa è la trama de “L’isola del giorno prima” di Umberto Eco, che ben si adatterebbe a commentare la fotografia che illustra questo articolo. Si tratta di Piazza Gramsci (conosciuta meglio come Piazza del Rosario) a Novara , ritratta in uno scatto degli anni Settanta.

La piazza era ancora aperta al traffico automobilistico (più o meno come oggi), con la presenza di una decorosa fermata dell’autobus e le auto private posteggiate ordinatamente negli appositi stalli di sosta. La piazza non era ancora un’isola pedonale, ma non lo è nemmeno oggi, poiché in questi cinquant’anni nessuna amministrazione comunale ha concepito veramente l’idea che, una bella piazza con una maestosa chiesa ed eleganti palazzi nel cuore antico della città, potesse davvero diventare un’isola pedonale.

Ci è capitato di vivere in questi tempi e con questi amministratori e non ci possiamo fare niente, le scelte le fanno loro e non i cittadini. Solo che, a differenza di oggi, Piazza Gramsci, e si vede anche nella fotografia, era ordinata e decorosa. Niente auto buttate qui e là come oggi, niente “sosta selvaggia”.

Avevo quindici anni e la Piazza aveva quell’aspetto, ora ne ho sessantacinque e la piazza ha un aspetto molto meno piacevole. Era un po’ come l’isola del giorno prima scoperta da Padre Caspar e raccontata da Umberto Eco…

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