La sua è una vocazione, un amore incondizionato verso la lingua italiana. Un sentimento così forte che lo ha portato a ricercare sempre di più l’etimologia e le curiosità legate al nostro linguaggio. Oggi Marco Ballarè, novarese di nascita, classe 1984, si è creato un grande spazio virtuale su Instagram dove condivide la sua passione con la pagina @marco.dixit. Attaccamento che proprio in questi giorni ha preso forma anche su carta in un libro dal titolo “Con parole tue. Viaggio fra le etimologie e i modi di dire più curiosi della lingua italiana” edito da Gribaudo.
Marco, cosa ti ha spinto a voler portare il tuo progetto anche su carta?
L’idea di scrivere un libro mi solleticava da parecchio, ma, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per gli impegni professionali, non si era mai concretizzata. Ero convinto che i temi che tratto sui social fossero adatti anche alla carta stampata, ma, fino a poco più di un anno fa, la scrittura di un libro era solo un bel progetto che avrei voluto realizzare in un indefinito futuro. Ovviamente l’incontro con il mio editore ha cambiato tutto.
A proposito, come sei entrato in contatto con il tuo editore?
L’anno scorso sono stato contattato dal mio editore, Gribaudo, che, dopo aver visionato i contenuti che produco per i social, mi ha chiesto se avessi mai pensato di scrivere un libro. Ovviamente ho colto la palla al balzo e mi sono tuffato con entusiasmo in questa avventura: colgo l’occasione per ringraziare tutta la squadra che mi ha supportato e ha seguito questo progetto insieme a me.
Dunuqe, cosa dobbiamo aspettarci da questo libro?
Il punto di partenza è la curiosità: tutti almeno una volta ci siamo chiesti “perché si dice così?” ecco, in questo libro si trovano tanti perché. “Con parole tue” è un libro che parla di parole: nel testo si possono trovare centinaia di curiosità sulle parole e sulla loro origine. È un viaggio nell’etimologia, ma anche nella storia e nella mitologia, tutti temi che si intrecciano quando si tratta di parole e modi di dire. Inoltre questo è un libro per tutti, è scritto e strutturato per essere fruito anche dai non “addetti ai lavori”: per gli appassionati, ma anche per tutti i… curiosi!
Per caso ne hai già altri in cantiere?
Mai dire mai: non nego che mi piacerebbe rimettermi a scrivere: spero si possa presentare la giusta occasione!
Presenterai “Con parole tue. Viaggio fra le etimologie e i modi di dire più curiosi della lingua italiana” a Novara?
Il libro è appena uscito e non ho ancora date fissate in zona; tuttavia Novara non è solo la mia città natale, ma anche uno dei luoghi a cui sono più legato: se ci fosse la possibilità sarei felicissimo di presentarlo sotto la Cupola.
Tempo fa in una nostra intervista hai parlato di un disamore da parte degli italiani verso la lingua italiana. Social, libri, contenuti digitali, prossimo step di Ballaré per scongiurare questa tendenza?
Continuare su questi binari mi renderebbe già felice. L’amore – anche per una lingua- non si può forzare, ma la curiosità si può alimentare: è proprio su questo punto che spero di portare avanti la mia attività. Che sia sui social, su carta, o magari in eventi o incontri dal vivo, l’importante è continuare a parlare, a comunicare e a generare curiosità intorno a questi temi: il resto verrà da sé.
Tuo padre è un giornalista. L’amore per le parole te l’ha trasmesso lui?
Probabilmente la mela non cade mai troppo lontano dall’albero! Scherzi a parte, il giornalismo non è la mia strada, ma crescere in un ambiente in cui la comunicazione e il giornalismo – e dunque anche le parole – erano il pane quotidiano ha certamente contribuito a indirizzare i miei studi e le mie passioni.