Maturità, studenti: «Ci mancherà non aver vissuto la “tradizione” dell’esame»

In ogni caso sarà una maturità diversa. In ogni caso sì, perché la data del 18 maggio, scelta per stabilire il da farsi proprio in merito alla maturità, pone davanti due opzioni, comunque lontane dalla maturità “classica”: se si torna a scuola ci saranno due prove scritte, ma la seconda sarà scelta internamente per puntare su argomenti effettivamente svolti e l’orale; se a scuola non si torna via le prove scritte e sì solo al colloquio, anche telematico.

 

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Una maturità che gli studenti ricorderanno sicuramente. «Nonostante possa capire la situazione critica di cui siamo tutti vittima, che comporta quindi un cambiamento, almeno per il momento radicale delle nostre vite, non posso che essere quantomeno scettico e amareggiato da questo provvedimento, – dice Francesco Paganini, che frequenta l’istituto Pascal di Romentino – penso che un percorso di cinque anni non possa confluire in una valutazione determinata, oltre che dai crediti scolatici, unicamente da una prova orale. Inoltre sono molti i dubbi circa le modalità e dettagli tecnici di un colloquio di maturità online,  senza contare che anche le valutazioni conseguite con la didattica a distanza hanno per me un valore relativo rispetto a quelle conseguite normalmente durante l’anno scolastico. Questo perché la modalità di molte prove ha subito notevoli trasformazioni. Se si pensa poi che il colloquio orale è l’ultimo momento di condivisone didattica con gli insegnanti che hanno accompagnato noi studenti per un lungo e ardito percorso, è triste pensare che quest’ultimo saluto non si possa toccare con mano, ma sia rilegato dietro ad uno schermo». La scuola, quella a 360 gradi, manca: «Dal mio punto di vista, non è solo un libro letto ad alta voce da un’altra persona. Per me la scuola è sempre stata un punto d’incontro, un ambiente per il libero scambio di idee e di opinioni, – continua il giovane – dove coltivare interessi, amicizie e aspettative per il futuro. Ecco con la didattica a distanza, quasi tutto questo ha dovuto lasciare spazio a connessioni internet traballanti che accompagnano con costanza ogni nostra lezione. Tra dieci anni? Avrò sicuramente un bel ricordo di questi cinque anni, indifferentemente da come andrà la maturità. Certo questa è senza dubbio la fase finale, nonché il coronamento di un percorso. Sarebbe stato bello vivere normalmente questa fase della mia vita. Pensando alla maturità ho sempre associato il momento al film “Notte prima degli esami” , ora so che la notte prima degli esami e anche tutte le notti prima, nonché le giornate, le passerò chiuso in casa, segregato in quarantena, con il giardino di casa come unica valvola di sfogo. Sicuramente tra dieci anni ricorderò con rammarico questo periodo che mi ha tagliato le ali e reciso i miei sogni, almeno per il momento. Spero comunque che potrò guardare al passato con malinconia e pensare con un briciolo di commozione di avercela fatta a raggiungere e perseguire i miei obiettivi, senza mai perdere di vista la parte più goliardica e spontanea della mia adolescenza».

Camilla Zonca, che frequenta invece il liceo artistico, percepisce un sentimento di spavento: «Mi spaventa il modo in cui sarà organizzata la maturità, perché per quanto riguarda le lezioni ho visto parecchia disorganizzazione, allo stesso tempo penso sia un modo utile per modernizzare l’insegnamento in Italia. Testare questo metodo di valutazione online, sarebbe un modo per fornire un servizio in più per tutti gli studenti che per diverse ragioni non possono essere presenti fisicamente nella sede scolastica. La scuola? Mi manca tutta la parte organizzativa delle ore, perché purtroppo sto notando che ogni insegnante pretende di fare il doppio delle ore di lezione, togliendo spazio ad altre materie e questo sta compromettendo lo svolgimento e la chiusura del programma di alcune materie».

Tra dieci anni Carlotta si immagina un bel ricordo. «Spero di poter dire di essere stata, insieme ai miei coetanei, la prima a utilizzare la tecnologia anche nell’ambito scolastico e in un momento così importante nella vita di ogni studente. Ovviamente nella speranza che tutto vada nel migliore dei modi e che questo nuovo modo di affrontare gli esami sia “d’insegnamento” per il futuro».

Daniele De Nora, studente del liceo linguistico Carlo Alberto, vorrebbe la maturità “di una volta”: «Prima di tutto sarà qualcosa di improvvisato e che non ha antecedenti e non si sa come sarà, ci rimetteremo noi studenti. Io avrei voluto farla come tutti gli altri, avrei voluto trascorrere questi ultimi mesi con i miei compagni a ripassare, avrei voluto provare l’ansia e le emozioni prima di un esame di maturità, avrei voluto provare quella sensazione di “ce l’ho fatta, me la sono tolta”, non sarà così». Anche a Daniele ciò che manca di più è la scuola vissuta a tutto tondo.  «Sono una persona cui piace stare con gli altri, sto bene con i compagni, mi diverto, avrei voluto fare la gita, quella che tutti ricordano. Mi infastidisce il pensare di aver salutato i miei compagni così, come sempre, convinto che ci saremmo rivisti il giorno dopo e invece no, forse fra i banchi di scuola non ci vedremo proprio. Tra dieci anni? Ricorderò il mio percorso in modo positivo, perché sono cresciuto tanto, ho provato emozioni forti, è stato utile dal punto di vista formativo e sociale. Mi mancherà tutto ciò che non ho vissuto».

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Maturità, studenti: «Ci mancherà non aver vissuto la “tradizione” dell’esame»

In ogni caso sarà una maturità diversa. In ogni caso sì, perché la data del 18 maggio, scelta per stabilire il da farsi proprio in merito alla maturità, pone davanti due opzioni, comunque lontane dalla maturità “classica”: se si torna a scuola ci saranno due prove scritte, ma la seconda sarà scelta internamente per puntare su argomenti effettivamente svolti e l’orale; se a scuola non si torna via le prove scritte e sì solo al colloquio, anche telematico.   [the_ad id="62649"]   Una maturità che gli studenti ricorderanno sicuramente. «Nonostante possa capire la situazione critica di cui siamo tutti vittima, che comporta quindi un cambiamento, almeno per il momento radicale delle nostre vite, non posso che essere quantomeno scettico e amareggiato da questo provvedimento, - dice Francesco Paganini, che frequenta l’istituto Pascal di Romentino - penso che un percorso di cinque anni non possa confluire in una valutazione determinata, oltre che dai crediti scolatici, unicamente da una prova orale. Inoltre sono molti i dubbi circa le modalità e dettagli tecnici di un colloquio di maturità online,  senza contare che anche le valutazioni conseguite con la didattica a distanza hanno per me un valore relativo rispetto a quelle conseguite normalmente durante l’anno scolastico. Questo perché la modalità di molte prove ha subito notevoli trasformazioni. Se si pensa poi che il colloquio orale è l’ultimo momento di condivisone didattica con gli insegnanti che hanno accompagnato noi studenti per un lungo e ardito percorso, è triste pensare che quest’ultimo saluto non si possa toccare con mano, ma sia rilegato dietro ad uno schermo». La scuola, quella a 360 gradi, manca: «Dal mio punto di vista, non è solo un libro letto ad alta voce da un’altra persona. Per me la scuola è sempre stata un punto d’incontro, un ambiente per il libero scambio di idee e di opinioni, - continua il giovane - dove coltivare interessi, amicizie e aspettative per il futuro. Ecco con la didattica a distanza, quasi tutto questo ha dovuto lasciare spazio a connessioni internet traballanti che accompagnano con costanza ogni nostra lezione. Tra dieci anni? Avrò sicuramente un bel ricordo di questi cinque anni, indifferentemente da come andrà la maturità. Certo questa è senza dubbio la fase finale, nonché il coronamento di un percorso. Sarebbe stato bello vivere normalmente questa fase della mia vita. Pensando alla maturità ho sempre associato il momento al film “Notte prima degli esami” , ora so che la notte prima degli esami e anche tutte le notti prima, nonché le giornate, le passerò chiuso in casa, segregato in quarantena, con il giardino di casa come unica valvola di sfogo. Sicuramente tra dieci anni ricorderò con rammarico questo periodo che mi ha tagliato le ali e reciso i miei sogni, almeno per il momento. Spero comunque che potrò guardare al passato con malinconia e pensare con un briciolo di commozione di avercela fatta a raggiungere e perseguire i miei obiettivi, senza mai perdere di vista la parte più goliardica e spontanea della mia adolescenza». Camilla Zonca, che frequenta invece il liceo artistico, percepisce un sentimento di spavento: «Mi spaventa il modo in cui sarà organizzata la maturità, perché per quanto riguarda le lezioni ho visto parecchia disorganizzazione, allo stesso tempo penso sia un modo utile per modernizzare l'insegnamento in Italia. Testare questo metodo di valutazione online, sarebbe un modo per fornire un servizio in più per tutti gli studenti che per diverse ragioni non possono essere presenti fisicamente nella sede scolastica. La scuola? Mi manca tutta la parte organizzativa delle ore, perché purtroppo sto notando che ogni insegnante pretende di fare il doppio delle ore di lezione, togliendo spazio ad altre materie e questo sta compromettendo lo svolgimento e la chiusura del programma di alcune materie». Tra dieci anni Carlotta si immagina un bel ricordo. «Spero di poter dire di essere stata, insieme ai miei coetanei, la prima a utilizzare la tecnologia anche nell'ambito scolastico e in un momento così importante nella vita di ogni studente. Ovviamente nella speranza che tutto vada nel migliore dei modi e che questo nuovo modo di affrontare gli esami sia "d'insegnamento" per il futuro». Daniele De Nora, studente del liceo linguistico Carlo Alberto, vorrebbe la maturità “di una volta”: «Prima di tutto sarà qualcosa di improvvisato e che non ha antecedenti e non si sa come sarà, ci rimetteremo noi studenti. Io avrei voluto farla come tutti gli altri, avrei voluto trascorrere questi ultimi mesi con i miei compagni a ripassare, avrei voluto provare l’ansia e le emozioni prima di un esame di maturità, avrei voluto provare quella sensazione di “ce l’ho fatta, me la sono tolta”, non sarà così». Anche a Daniele ciò che manca di più è la scuola vissuta a tutto tondo.  «Sono una persona cui piace stare con gli altri, sto bene con i compagni, mi diverto, avrei voluto fare la gita, quella che tutti ricordano. Mi infastidisce il pensare di aver salutato i miei compagni così, come sempre, convinto che ci saremmo rivisti il giorno dopo e invece no, forse fra i banchi di scuola non ci vedremo proprio. Tra dieci anni? Ricorderò il mio percorso in modo positivo, perché sono cresciuto tanto, ho provato emozioni forti, è stato utile dal punto di vista formativo e sociale. Mi mancherà tutto ciò che non ho vissuto».

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