«Migliaia di lavoratori senza stipendio»

«Le lavoratrici ed i lavoratori impiegati nei settori con le attività ferme da settimane attendono il pagamento degli ammortizzatori sociali. Un’attesa snervante che sta mettendo in ginocchio migliaia di persone e famiglie. I pagamenti da parte dell’Inps, nonostante gli sforzi proferiti dai dipendenti dell’istituto, tardano ad arrivare. Nel caso della cassa in deroga vi è anche un colpevole ritardo da parte della regione Piemonte nell’invio delle pratiche all’Inps». La denuncia arriva dalla Filcams Cgil Novara Vco che oltre a lanciare l’allarme per questa situazione, e sollecitare gli interventi, accende i riflettori anche su altre problematiche, di altri lavoratori, egualmente in emergenza.

 

 

«Nella nostra provincia il settore del turismo ha un peso specifico rilevante, i lavoratori impiegati sono migliaia tra cui molti sono i lavoratori stagionali. Nel primo caso sono terminate le nove settimane previste dal Decreto “Cura Italia” per gli ammortizzatori sociali, è indispensabile una proroga immediata di tutti gli ammortizzatori in campo. Nel caso dei lavoratori stagionali, la Filcams ha denunciato l’insufficienza dell’una tantum di 600 euro; dev’essere previsto un ammortizzatore sociale a copertura della stagione persa che non consentirà le opportunità lavorative di una stagione normale, inoltre, nel caso di un eventuale riavvio del settore, le eventuali giornate lavorative non basteranno per riattivare la disoccupazione, per cui, a maggior ragione, per questi lavoratori serve un’azione mirata volta al mantenimento del reddito fino alla nuova stagione».

«Anche per le lavoratrici e i lavoratori delle mense – aggiungono – vale il ragionamento sulla necessità urgente di prorogare gli ammortizzatori sociali fino a quando non riprenderà l’attività, ricomprendendo anche, come chiediamo a livello nazionale da anni nel caso delle mense scolastiche, i mesi di sospensione scolastica che vedono questi lavoratori esclusi dalla possibilità di percepire la disoccupazione».

Ma c’è anche la nutrita schiera delle lavoratrici e dei lavoratori del settore domestico «che ad oggi sono esclusi da ogni forma di sostegno. E’ fondamentale che vi sia l’estensione degli ammortizzatori sociali; in alcuni casi le situazioni sono drammatiche perché alla perdita del lavoro si somma anche la perdita dell’alloggio».

«E’ necessario poi ripristinare il sostegno alle famiglie con la riconferma dei congedi straordinari, permessi 104 per consentire ai lavoratori e alle lavoratrici, anche in virtù delle chiusure scolastiche, di conciliare al meglio le necessità private con l’impegno lavorativo. Infine, dev’essere esteso il pagamento degli assegni familiari anche per i lavoratori collocati in fondo integrazione salariale».

«Servono risposte immediate – concludono – da parte delle istituzioni a ciò che si sta trasformando in una vera e propria emergenza sociale».

 

 

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«Migliaia di lavoratori senza stipendio»

«Le lavoratrici ed i lavoratori impiegati nei settori con le attività ferme da settimane attendono il pagamento degli ammortizzatori sociali. Un’attesa snervante che sta mettendo in ginocchio migliaia di persone e famiglie. I pagamenti da parte dell’Inps, nonostante gli sforzi proferiti dai dipendenti dell’istituto, tardano ad arrivare. Nel caso della cassa in deroga vi è anche un colpevole ritardo da parte della regione Piemonte nell’invio delle pratiche all’Inps». La denuncia arriva dalla Filcams Cgil Novara Vco che oltre a lanciare l’allarme per questa situazione, e sollecitare gli interventi, accende i riflettori anche su altre problematiche, di altri lavoratori, egualmente in emergenza.

 

 

«Nella nostra provincia il settore del turismo ha un peso specifico rilevante, i lavoratori impiegati sono migliaia tra cui molti sono i lavoratori stagionali. Nel primo caso sono terminate le nove settimane previste dal Decreto “Cura Italia” per gli ammortizzatori sociali, è indispensabile una proroga immediata di tutti gli ammortizzatori in campo. Nel caso dei lavoratori stagionali, la Filcams ha denunciato l’insufficienza dell’una tantum di 600 euro; dev’essere previsto un ammortizzatore sociale a copertura della stagione persa che non consentirà le opportunità lavorative di una stagione normale, inoltre, nel caso di un eventuale riavvio del settore, le eventuali giornate lavorative non basteranno per riattivare la disoccupazione, per cui, a maggior ragione, per questi lavoratori serve un’azione mirata volta al mantenimento del reddito fino alla nuova stagione».

«Anche per le lavoratrici e i lavoratori delle mense – aggiungono – vale il ragionamento sulla necessità urgente di prorogare gli ammortizzatori sociali fino a quando non riprenderà l’attività, ricomprendendo anche, come chiediamo a livello nazionale da anni nel caso delle mense scolastiche, i mesi di sospensione scolastica che vedono questi lavoratori esclusi dalla possibilità di percepire la disoccupazione».

Ma c’è anche la nutrita schiera delle lavoratrici e dei lavoratori del settore domestico «che ad oggi sono esclusi da ogni forma di sostegno. E’ fondamentale che vi sia l’estensione degli ammortizzatori sociali; in alcuni casi le situazioni sono drammatiche perché alla perdita del lavoro si somma anche la perdita dell’alloggio».

«E’ necessario poi ripristinare il sostegno alle famiglie con la riconferma dei congedi straordinari, permessi 104 per consentire ai lavoratori e alle lavoratrici, anche in virtù delle chiusure scolastiche, di conciliare al meglio le necessità private con l’impegno lavorativo. Infine, dev’essere esteso il pagamento degli assegni familiari anche per i lavoratori collocati in fondo integrazione salariale».

«Servono risposte immediate – concludono – da parte delle istituzioni a ciò che si sta trasformando in una vera e propria emergenza sociale».

 

 

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