Monumenti dedicati alle donne, pochi in Italia. Un concorso di idee per Novara?

In occasione della ricorrenza dell'8 marzo, i risultati di uno studio condotto nel nostro Paese. Numerose le donne novaresi che meriterebbero una statua in uno spazio pubblico

Monumenti dedicati alle donne, pochi in Italia. Secondo uno studio, concluso a dicembre 2021, in Italia i monumenti dedicati alle donne sono solo 171. L’indagine (tramite un sondaggio che ha coinvolto 42 mila persone) tiene conto di statue, monumenti e busti intitolati a donne realmente esistite, a personaggi letterari o leggendari e a figure collettive, ed è stata condotta da miriconosci.it, un’associazione che raccoglie professionisti dei beni culturali.

Nella ricerca sono stati considerati i monumenti che si trovano in spazi pubblici come piazze, giardini e strade e il risultato è negativamente sorprendente. Le maggiori città italiane spiccano per le assenze: mettendo insieme Roma, Napoli, Milano, Torino (dove ne è presente uno solo e collettivo), Firenze, Bologna, Bari, Palermo, Cagliari e Venezia, si arriva a un totale di 18 di cui solo 10 sono veri e propri monumenti o statue intere. Dei 171 monumenti solo il 36% è collocato in una piazza, il restante si trova in posizioni più defilate.

L’associazione fa poi numerose considerazioni, tra cui alcune iconografiche: «Diverse statue presentano corpi nudi o fortemente sessualizzati. I casi più eclatanti sono la fontana dedicata alle giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli ad Acqua pendente (VT), la statua dedicata a Cecilia, presunta amante di Giorgione a Castelfranco Veneto(TV), la poetessa Nosside a Locri e la sacerdotessa Lisea di Taranto. Questa connotazione erotica va inevitabilmente a sminuire il soggetto ritratto, privandolo, insieme alle vesti, della sua storia e del suo pensiero».

E a Novara? L’indagine cita le due statue più note in città: la mondina (in foto) a bordo della fontana in piazza Garibaldi e la contadina nel parco dell’Allea. A queste vanno aggiunte la scultura dedicata a Dolores Bello all’interno del liceo delle Scienze Umane e il busto della Contessa Tornielli Bellini nel giardino dello stesso edificio.

Quante sono, però, le donne novaresi che meriterebbero di essere ricordate con un monumento? Il numero è considerevole e include anche nomi semi sconosciuti tra cui Olga Biglieri Scurto, pilota di volo e pittrice futurista; Adelina Guelfi e Adria Mira, dive del cinema muto; Gioconda Sartirana, moglie di Giacomo Fauser oppure Olga de Grésy, imprenditrice nata a Milano ma con l’attività a Galliate.

Non mancano, invece, la Marchesa Colombi, al secolo Maria Antonietta Torriani, moglie di Eugenio Torelli Vollier, fondatore del Corriere della Sera, prima giornalista donna del Corriere; la psichiatra Marcella Balconi, nota anche per avere ristrutturato il Parco dei bambini; Liliana Basta Battaglia, insegnante impegnata in politica, nel sociale e nelle istituzioni; l’imprenditrice Franca Capurro a cui è dedicato l’omonimo fondo; Lidia Ferrari Sandri, fondatrice di Aied Novara o Angela Ferutta, moglie di Carlo Franchini: la coppia ha donato i propri beni, tra cui la casa di proprietà, alla Fondazione Comunità Novarese che lì ha trasferito la propria sede insieme all’Università della terza età.

Donne a cui Novara ha dedicato una via sono Pina Ballario, insegnante e scrittrice; Benvenuta Treves, insegnante del Mossotti, nata a Torino e di origine ebrea, sopravvissuta al campo di concentramento; l’insegnante Rina Musso, nata Cronilde Del Ponte, e la giovane Alessia Mairati a cui è intitolata la rotonda di Sant’Agabio.

Perchè, allora, non lanciare un concorso di idee per realizzare la prima statua dedicata a una donna novarese da posizionare in uno spazio pubblico? «È un obiettivo che il Comune potrebbe fare proprio e mettere in campo nei prossimi mesi anche attraverso un sondaggio tra i cittadini – commenta l’assessora alle Pari opportunità, Giulia Negri -. Con il giusto contributo si potrebbe pensare di costruire l’opera nel parco dell’Allea, anche alla luce del progetto di restauro e valorizzazione del giardino storico».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Monumenti dedicati alle donne, pochi in Italia. Un concorso di idee per Novara?

In occasione della ricorrenza dell’8 marzo, i risultati di uno studio condotto nel nostro Paese. Numerose le donne novaresi che meriterebbero una statua in uno spazio pubblico

Monumenti dedicati alle donne, pochi in Italia. Secondo uno studio, concluso a dicembre 2021, in Italia i monumenti dedicati alle donne sono solo 171. L’indagine (tramite un sondaggio che ha coinvolto 42 mila persone) tiene conto di statue, monumenti e busti intitolati a donne realmente esistite, a personaggi letterari o leggendari e a figure collettive, ed è stata condotta da miriconosci.it, un’associazione che raccoglie professionisti dei beni culturali.

Nella ricerca sono stati considerati i monumenti che si trovano in spazi pubblici come piazze, giardini e strade e il risultato è negativamente sorprendente. Le maggiori città italiane spiccano per le assenze: mettendo insieme Roma, Napoli, Milano, Torino (dove ne è presente uno solo e collettivo), Firenze, Bologna, Bari, Palermo, Cagliari e Venezia, si arriva a un totale di 18 di cui solo 10 sono veri e propri monumenti o statue intere. Dei 171 monumenti solo il 36% è collocato in una piazza, il restante si trova in posizioni più defilate.

L’associazione fa poi numerose considerazioni, tra cui alcune iconografiche: «Diverse statue presentano corpi nudi o fortemente sessualizzati. I casi più eclatanti sono la fontana dedicata alle giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli ad Acqua pendente (VT), la statua dedicata a Cecilia, presunta amante di Giorgione a Castelfranco Veneto(TV), la poetessa Nosside a Locri e la sacerdotessa Lisea di Taranto. Questa connotazione erotica va inevitabilmente a sminuire il soggetto ritratto, privandolo, insieme alle vesti, della sua storia e del suo pensiero».

E a Novara? L’indagine cita le due statue più note in città: la mondina (in foto) a bordo della fontana in piazza Garibaldi e la contadina nel parco dell’Allea. A queste vanno aggiunte la scultura dedicata a Dolores Bello all’interno del liceo delle Scienze Umane e il busto della Contessa Tornielli Bellini nel giardino dello stesso edificio.

Quante sono, però, le donne novaresi che meriterebbero di essere ricordate con un monumento? Il numero è considerevole e include anche nomi semi sconosciuti tra cui Olga Biglieri Scurto, pilota di volo e pittrice futurista; Adelina Guelfi e Adria Mira, dive del cinema muto; Gioconda Sartirana, moglie di Giacomo Fauser oppure Olga de Grésy, imprenditrice nata a Milano ma con l’attività a Galliate.

Non mancano, invece, la Marchesa Colombi, al secolo Maria Antonietta Torriani, moglie di Eugenio Torelli Vollier, fondatore del Corriere della Sera, prima giornalista donna del Corriere; la psichiatra Marcella Balconi, nota anche per avere ristrutturato il Parco dei bambini; Liliana Basta Battaglia, insegnante impegnata in politica, nel sociale e nelle istituzioni; l’imprenditrice Franca Capurro a cui è dedicato l’omonimo fondo; Lidia Ferrari Sandri, fondatrice di Aied Novara o Angela Ferutta, moglie di Carlo Franchini: la coppia ha donato i propri beni, tra cui la casa di proprietà, alla Fondazione Comunità Novarese che lì ha trasferito la propria sede insieme all’Università della terza età.

Donne a cui Novara ha dedicato una via sono Pina Ballario, insegnante e scrittrice; Benvenuta Treves, insegnante del Mossotti, nata a Torino e di origine ebrea, sopravvissuta al campo di concentramento; l’insegnante Rina Musso, nata Cronilde Del Ponte, e la giovane Alessia Mairati a cui è intitolata la rotonda di Sant’Agabio.

Perchè, allora, non lanciare un concorso di idee per realizzare la prima statua dedicata a una donna novarese da posizionare in uno spazio pubblico? «È un obiettivo che il Comune potrebbe fare proprio e mettere in campo nei prossimi mesi anche attraverso un sondaggio tra i cittadini – commenta l’assessora alle Pari opportunità, Giulia Negri -. Con il giusto contributo si potrebbe pensare di costruire l’opera nel parco dell’Allea, anche alla luce del progetto di restauro e valorizzazione del giardino storico».

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