Nelle parole di monsignor Brambilla l’ultimo saluto a Ludovica

Questa mattina a Trecate i funerali della quindicenne morta una settimana fa in seguito alle ferite riportate una settimana fa nell'incidente al luna park nella vicina Galliate

Tutta Trecate si è stretta attorno a quella bara bianca, questa mattina – sabato 19 marzo – nella palestra dell’oratorio di San Giuseppe, per dare l’ultimo saluto a Ludovica Visciglia, la quindicenne morta tragicamente nell’incidente occorsole al luna park di Galliate una settimana fa.


Nei volti dei familiari, dalla mamma Franca al papà Carmine, dei parenti, degli amici e compagni di scuola, e poi in quelli di diverse persone comuni di questa cittadina alle porte del capoluogo, si potevano leggere tanti “perché?” senza risposta. Se lo è domandato, inizialmente, anche il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, arrivato appositamente («Ho sentito un bisogno del cuore») per celebrare la funzione religiosa. Ma nonostante tutto, nonostante quella che non ha mancato di definire una «morte incomprensibile», ha torvato le parole per portare un attimo di conforto davanti all’ennesima prova «della fragilità della vita. Ma per versare sul nostro cuore un po’ di balsamo di consolazione – ha proseguito – mi sono fatto tre domande: cosa direbbe in questo momento Ludovica ai suoi genitori, ai suoi amici, compagni di classe e agli adulti, infine di se stessa». E ancora, prendendo spunto dal Vangelo di Matteo, «la vita ci riserva giorni sereni e altri burrascosi, dove temiamo di vedere dei fantasmi, ma non dobbiasmo avere paura. La vita è fragile, questa la seconda risposta, vulnerabile, deve essere custodita, amata e condivisa». E ancora: «Ludovica era una brava studentessa, aveva scelto di frequentare il Liceo Classico e poi diventare un avvocato penalista. Mi piace pensare che ci dica che in Paradiso abbia trovato corsi più impegnativi ma con la promessa che li voglia frequentare tutti».


Un ricordo importante è arrivato dalle letture dei messaggi dei suoi compagni di scuola. Ne è uscito un significativo ritratto di una ragazza altuista, generosa, solare, decisamente matura e decisa per la sua età e già determinata sapere cosa fare per essere di aiuto a chi le stava vicino.

Le note di una canzone di Tiziano Ferro, uno dei preferiti di Ludovica, hanno poi accompagnato l’uscita del feretro, salutati da una lungo applauso e dal lancio di tanti palloncini.

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Nelle parole di monsignor Brambilla l’ultimo saluto a Ludovica

Questa mattina a Trecate i funerali della quindicenne morta una settimana fa in seguito alle ferite riportate una settimana fa nell’incidente al luna park nella vicina Galliate

Tutta Trecate si è stretta attorno a quella bara bianca, questa mattina – sabato 19 marzo – nella palestra dell’oratorio di San Giuseppe, per dare l’ultimo saluto a Ludovica Visciglia, la quindicenne morta tragicamente nell’incidente occorsole al luna park di Galliate una settimana fa.


Nei volti dei familiari, dalla mamma Franca al papà Carmine, dei parenti, degli amici e compagni di scuola, e poi in quelli di diverse persone comuni di questa cittadina alle porte del capoluogo, si potevano leggere tanti “perché?” senza risposta. Se lo è domandato, inizialmente, anche il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, arrivato appositamente («Ho sentito un bisogno del cuore») per celebrare la funzione religiosa. Ma nonostante tutto, nonostante quella che non ha mancato di definire una «morte incomprensibile», ha torvato le parole per portare un attimo di conforto davanti all’ennesima prova «della fragilità della vita. Ma per versare sul nostro cuore un po’ di balsamo di consolazione – ha proseguito – mi sono fatto tre domande: cosa direbbe in questo momento Ludovica ai suoi genitori, ai suoi amici, compagni di classe e agli adulti, infine di se stessa». E ancora, prendendo spunto dal Vangelo di Matteo, «la vita ci riserva giorni sereni e altri burrascosi, dove temiamo di vedere dei fantasmi, ma non dobbiasmo avere paura. La vita è fragile, questa la seconda risposta, vulnerabile, deve essere custodita, amata e condivisa». E ancora: «Ludovica era una brava studentessa, aveva scelto di frequentare il Liceo Classico e poi diventare un avvocato penalista. Mi piace pensare che ci dica che in Paradiso abbia trovato corsi più impegnativi ma con la promessa che li voglia frequentare tutti».


Un ricordo importante è arrivato dalle letture dei messaggi dei suoi compagni di scuola. Ne è uscito un significativo ritratto di una ragazza altuista, generosa, solare, decisamente matura e decisa per la sua età e già determinata sapere cosa fare per essere di aiuto a chi le stava vicino.

Le note di una canzone di Tiziano Ferro, uno dei preferiti di Ludovica, hanno poi accompagnato l’uscita del feretro, salutati da una lungo applauso e dal lancio di tanti palloncini.

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