«Noi promotori della movida in sicurezza con queste regole non possiamo riaprire»

«Voglia di riaprire? Sinceramente? No. Ho sempre lavorato in regola e da sempre combatto l’abusivismo e mi vengono consegnate regole che non posso rispettare. Non so quanti di noi si prenderanno la responsabilità di riaprire con regole simili, la gestione è davvero difficile».

E’ Maurizio Lo Vecchio a parlare, il presidente Silb locali da ballo Novara Cusio Ossola e gestore di Celebrità e Ryan’s. Lo Vecchio è stato anche fra i protagonisti a Roma del flash mob silenzioso e domani, giovedì 18 giugno, incontrerà con altri rappresentati il presidente della regione Alberto Cirio. Discoteche quando si riapre? Per ora solo all’aperto e con regole ben precise. «La situazione ancora non è chiara, – dice Lo Vecchio – il Dcpm affida autonomia alle singole regioni e quindi non sappiamo niente. In Italia ci sono 2.500 locali, più di 90mila addetti, le nostre aziende rappresentano l’11% del pil nazionale. Io personalmente ho due aziende e da quattro mesi non ho flusso di persone».

 

 

I gestori dei locali puntano il dito ai protocolli: «Sono stati stilati da chi non è mai stato in discoteca, sono regole che non incoraggiano all’apertura, se poi sono state fatte apposta con questo scopo allora dobbiamo prenderne atto, – prosegue Lo Vecchio – posso capire la dimensione del locale e pensare alla capienza ridotta, ma pensare a dover dividere la pista da ballo è impossibile, come si fa a controllare una cosa simile? E non aprendo i ragazzi si dedicheranno a un’altra movida, quando ci sono realtà come le nostre che offrono un divertimento in totale sicurezza ma non possiamo farlo in questo momento. Noi siamo sempre stati gli ammortizzatori di tutto ciò che succede di notte, capisco la pubblica sicurezza, ma è bene anche stilare regole che possano essere rispettate».

Lo Vecchio ha chiuso immediatamente i suoi locali il 23 febbraio: «Sarò forse anche l’ultimo a riaprire, – dice – ho circa 100 dipendenti sui due locali, a oggi loro la cassa integrazione è arrivata a macchia di leopardo e io ho potuto pagare i primi mesi. Le aziende senza liquidità non vanno avanti. Questa situazione, ora tragica, lo sarà ancora di più a settembre. I punti sono due: la pandemia esiste o non esiste, sabato sera sono stato in centro e ho percepito nei ragazzi la voglia di divertirsi, ma per ora nessuno lo può offrire loro in modo sicuro. Sono preoccupato, i miei due locali sono assolutamente in sicurezza e lavoro con tutte le forze dell’ordine, avrei dovuto a fine maggio portare avanti un lavoro coi vigili del fuoco ma è tutto bloccato».

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«Noi promotori della movida in sicurezza con queste regole non possiamo riaprire»

«Voglia di riaprire? Sinceramente? No. Ho sempre lavorato in regola e da sempre combatto l’abusivismo e mi vengono consegnate regole che non posso rispettare. Non so quanti di noi si prenderanno la responsabilità di riaprire con regole simili, la gestione è davvero difficile».

E’ Maurizio Lo Vecchio a parlare, il presidente Silb locali da ballo Novara Cusio Ossola e gestore di Celebrità e Ryan’s. Lo Vecchio è stato anche fra i protagonisti a Roma del flash mob silenzioso e domani, giovedì 18 giugno, incontrerà con altri rappresentati il presidente della regione Alberto Cirio. Discoteche quando si riapre? Per ora solo all’aperto e con regole ben precise. «La situazione ancora non è chiara, – dice Lo Vecchio – il Dcpm affida autonomia alle singole regioni e quindi non sappiamo niente. In Italia ci sono 2.500 locali, più di 90mila addetti, le nostre aziende rappresentano l’11% del pil nazionale. Io personalmente ho due aziende e da quattro mesi non ho flusso di persone».

 

 

I gestori dei locali puntano il dito ai protocolli: «Sono stati stilati da chi non è mai stato in discoteca, sono regole che non incoraggiano all’apertura, se poi sono state fatte apposta con questo scopo allora dobbiamo prenderne atto, – prosegue Lo Vecchio – posso capire la dimensione del locale e pensare alla capienza ridotta, ma pensare a dover dividere la pista da ballo è impossibile, come si fa a controllare una cosa simile? E non aprendo i ragazzi si dedicheranno a un’altra movida, quando ci sono realtà come le nostre che offrono un divertimento in totale sicurezza ma non possiamo farlo in questo momento. Noi siamo sempre stati gli ammortizzatori di tutto ciò che succede di notte, capisco la pubblica sicurezza, ma è bene anche stilare regole che possano essere rispettate».

Lo Vecchio ha chiuso immediatamente i suoi locali il 23 febbraio: «Sarò forse anche l’ultimo a riaprire, – dice – ho circa 100 dipendenti sui due locali, a oggi loro la cassa integrazione è arrivata a macchia di leopardo e io ho potuto pagare i primi mesi. Le aziende senza liquidità non vanno avanti. Questa situazione, ora tragica, lo sarà ancora di più a settembre. I punti sono due: la pandemia esiste o non esiste, sabato sera sono stato in centro e ho percepito nei ragazzi la voglia di divertirsi, ma per ora nessuno lo può offrire loro in modo sicuro. Sono preoccupato, i miei due locali sono assolutamente in sicurezza e lavoro con tutte le forze dell’ordine, avrei dovuto a fine maggio portare avanti un lavoro coi vigili del fuoco ma è tutto bloccato».

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