Un convegno per fare memoria della figura di Dino Sanlorenzo a quasi un anno dalla scomparsa. Si tiene al Castello di Novara questo martedì 23 novembre (inizio ore 15) con l’intento di ricostruire storicamente la vicenda politica del secondo presidente del Consiglio Regionale piemontese, esponente del Pci, particolarmente noto per il suo impegno politico nei difficili anni del terrorismo.
Il convegno, dal titolo “Dino Sanlorenzo e la nascita del Comitato Resistenza e Costituzione”, è organizzato in collaborazione tra l’Istituto Storico della Resistenza Novara-Vco (Isrn) “Piero Fornara” e l’associazione “La Porta di Vetro” di Torino, ha il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale e gode del patrocinio del Comune e della Provincia di Novara.
Interverranno il sindaco di Novara Alessandro Canelli, il presidente dell’Isrn, Paolo Cattaneo, il presidente dell’Associazione La Porta di Vetro, Michele Ruggiero; quindi Gianpiero Avondo, già consigliere regionale, Valerio Cattaneo, già presidente del Consiglio Regionale, l’on. Ferruccio Danini, parlamentare novarese nella IX Legislatura, Elena Mastretta, direttore scientifico dell’Isrn. Coordinerà Gianfranco Quaglia.
Torinese classe 1930, Dino Sanlorenzo è stato negli anni ’60, segretario della Federazione Comunista di Novara, nella difficile stagione dell’isolamento del Partito causato dalla rottura dell’alleanza a sinistra coi Socialisti. Nel 1970 è stato tra i fondatori della Regione Piemonte, ricoprendo la carica di presidente del Consiglio regionale dal 1975 al 1980 e quella di vicepresidente fino al 1983. Successivamente è stato parlamentare della IX legislatura (1983-1987).
La figura di Dino Sanlorenzo è legata alla storia del Piemonte degli anni ’70 e ’80, e all’impegno delle Istituzioni politiche e sociali regionali nel contrasto all’eversione di estrema sinistra. Strenuo oppositore della lotta armata, Sanlorenzo fu fermamente convinto che la sconfitta del terrorismo non passava esclusivamente attraverso l’opera della magistratura e delle forze dell’ordine, ma dipendeva anche dalla mobilitazione e dal coinvolgimento dei cittadini nel rifiutare l’evoluzione antidemocratica rappresentata dalle varie sigle della galassia terroristica.
Nel 1979 per la sua posizione intransigente, Sanlorenzo finì nel mirino delle organizzazioni sovversive. I terroristi di Prima linea organizzarono un attentato nei suoi confronti, che fortunatamente fallì. L’idea di distribuire alle famiglie torinesi 60 mila questionari affinché indicassero, in maniera anonima, conoscenti vicini al mondo dell’eversione armata fu la sua condanna a morte.
Gli interventi dei relatori coprono tutta la vicenda politica di Dino Sanlorenzo: dal ruolo di dirigente di partito nella lunga stagione degli anni ’60, a quello di membro di primo piano all’interno delle Istituzioni regionali. Spazio verrà concesso anche al ruolo culturale e sociale del Comitato Resistenza e Costituzione.
L’accesso è libero con l’esibizione del green pass.