Pandemia: la Regione Piemonte crede nei progetti UPI su long-covid e vigilanza genomica

I progetti Tecnomed-HUB e Surveil ricevono 1,7 milioni di Euro del Bando INFRA-P2.

Dall’inizio della pandemia, la ricerca applicata alla prevenzione e al contrasto degli effetti della Covid-19 portata avanti nei laboratori UPO non conosce sosta. Il collettore di riferimento per la ricerca sulla pandemia in ambito sanitario è il CAAD, il Centro di ricerca traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche dell’Università del Piemonte Orientale, che nei giorni scorsi ha ottenuto ulteriori finanziamenti per valutare gli effetti di lungo periodo della Covid-19 e per studiare metodi di prevenzione di future epidemie e pandemie.

Il CAAD ha ottenuto un finanziamento prossimo agli 1,7 milioni di Euro nell’ambito del bando competitivo della Regione Piemonte “INFRA-P2”, rivolto al “Potenziamento di laboratori di prova e infrastrutture di ricerca già esistenti nella disponibilità di organismi di ricerca pubblici e progetti di ricerca e sviluppo finalizzati al contrasto della pandemia Covid-19”. Nello specifico sono stati premiati due progetti coordinati dalle professoresse del Dipartimento di Scienze della salute Annalisa Chiocchetti (progetto TECNOMED-HUB) e Sandra D’Alfonso (progetto SURVEIL).

Recenti stime della WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità), indicano che oltre cento milioni di persone presentano attualmente conseguenze a lungo termine del COVID-19, condizione definita long-COVID. Nel breve periodo è plausibile prevedere che i sistemi sanitari dovranno fare fronte a un’ondata di pazienti long-COVID via via crescente. Secondo le coordinatrici dei progetti UPO oggi «è prioritario avere a disposizione strategie che ci consentano di fronteggiare tale emergenza».

Il progetto TECNOMED-HUB (TECNiche multi-OMiche nelle scienze mEDicHe: intelligenza artificiale a supporto della salUte puBblica) nasce per realizzare, sul territorio piemontese, una piattaforma tecnologica a supporto della ricerca medica 4.0 nella gestione dei pazienti long-COVID. «Il modello di riferimento ricalca quello di un adattatore multiplo per le comuni chiavette USB» commenta Annalisa Chiocchetti (professore ordinario di Patologia generale al Dipartimento di Scienze della salute), «che consente di collegare simultaneamente più dispositivi uguali o diversi fra loro, i quali sono così in grado di dialogare fra di loro e scambiarsi informazioni.» Da qui il progetto di creare una piattaforma tecnologica all’avanguardia che integra piattaforme multi-omiche per l’analisi profonda di materiale biologico, con algoritmi di autoapprendimento, data mining e big data analytics. «Questi strumenti di intelligenza artificiale (IA) – continua Chiocchetti – riceveranno in ingresso dati strutturati e non, ottenuti dalle piattaforme di genomica, proteomica e immunomica e saranno in grado di integrarli a dati clinici, per fornire ai ricercatori risultati ben organizzati e facilmente utilizzabili. Il risultato finale, produrrà una Knowledge Map (mappa delle conoscenze) che può, per esempio, aiutare a trovare i collegamenti fra le proprietà genetiche e biologiche di una malattia».

Il Centro di ricerca traslazionale per le malattie autoimmuni e allergiche (CAAD) di Novara possiede sia le strumentazioni sia i professionisti utili a candidarsi a centro di servizi (HUB) multi-omico di futura generazione; secondo le ricercatrici UPO esso costituisce lo scenario adatto a sostenere la componente innovativa della ricerca del Piemonte Orientale, colmando il gap tecnologico-applicativo in un’area di interesse sia per il sistema socio-sanitario sia per le imprese del territorio.

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Pandemia: la Regione Piemonte crede nei progetti UPI su long-covid e vigilanza genomica

I progetti Tecnomed-HUB e Surveil ricevono 1,7 milioni di Euro del Bando INFRA-P2.

Dall’inizio della pandemia, la ricerca applicata alla prevenzione e al contrasto degli effetti della Covid-19 portata avanti nei laboratori UPO non conosce sosta. Il collettore di riferimento per la ricerca sulla pandemia in ambito sanitario è il CAAD, il Centro di ricerca traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche dell’Università del Piemonte Orientale, che nei giorni scorsi ha ottenuto ulteriori finanziamenti per valutare gli effetti di lungo periodo della Covid-19 e per studiare metodi di prevenzione di future epidemie e pandemie.

Il CAAD ha ottenuto un finanziamento prossimo agli 1,7 milioni di Euro nell’ambito del bando competitivo della Regione Piemonte “INFRA-P2”, rivolto al “Potenziamento di laboratori di prova e infrastrutture di ricerca già esistenti nella disponibilità di organismi di ricerca pubblici e progetti di ricerca e sviluppo finalizzati al contrasto della pandemia Covid-19”. Nello specifico sono stati premiati due progetti coordinati dalle professoresse del Dipartimento di Scienze della salute Annalisa Chiocchetti (progetto TECNOMED-HUB) e Sandra D’Alfonso (progetto SURVEIL).

Recenti stime della WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità), indicano che oltre cento milioni di persone presentano attualmente conseguenze a lungo termine del COVID-19, condizione definita long-COVID. Nel breve periodo è plausibile prevedere che i sistemi sanitari dovranno fare fronte a un’ondata di pazienti long-COVID via via crescente. Secondo le coordinatrici dei progetti UPO oggi «è prioritario avere a disposizione strategie che ci consentano di fronteggiare tale emergenza».

Il progetto TECNOMED-HUB (TECNiche multi-OMiche nelle scienze mEDicHe: intelligenza artificiale a supporto della salUte puBblica) nasce per realizzare, sul territorio piemontese, una piattaforma tecnologica a supporto della ricerca medica 4.0 nella gestione dei pazienti long-COVID. «Il modello di riferimento ricalca quello di un adattatore multiplo per le comuni chiavette USB» commenta Annalisa Chiocchetti (professore ordinario di Patologia generale al Dipartimento di Scienze della salute), «che consente di collegare simultaneamente più dispositivi uguali o diversi fra loro, i quali sono così in grado di dialogare fra di loro e scambiarsi informazioni.» Da qui il progetto di creare una piattaforma tecnologica all’avanguardia che integra piattaforme multi-omiche per l’analisi profonda di materiale biologico, con algoritmi di autoapprendimento, data mining e big data analytics. «Questi strumenti di intelligenza artificiale (IA) – continua Chiocchetti – riceveranno in ingresso dati strutturati e non, ottenuti dalle piattaforme di genomica, proteomica e immunomica e saranno in grado di integrarli a dati clinici, per fornire ai ricercatori risultati ben organizzati e facilmente utilizzabili. Il risultato finale, produrrà una Knowledge Map (mappa delle conoscenze) che può, per esempio, aiutare a trovare i collegamenti fra le proprietà genetiche e biologiche di una malattia».

Il Centro di ricerca traslazionale per le malattie autoimmuni e allergiche (CAAD) di Novara possiede sia le strumentazioni sia i professionisti utili a candidarsi a centro di servizi (HUB) multi-omico di futura generazione; secondo le ricercatrici UPO esso costituisce lo scenario adatto a sostenere la componente innovativa della ricerca del Piemonte Orientale, colmando il gap tecnologico-applicativo in un’area di interesse sia per il sistema socio-sanitario sia per le imprese del territorio.

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