La Voce dell’estate – Pazzi per le Olimpiadi

Siamo tutti pazzi per l’estate, quel periodo dell’anno in cui le giornate sono più lunghe e possiamo fare tante cose. Siamo tutti pazzi in estate, quel momento dell’anno in cui a farci compagnia è l’aria condizionata: l’unico rimedio contro le folate di caldo. Ma saremo anche tutti pazzi perché, con giornate così lunghe e l’afa che toglie il respiro, non si riesce ad occupare il proprio tempo.

Si dice spesso anno bisesto, anno funesto: una diceria dell’epoca romana che nel 2020 è stata completamente profetica. Molti degli eventi più importanti della scorsa estate hanno fatto capolinea in questi stressanti mesi. Tutti gli appassionati di sport sono impazziti per l’Italia campione d’Europa sotto il cielo di Wembley. Una notte che ha fatto ritornare la bandiera dell’Unione Europea a sventolare sul territorio inglese, appena uscito con la Brexit. Tutti gli appassionati di sport da questo fine settimana potranno tornare ad impazzire dopo due settimane condite da altri grandi eventi come il Tour de France e la Formula 1.

Siamo tutti pazzi per le Olimpiadi

Le Olimpiadi nascono nell’antica Grecia nel 779 d.c, precisamente nella città di Olimpia, per celebrare il padre degli Dei: Zeus. Inizialmente il popolo greco dedicò alle varie divinità dei giochi loro propri: le competizioni dedicate a Zeus erano quelle podistiche, dove si univa la velocità alla forza e resistenza degli uomini. Tre attributi che incarnavano la potenza di tuono elogiata al barbuto Zeus. I giochi olimpici erano vietati agli schiavi, agli stranieri, alle persone disonorate e alle donne, che avevano loro dedicati i giochi erei.

Aboliti dall’imperatore romano Teodosio nel 393 d.C., dopo una sopravvivenza millenaria, vennero riportati in vita dal sociologo Pierre De Coubertin nel 1896 con la prima edizione moderna di Atene. In questa occasione parteciparono 250 atleti provenienti da 13 paesi aderenti al Comitato Internazionale Olimpico. Ma perché creare questo evento?

Il concetto di gioco

L’Europa, considerata il centro del mondo almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale, vanta nel corso della sua storia numerose guerre sanguinose. Il sentimento di appartenenza ad un regno, stato o nazione portava i popoli a professarsi guerra senza tregua. Come gli animali lottano tra di loro per imporre il capobranco, così gli stati si fronteggiano per definire il padrone del mondo. Come la storia insegna, nessuno è stato in grado di essere vero e unico padrone della scena internazionale. Anzi, proprio il diritto internazionale permetteva una regolamentazione tra gentiluomini tra i paesi nemici: la guerra veniva concepita come un fattore educativo e nobiliare per manifestare la propria superiorità. La reputazione di uno stato acquistava la forma di un gioco edificante di onore e coraggio.

Con queste ultime parole, tratte dal filosofo olandese Johan Huizinga, si osserva come la guerra fosse un gioco. Il gioco viene definito come un atteggiamento inutile e disinteressato che libera ogni persona dalla sua quotidianità e la rende appunto libera. Il gioco rende chi si cimenta in esso competitivo, alla ricerca dell’affermazione di se stesso. Per questo motivo la guerra è un gioco, che da inutile si fa serio e anche pericoloso. Cosa fare, dunque, per sublimare l’aggressività e dedicarsi ad un gioco più sicuro?

Dal gioco allo sport

Secondo il già citato Huizinga, lo sport ha dato al gioco la possibilità di diventare un fattore culturale e serio. Se lo sport e il gioco hanno in comune il loro mettere alla prova il singolo giocatore, prima con se stesso, poi con gli altri, tra i due ambiti c’è una differenza: il gioco è informale, lo sport si compone di organizzazioni e comitati che controllano che tutti quanti rispettino le regole di quel determinato gioco.

Le Olimpiadi nascono proprio per mostrare l’importanza dell’ordine e delle regole: popoli differenti tra loro che scelgono di sfidarsi l’uno contro l’altro in una competizione con un suo preciso regolamento. Chi sgarra è fuori, chi vince dimostra la sua integrità, fisica e di spirito. Le Olimpiadi rappresentano quello che era il Diritto Internazionale in guerra: il rispetto del nemico, dell’altro. Si compete per mostrare la propria superiorità, ma con reciproca riverenza.

Venerdì 23 Luglio alle 13 ore italiane si celebrerà la 32esima Olimpiade nella città di Tokyo. Fino a Domenica 8 Agosto 207 nazioni si daranno reciproca battaglia sui diversi campi da gioco. Per l’Italia l’offerta televisiva sarà disponibile su Discovery+ in forma integrale e sulla RAI con una selezione delle migliori competizioni. E quali sono quelle assolutamente da non perdere?

Siamo tutti pazzi per l’arrampicata

Fa il suo esordio quest’anno l’arrampicata sportiva. Dal 3 al 6 Agosto 20 atlete e 20 atleti competeranno per un totale di sei medaglie nella prima storica apparizione di questo sport. L’Italia è tra le favorite nella competizione femminile con la presenza di Laura Rogora, arrampicatrice classe 2001. Questa competizione prevede 3 discipline complessive da affrontare che andranno a stilare una classifica generale. Gli atleti e le atlete dovranno cimentarsi ne:

lo speed: gara di velocità tra coppie di atleti. Vince chi scala più velocemente una parete alta 15 metri.

il bouldering: consiste nello scalare pareti di 4 metri e mezzo, senza protezioni, seguendo un determinato percorso che porta chi si arrampica a realizzare difficili movimenti.

la lead: scalare il più possibile una parete di 15 metri in 6 minuti.

Queste tre discipline si differenziano per le diverse capacità che serve mettere in campo: velocità ed esplosività nello speed, coordinazione e forza nel bouldering, resistenza e lucidità mentale nella lead. I primi campioni olimpici di arrampicata sportiva dovranno quindi dimostrare una caratteristica principale: la completezza.

Perché seguirla quindi? Perché è una delle novità dell’Olimpiade di Tokyo che mette gli atleti alla prova in discipline diverse e per tutti i generi di appassionati sportivi. Uno sport comodo da seguire e da imparare a provare nelle nostre città.

Siamo tutti pazzi per il Softball

Dopo due edizioni di assenza, dal 21 al 27 Luglio ritorna il Softball. Discendente del Baseball, questo sport di squadra è molto diffuso in Europa. Le differenze con il Baseball sono notevoli: gli inning di gioco sono 7, la palla è più grande, pesa circa un terzo in più ma il campo è lungo un terzo in meno, 66 metri.

Lo scopo è sempre quello di rubare più basi alla squadra avversaria. In un meccanismo guerresco abbastanza complicato, che alterna la lentezza della preparazione al lancio alla frenesia della battuta e della rincorsa alle basi, l’Italia si presenta a questa Olimpiadi come squadra campione d’Europa nella disciplina femminile.

Perché seguirlo quindi? Per capire qual è il motivo del successo nazionale di questo sport, mai raccontato dalle televisioni italiane. Se le atlete azzurre sono un’eccellenza di questa disciplina vuol dire che esiste un movimento radicato sul territorio italiano pronto per essere conosciuto dal grande pubblico. Un’occasione da non perdere.

Siamo tutti pazzi per il ciclismo su pista

Ultimo consiglio, ma non per importanza, il ciclismo su pista. Disciplina che si svolge in velodromo, caratterizzato da due rettilinei e due curve in pendenza che sfruttano la forza centrifuga, sarà uno dei terreni prediletti dagli italiani.

Nella disciplina dell’inseguimento a squadre l’Italia capitanata da Filippo Ganna è tra le favorite per la medaglia d’oro. Questa disciplina è caratterizzata dal fatto che ogni corridore o squadra parte rispetto all’avversario dall’altra parte della pista e vince chi raggiunge l’altro o percorre in minor tempo la distanza prefissata di 4 km. Buone speranze di medaglia anche nella competizione femminile con le alfiere Letizia Paternoster, Vittoria Guazzini, Elisa Balsamo, Rachele Barbieri.

L’Italia si presenterà con l’obiettivo medaglia anche nella Madison, conosciuta anche come Americana: è una gara a punti a coppie. Durante la gara si disputano alcune volate di gruppo che assegnano punti ai primi cinque. Se un ciclista riesce a doppiare tutti gli altri guadagna venti punti e ne toglie 20 agli avversari. Le coppie Simone Consonni-Elia Viviani (portabandiera della spedizione azzurra) e Letizia Paternoster-Vittoria Guazzini ambiscono ad una medaglia d’oro.

L’ultima disciplina della pista che può regalare emozioni è l’Omnium dove Elia Viviani ottenne l’oro nel 2016. Questa disciplina consiste nello svolgimento di 4 stipulazioni del ciclismo su pista. Vince chi ottiene più punti alla fine dell’ultima prova. Sarà difficile per Elia Viviani ripetersi contro il campione del mondo e prodigio francese Benjamin Thomas ma anche qui l’obiettivo medaglia è possibile.

Perché seguire la pista quindi? Perché è una delle discipline del ciclismo più divertenti, che punta tutto sulla velocità e l’imprevedibilità della corsa. Inoltre è uno dei modi di fare ciclismo che insegna al meglio a guidare una bicicletta. Consigliabile a tutti coloro che vogliono cimentarsi ad una guida più veloce e solida del proprio mezzo a due ruote.

Siamo tutti pronti per le Olimpiadi

La notizia della settimana è che la pallavolista italiana Paola Egonu sarà una delle portabandiera olimpica. Assieme ad atleti di altri paesi sfilerà con il vessillo delle Olimpiadi, rappresentando l’unione di intenti tra tutti i popoli che parteciperanno alla competizione sportiva per eccellenza.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti certamente: le Olimpiadi di Tokyo stanno per aprirsi per la prima volta senza pubblico a causa della Pandemia COVID-19; tuttavia le televisioni dell’intero pianeta sono pronte ad accendersi. Tutte sintonizzate ad orari diversi: saremo tutti pazzi a connetterci di notte con l’unico obiettivo di divertirci. Lo sport, come nessun’altra cosa al mondo, sa davvero unire un popolo sotto i colori della propria bandiera. Lo sport dà meraviglia, stupore e dà senso al sentirsi parte della società. Sempre nel rispetto degli altri, sempre nella libertà di mostrare ciò che si è davvero.

Buona Olimpiade a tutti,

Davide Farinetti per Radio 6023

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La Voce dell’estate – Pazzi per le Olimpiadi

Siamo tutti pazzi per l’estate, quel periodo dell’anno in cui le giornate sono più lunghe e possiamo fare tante cose. Siamo tutti pazzi in estate, quel momento dell’anno in cui a farci compagnia è l’aria condizionata: l’unico rimedio contro le folate di caldo. Ma saremo anche tutti pazzi perché, con giornate così lunghe e l’afa che toglie il respiro, non si riesce ad occupare il proprio tempo.

Si dice spesso anno bisesto, anno funesto: una diceria dell’epoca romana che nel 2020 è stata completamente profetica. Molti degli eventi più importanti della scorsa estate hanno fatto capolinea in questi stressanti mesi. Tutti gli appassionati di sport sono impazziti per l’Italia campione d’Europa sotto il cielo di Wembley. Una notte che ha fatto ritornare la bandiera dell’Unione Europea a sventolare sul territorio inglese, appena uscito con la Brexit. Tutti gli appassionati di sport da questo fine settimana potranno tornare ad impazzire dopo due settimane condite da altri grandi eventi come il Tour de France e la Formula 1.

Siamo tutti pazzi per le Olimpiadi

Le Olimpiadi nascono nell’antica Grecia nel 779 d.c, precisamente nella città di Olimpia, per celebrare il padre degli Dei: Zeus. Inizialmente il popolo greco dedicò alle varie divinità dei giochi loro propri: le competizioni dedicate a Zeus erano quelle podistiche, dove si univa la velocità alla forza e resistenza degli uomini. Tre attributi che incarnavano la potenza di tuono elogiata al barbuto Zeus. I giochi olimpici erano vietati agli schiavi, agli stranieri, alle persone disonorate e alle donne, che avevano loro dedicati i giochi erei.

Aboliti dall’imperatore romano Teodosio nel 393 d.C., dopo una sopravvivenza millenaria, vennero riportati in vita dal sociologo Pierre De Coubertin nel 1896 con la prima edizione moderna di Atene. In questa occasione parteciparono 250 atleti provenienti da 13 paesi aderenti al Comitato Internazionale Olimpico. Ma perché creare questo evento?

Il concetto di gioco

L’Europa, considerata il centro del mondo almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale, vanta nel corso della sua storia numerose guerre sanguinose. Il sentimento di appartenenza ad un regno, stato o nazione portava i popoli a professarsi guerra senza tregua. Come gli animali lottano tra di loro per imporre il capobranco, così gli stati si fronteggiano per definire il padrone del mondo. Come la storia insegna, nessuno è stato in grado di essere vero e unico padrone della scena internazionale. Anzi, proprio il diritto internazionale permetteva una regolamentazione tra gentiluomini tra i paesi nemici: la guerra veniva concepita come un fattore educativo e nobiliare per manifestare la propria superiorità. La reputazione di uno stato acquistava la forma di un gioco edificante di onore e coraggio.

Con queste ultime parole, tratte dal filosofo olandese Johan Huizinga, si osserva come la guerra fosse un gioco. Il gioco viene definito come un atteggiamento inutile e disinteressato che libera ogni persona dalla sua quotidianità e la rende appunto libera. Il gioco rende chi si cimenta in esso competitivo, alla ricerca dell’affermazione di se stesso. Per questo motivo la guerra è un gioco, che da inutile si fa serio e anche pericoloso. Cosa fare, dunque, per sublimare l’aggressività e dedicarsi ad un gioco più sicuro?

Dal gioco allo sport

Secondo il già citato Huizinga, lo sport ha dato al gioco la possibilità di diventare un fattore culturale e serio. Se lo sport e il gioco hanno in comune il loro mettere alla prova il singolo giocatore, prima con se stesso, poi con gli altri, tra i due ambiti c’è una differenza: il gioco è informale, lo sport si compone di organizzazioni e comitati che controllano che tutti quanti rispettino le regole di quel determinato gioco.

Le Olimpiadi nascono proprio per mostrare l’importanza dell’ordine e delle regole: popoli differenti tra loro che scelgono di sfidarsi l’uno contro l’altro in una competizione con un suo preciso regolamento. Chi sgarra è fuori, chi vince dimostra la sua integrità, fisica e di spirito. Le Olimpiadi rappresentano quello che era il Diritto Internazionale in guerra: il rispetto del nemico, dell’altro. Si compete per mostrare la propria superiorità, ma con reciproca riverenza.

Venerdì 23 Luglio alle 13 ore italiane si celebrerà la 32esima Olimpiade nella città di Tokyo. Fino a Domenica 8 Agosto 207 nazioni si daranno reciproca battaglia sui diversi campi da gioco. Per l’Italia l’offerta televisiva sarà disponibile su Discovery+ in forma integrale e sulla RAI con una selezione delle migliori competizioni. E quali sono quelle assolutamente da non perdere?

Siamo tutti pazzi per l’arrampicata

Fa il suo esordio quest’anno l’arrampicata sportiva. Dal 3 al 6 Agosto 20 atlete e 20 atleti competeranno per un totale di sei medaglie nella prima storica apparizione di questo sport. L’Italia è tra le favorite nella competizione femminile con la presenza di Laura Rogora, arrampicatrice classe 2001. Questa competizione prevede 3 discipline complessive da affrontare che andranno a stilare una classifica generale. Gli atleti e le atlete dovranno cimentarsi ne:

lo speed: gara di velocità tra coppie di atleti. Vince chi scala più velocemente una parete alta 15 metri.

il bouldering: consiste nello scalare pareti di 4 metri e mezzo, senza protezioni, seguendo un determinato percorso che porta chi si arrampica a realizzare difficili movimenti.

la lead: scalare il più possibile una parete di 15 metri in 6 minuti.

Queste tre discipline si differenziano per le diverse capacità che serve mettere in campo: velocità ed esplosività nello speed, coordinazione e forza nel bouldering, resistenza e lucidità mentale nella lead. I primi campioni olimpici di arrampicata sportiva dovranno quindi dimostrare una caratteristica principale: la completezza.

Perché seguirla quindi? Perché è una delle novità dell’Olimpiade di Tokyo che mette gli atleti alla prova in discipline diverse e per tutti i generi di appassionati sportivi. Uno sport comodo da seguire e da imparare a provare nelle nostre città.

Siamo tutti pazzi per il Softball

Dopo due edizioni di assenza, dal 21 al 27 Luglio ritorna il Softball. Discendente del Baseball, questo sport di squadra è molto diffuso in Europa. Le differenze con il Baseball sono notevoli: gli inning di gioco sono 7, la palla è più grande, pesa circa un terzo in più ma il campo è lungo un terzo in meno, 66 metri.

Lo scopo è sempre quello di rubare più basi alla squadra avversaria. In un meccanismo guerresco abbastanza complicato, che alterna la lentezza della preparazione al lancio alla frenesia della battuta e della rincorsa alle basi, l’Italia si presenta a questa Olimpiadi come squadra campione d’Europa nella disciplina femminile.

Perché seguirlo quindi? Per capire qual è il motivo del successo nazionale di questo sport, mai raccontato dalle televisioni italiane. Se le atlete azzurre sono un’eccellenza di questa disciplina vuol dire che esiste un movimento radicato sul territorio italiano pronto per essere conosciuto dal grande pubblico. Un’occasione da non perdere.

Siamo tutti pazzi per il ciclismo su pista

Ultimo consiglio, ma non per importanza, il ciclismo su pista. Disciplina che si svolge in velodromo, caratterizzato da due rettilinei e due curve in pendenza che sfruttano la forza centrifuga, sarà uno dei terreni prediletti dagli italiani.

Nella disciplina dell’inseguimento a squadre l’Italia capitanata da Filippo Ganna è tra le favorite per la medaglia d’oro. Questa disciplina è caratterizzata dal fatto che ogni corridore o squadra parte rispetto all’avversario dall’altra parte della pista e vince chi raggiunge l’altro o percorre in minor tempo la distanza prefissata di 4 km. Buone speranze di medaglia anche nella competizione femminile con le alfiere Letizia Paternoster, Vittoria Guazzini, Elisa Balsamo, Rachele Barbieri.

L’Italia si presenterà con l’obiettivo medaglia anche nella Madison, conosciuta anche come Americana: è una gara a punti a coppie. Durante la gara si disputano alcune volate di gruppo che assegnano punti ai primi cinque. Se un ciclista riesce a doppiare tutti gli altri guadagna venti punti e ne toglie 20 agli avversari. Le coppie Simone Consonni-Elia Viviani (portabandiera della spedizione azzurra) e Letizia Paternoster-Vittoria Guazzini ambiscono ad una medaglia d’oro.

L’ultima disciplina della pista che può regalare emozioni è l’Omnium dove Elia Viviani ottenne l’oro nel 2016. Questa disciplina consiste nello svolgimento di 4 stipulazioni del ciclismo su pista. Vince chi ottiene più punti alla fine dell’ultima prova. Sarà difficile per Elia Viviani ripetersi contro il campione del mondo e prodigio francese Benjamin Thomas ma anche qui l’obiettivo medaglia è possibile.

Perché seguire la pista quindi? Perché è una delle discipline del ciclismo più divertenti, che punta tutto sulla velocità e l’imprevedibilità della corsa. Inoltre è uno dei modi di fare ciclismo che insegna al meglio a guidare una bicicletta. Consigliabile a tutti coloro che vogliono cimentarsi ad una guida più veloce e solida del proprio mezzo a due ruote.

Siamo tutti pronti per le Olimpiadi

La notizia della settimana è che la pallavolista italiana Paola Egonu sarà una delle portabandiera olimpica. Assieme ad atleti di altri paesi sfilerà con il vessillo delle Olimpiadi, rappresentando l’unione di intenti tra tutti i popoli che parteciperanno alla competizione sportiva per eccellenza.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti certamente: le Olimpiadi di Tokyo stanno per aprirsi per la prima volta senza pubblico a causa della Pandemia COVID-19; tuttavia le televisioni dell’intero pianeta sono pronte ad accendersi. Tutte sintonizzate ad orari diversi: saremo tutti pazzi a connetterci di notte con l’unico obiettivo di divertirci. Lo sport, come nessun’altra cosa al mondo, sa davvero unire un popolo sotto i colori della propria bandiera. Lo sport dà meraviglia, stupore e dà senso al sentirsi parte della società. Sempre nel rispetto degli altri, sempre nella libertà di mostrare ciò che si è davvero.

Buona Olimpiade a tutti,

Davide Farinetti per Radio 6023

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