Piemonte: nuovo accordo tra regione e Rsa

Accento sugli adeguamenti all’inflazione delle tariffe riconosciute alle Rsa, che erano bloccati dal 2013

Sono diversi e fondamentali i contenuti del nuovo accordo sulla gestione post-emergenza delle Rsa siglato dagli assessori alla Sanità e alle Politiche sociali della Regione Piemonte e dai rappresentanti delle organizzazioni dei gestori delle strutture.

Il documento comprende infatti:

– la possibilità di ricollocare presso la rete dei presidi socio-sanitari accreditati con la regione Piemonte il personale sanitario assunto per la pandemia e che non può essere stabilizzato dal Servizio sanitario pubblico (oltre 2.000 fra medici, infermieri e operatori socio-sanitari)

– l’adeguamento delle tariffe all’indice di inflazione

– la semplificazione e maggiore appropriatezza delle procedure di accesso alle strutture dopo la valutazione geriatrica

– la revisione delle modalità di riapertura dei presidi alle mutate condizioni pandemiche

– un bonus da 2,7 milioni di euro per affrontare l’aumento delle bollette

– l’uso innovativo del Fondo sociale europeo, che metterà a disposizione circa 20 milioni l’anno per aiutare chi non è convenzionato con l’Asl nel pagamento della parte alberghiera della retta.

 rappresentanti delle associazioni piemontesi dei gestori firmatari (AGCI Solidarietà, AgeSPI, ANSDIPP, API Sanità, Confindustria Sanità, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali Piemonte) hanno evidenziato l’importanza di un accordo che, riconoscendo la necessità di fare fronte all’incremento del costo dell’energia e dei servizi, consentirà di lavorare regolarmente anche nei prossimi mesi, chiudendo questa dolorosa doppia emergenza che ha anche negato quella stabilità così importante per gli assistiti. Inoltre, si consente di alleviare il carico di lavoro sulle Rsa partendo dalla constatazione che gli attuali 40.000 addetti non sono sufficienti a coprire la gestione dei 45.000 posti letto gestiti dalle strutture che rappresentano. Ecco perché le ulteriori 2.000 figure che potranno essere assunte in tempi rapidi garantiranno al meglio la continuità lavorativa nelle Rsa. Giornata importante anche per coloro che, pur senza una qualifica specifica hanno lavorato nelle oltre 700 strutture durante la pandemia offrendo con coraggio un contributo essenziale, poiché si apre concretamente la possibilità di ottenere una qualifica professionale che sul campo hanno già meritato.

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Accento sugli adeguamenti all’inflazione delle tariffe riconosciute alle Rsa, che erano bloccati dal 2013

Sono diversi e fondamentali i contenuti del nuovo accordo sulla gestione post-emergenza delle Rsa siglato dagli assessori alla Sanità e alle Politiche sociali della Regione Piemonte e dai rappresentanti delle organizzazioni dei gestori delle strutture.

Il documento comprende infatti:

- la possibilità di ricollocare presso la rete dei presidi socio-sanitari accreditati con la regione Piemonte il personale sanitario assunto per la pandemia e che non può essere stabilizzato dal Servizio sanitario pubblico (oltre 2.000 fra medici, infermieri e operatori socio-sanitari)

- l’adeguamento delle tariffe all’indice di inflazione

- la semplificazione e maggiore appropriatezza delle procedure di accesso alle strutture dopo la valutazione geriatrica

- la revisione delle modalità di riapertura dei presidi alle mutate condizioni pandemiche

- un bonus da 2,7 milioni di euro per affrontare l’aumento delle bollette

- l’uso innovativo del Fondo sociale europeo, che metterà a disposizione circa 20 milioni l’anno per aiutare chi non è convenzionato con l’Asl nel pagamento della parte alberghiera della retta.

 rappresentanti delle associazioni piemontesi dei gestori firmatari (AGCI Solidarietà, AgeSPI, ANSDIPP, API Sanità, Confindustria Sanità, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali Piemonte) hanno evidenziato l’importanza di un accordo che, riconoscendo la necessità di fare fronte all’incremento del costo dell’energia e dei servizi, consentirà di lavorare regolarmente anche nei prossimi mesi, chiudendo questa dolorosa doppia emergenza che ha anche negato quella stabilità così importante per gli assistiti. Inoltre, si consente di alleviare il carico di lavoro sulle Rsa partendo dalla constatazione che gli attuali 40.000 addetti non sono sufficienti a coprire la gestione dei 45.000 posti letto gestiti dalle strutture che rappresentano. Ecco perché le ulteriori 2.000 figure che potranno essere assunte in tempi rapidi garantiranno al meglio la continuità lavorativa nelle Rsa. Giornata importante anche per coloro che, pur senza una qualifica specifica hanno lavorato nelle oltre 700 strutture durante la pandemia offrendo con coraggio un contributo essenziale, poiché si apre concretamente la possibilità di ottenere una qualifica professionale che sul campo hanno già meritato.

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