Presentato al Castello il Cipm Piemonte

Fondato a Milano nel 1995 da criminologi, sociologi, psicologi, operatori sociali e magistrati, il Centro italiano per la promozione della mediazione in oltre 25 anni si è poi sviluppato sul territorio aprendo sedi decentrate in altre regioni italiane e dallo scorso mese di maggio è operativo anche in Piemonte avendo come “base” la nostra città

Dallo scorso mese di maggio si è costituito anche in Piemonte, avendo come sua sede la città di Novara (in via Gnifetti 94), il Cipm, Centro italiano per la promozione della mediazione. Costituito inizialmente a Milano nel 1995 per iniziativa di un gruppo di criminologi, sociologi, psicologi, operatori sociali e magistrati, in oltre 25 anni di attività ha poi avuto modo di aprire sedi decentrate nel resto della Penisola, oltre ad altri centri in Lombardia come Pavia e Bergamo.


Ma cos’é il Cipm? Rappresenta la prima presenza organizzata per la formazione e la diffusione delle pratiche di mediazione e di gestione delle condotte violente, avendo come “mission” un proprio intervento “nella gestione delle situazioni violente, conflittuali e di stress elevato attraverso il trattamento psicoeducativo degli autori, il sostegno psicologico e legale alle vittime, il ricorso a percorsi di mediazione e giustizia riparativa”. Interventi rivolti a soggetti tanto minorenni che adulti prima di tutto a livello di prevenzione primaria e poi secondaria nella gestione di reati sessuali e crimini violenti, pedofilia, pedopornografia, bullismo e cyberbulismo, violenza assistita. Il tutto confrontandosi con simili modelli già esistenti nel resto dell’Europa e in Nordamerica.


Cipm Piemonte, presentato nella mattinata di mercoledì 7 luglio al Castello Visconteo Sforzesco, è guidato da Luca Bollati, psicologo, giudice onorario presso il Trunale per minorenni di Milano ed esperto nel trattamento di autori di reato. Sua vice e tesoriera Paola Maggiori, psicologa clinica e tra l’altro esperta su tematiche riguardanti bullismo, cyberbullismo, adescamento e violenza assistita. Segretaria è l’avvocato Elisabetta Lombi, mentre la nutrita (e quasi totale) componente femminile è testimoniata dal resto del consiglio, del quale fanno parte la criminologa e investigatrice Marilena Guglielmetti, altre due avvocate come Sara Bertoluzzo e Teresa Luana Nigito, e la giurista Ornella Obert.


Nel corso dell’incontro sono intervenuti a portare il loro saluto e una testimonianza il questore di Novara Rosanna Lavezzaro, ma in particolare il vicesindaco di Novara e assessore ai Servizi sociali Franco Caressa, che ha ricordato tra l’altro alcune iniziative che hanno visto il Comune coinvolgere i detenuti in servizi di pubblica utilità.


Fra le sue attività il Cipm può infatti vantare numerosi progetti grazie alla partecipazione a bandi anche europei che hanno riguardano tra le altre cose percorsi di trattamento per autori di reati a sfondo sessuale e maltrattamento, l’attivazione di sportelli d’ascolto, percorsi di meditazione e interventi di prevenzione primaria.

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Presentato al Castello il Cipm Piemonte

Fondato a Milano nel 1995 da criminologi, sociologi, psicologi, operatori sociali e magistrati, il Centro italiano per la promozione della mediazione in oltre 25 anni si è poi sviluppato sul territorio aprendo sedi decentrate in altre regioni italiane e dallo scorso mese di maggio è operativo anche in Piemonte avendo come “base” la nostra città

Dallo scorso mese di maggio si è costituito anche in Piemonte, avendo come sua sede la città di Novara (in via Gnifetti 94), il Cipm, Centro italiano per la promozione della mediazione. Costituito inizialmente a Milano nel 1995 per iniziativa di un gruppo di criminologi, sociologi, psicologi, operatori sociali e magistrati, in oltre 25 anni di attività ha poi avuto modo di aprire sedi decentrate nel resto della Penisola, oltre ad altri centri in Lombardia come Pavia e Bergamo.


Ma cos’é il Cipm? Rappresenta la prima presenza organizzata per la formazione e la diffusione delle pratiche di mediazione e di gestione delle condotte violente, avendo come “mission” un proprio intervento “nella gestione delle situazioni violente, conflittuali e di stress elevato attraverso il trattamento psicoeducativo degli autori, il sostegno psicologico e legale alle vittime, il ricorso a percorsi di mediazione e giustizia riparativa”. Interventi rivolti a soggetti tanto minorenni che adulti prima di tutto a livello di prevenzione primaria e poi secondaria nella gestione di reati sessuali e crimini violenti, pedofilia, pedopornografia, bullismo e cyberbulismo, violenza assistita. Il tutto confrontandosi con simili modelli già esistenti nel resto dell’Europa e in Nordamerica.


Cipm Piemonte, presentato nella mattinata di mercoledì 7 luglio al Castello Visconteo Sforzesco, è guidato da Luca Bollati, psicologo, giudice onorario presso il Trunale per minorenni di Milano ed esperto nel trattamento di autori di reato. Sua vice e tesoriera Paola Maggiori, psicologa clinica e tra l’altro esperta su tematiche riguardanti bullismo, cyberbullismo, adescamento e violenza assistita. Segretaria è l’avvocato Elisabetta Lombi, mentre la nutrita (e quasi totale) componente femminile è testimoniata dal resto del consiglio, del quale fanno parte la criminologa e investigatrice Marilena Guglielmetti, altre due avvocate come Sara Bertoluzzo e Teresa Luana Nigito, e la giurista Ornella Obert.


Nel corso dell’incontro sono intervenuti a portare il loro saluto e una testimonianza il questore di Novara Rosanna Lavezzaro, ma in particolare il vicesindaco di Novara e assessore ai Servizi sociali Franco Caressa, che ha ricordato tra l’altro alcune iniziative che hanno visto il Comune coinvolgere i detenuti in servizi di pubblica utilità.


Fra le sue attività il Cipm può infatti vantare numerosi progetti grazie alla partecipazione a bandi anche europei che hanno riguardano tra le altre cose percorsi di trattamento per autori di reati a sfondo sessuale e maltrattamento, l’attivazione di sportelli d’ascolto, percorsi di meditazione e interventi di prevenzione primaria.

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