Primo giorno senza Green pass all’aperto: per i baristi «una scocciatura in meno»

Con la fine dopo oltre due anni dello stato di emergenza cessa a partire da oggi, venerdì 1° aprile, l'obbligo dell'utilizzo del “certificato verde” per accedere agli spazi all'aperto degli esercizi pubblici. Qualche titolare scuote la testa: «I problemi sono altri»

Fine dello stato di emergenza a poco più di due anni dal primo lockdown e termine dell’obbligo, da oggi, 1° aprile, di esibire il famigerato Green pass per accedere negli spazi all’aperto – i dehors e non solo – degli esercizi pubblici. Cos’é già cambiato? A primo acchito, da un sommario tour effettuato in mattinata in alcuni locali del centro storico, poco o nulla. Gran parte dei tavolini e degli spazi adiacenti sono deserti e hanno cominciato a essere frequentati solo in tarda mattinata, qualndo la temperatura ha cominciato ad alzarsi e contrariamente alle previsioni gli ombrelli sono rimasti chiusi. E’ ancora molto presto per trarre delle prime conclusioni; anzi, la sensazione è quella che niente sia cambiato rispetto a ieri o a qualche giorno fa.


«Dico francamente che per noi si tratta di una scocciatura in meno – dice la titolare di un bar nella zona dell’Angolo delle ore – Il fatto di dover chiedere il Green pass, dovendo girare in continuazione con in mano il cellulare, rappresentava ormai una perdita di tempo, con il conseguente rallentamento del nostro lavoro per soddisfare la clientela».


Le condizioni meteo di questi ultimi due giorni non hanno certo incoraggiato la voglia di consumare una colazione all’aperto. La stragrande maggioranza degli avventori ha preferito ancora accomodarsi all’interno del locale, anche se – come ha confermato più di uno degli addetti – già da tempo in merito al Green pass «si era mollata un po’ la presa, utilizzando un po’ di buonsenso».

«La mia clientela è quasi totalmente fidelizzata – ha detto un altro barista – Qualcuno viene da me, tra una pausa pranzo e un paio di caffé, anche due-tre volte al giorno. Non potevo chiedergli tutte le volte di mostrarmi il Green pass… Cosa diversa nei confronti di qualche sconosciuto. Forse bisognerà attendere almeno un paio di giorni, diciamo il primo fine settimana, per avere una prima idea».


«La verita – ha ammesso un suo collega scuotendo la testa – è che i problemi sono altri. Da oggi dobbiamo ricominciare a pagare per gli spazi dei dehors e la crisi non è ancora passata, anzi. Il Green pass ha allontanato dai bar tante persone, e non parlo unicamente dei non vaccinati. Diversi hanno scelto soluzioni alternative e ci vorrà del tempo per convincerli a tornare alle vecchie abitudini. La pandemia ha cambiato le nostre vite».

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Primo giorno senza Green pass all’aperto: per i baristi «una scocciatura in meno»

Con la fine dopo oltre due anni dello stato di emergenza cessa a partire da oggi, venerdì 1° aprile, l’obbligo dell’utilizzo del “certificato verde” per accedere agli spazi all’aperto degli esercizi pubblici. Qualche titolare scuote la testa: «I problemi sono altri»

Fine dello stato di emergenza a poco più di due anni dal primo lockdown e termine dell’obbligo, da oggi, 1° aprile, di esibire il famigerato Green pass per accedere negli spazi all’aperto – i dehors e non solo – degli esercizi pubblici. Cos’é già cambiato? A primo acchito, da un sommario tour effettuato in mattinata in alcuni locali del centro storico, poco o nulla. Gran parte dei tavolini e degli spazi adiacenti sono deserti e hanno cominciato a essere frequentati solo in tarda mattinata, qualndo la temperatura ha cominciato ad alzarsi e contrariamente alle previsioni gli ombrelli sono rimasti chiusi. E’ ancora molto presto per trarre delle prime conclusioni; anzi, la sensazione è quella che niente sia cambiato rispetto a ieri o a qualche giorno fa.


«Dico francamente che per noi si tratta di una scocciatura in meno – dice la titolare di un bar nella zona dell’Angolo delle ore – Il fatto di dover chiedere il Green pass, dovendo girare in continuazione con in mano il cellulare, rappresentava ormai una perdita di tempo, con il conseguente rallentamento del nostro lavoro per soddisfare la clientela».


Le condizioni meteo di questi ultimi due giorni non hanno certo incoraggiato la voglia di consumare una colazione all’aperto. La stragrande maggioranza degli avventori ha preferito ancora accomodarsi all’interno del locale, anche se – come ha confermato più di uno degli addetti – già da tempo in merito al Green pass «si era mollata un po’ la presa, utilizzando un po’ di buonsenso».

«La mia clientela è quasi totalmente fidelizzata – ha detto un altro barista – Qualcuno viene da me, tra una pausa pranzo e un paio di caffé, anche due-tre volte al giorno. Non potevo chiedergli tutte le volte di mostrarmi il Green pass… Cosa diversa nei confronti di qualche sconosciuto. Forse bisognerà attendere almeno un paio di giorni, diciamo il primo fine settimana, per avere una prima idea».


«La verita – ha ammesso un suo collega scuotendo la testa – è che i problemi sono altri. Da oggi dobbiamo ricominciare a pagare per gli spazi dei dehors e la crisi non è ancora passata, anzi. Il Green pass ha allontanato dai bar tante persone, e non parlo unicamente dei non vaccinati. Diversi hanno scelto soluzioni alternative e ci vorrà del tempo per convincerli a tornare alle vecchie abitudini. La pandemia ha cambiato le nostre vite».

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