Mentre in Ucraina si va verso il primo Natale sotto le bombe, in Italia non si ferma la gara di solidarietà nei confronti del Paese colpito dalla guerra. A Novara, in particolare, dove è presente la più grande comunità ucraina del Piemonte, si continua a dare una mano, nonostante dei 1400 profughi giunti a inizio marzo, ne siano rimasti poco più che 400.
«Tutte le persone sono ospitate da famiglie, da parenti o negli alloggi messi a disposizione dalla cooperativa Gerico» spiega padre Yuriy Ivanyuta, che ormai tutti hanno imparato a conoscere. È il parroco di religione cattolica bizantina per le diocesi di Novara e Vercelli che ogni domenica celebra la messa di rito orientale nella chiesa della Madonna del Carmine, nel cuore di Novara. Da sempre è il responsabile della comunità ucraina sul territorio e da quando è scoppiata la guerra è il punto di riferimento per ogni questione riguardante l’accoglienza dei profughi, insieme al comandante della Polizia locale, Paolo Cortese.
«La maggior parte degli ucraini arriva da Kiev, Kharkiv, Zaporizhzhia e Dnipro, ovvero la zona centrale che è anche quella più industrializzata – continua Yuriy -. La gran parte di loro, quasi interamente donne, ha trovato lavoro come cameriera nei ristoranti o come estetista. Questa è una nuova generazione, che ha una mentalità più occidentale e non vuole più fare la badante».
Sul fronte aiuti, da non dimenticare che è sempre attivo il Centro raccolta nella ex palazzina vigili di viale Dante (mercoledì dalle 12 alle 15) dove si possono consegnare prodotti alimentari non freschi e abbigliamento. «Smistiamo tutto quello che arriva per capire cosa deve restare qui e cosa può essere spedito in Ucraina – prosegue Yuriy -. Inoltre il Banco alimentare di Torino ci ha donato buoni spesa per 2750 euro e la scorsa settimana abbiamo distribuito le borse a 55 famiglie, 79 solo in questi ultimi giorni».
Nonostante la disperazione per la guerra, la preoccupazione per i proprio parenti, molti dei quali al fronte, e la consapevolezza di dover trascorrere il Natale lontana dalla propria terra, la scorsa domenica la comunità ucraina ha trovato la forza per festeggiare San Nicola, una giornata celebrata sia a Novara dove hanno partecipato 42 bambini (in foto) che a Borgomanero con 62 bambini.
«Il Comune ci ha consegnato i locali dell’ex sede del quartiere Centro in corso Italia che serviranno per attività di aggregazione dei più piccoli – aggiunge Yuriy -. I corsi di italiano per adulti, invece, proseguono con i volontari di Sant’Egidio, con le scuole di lingua e il Centro per l’impiego mentre i bambini sono seguiti a scuola dai mediatori culturali. Non posso che ringraziare tutti i novaresi, le associazioni e le istituzioni che, a vario titolo, ci hanno sostenuti in questi mesi e continuano a farlo. Novara è una città straordinaria, quando racconto agli altri referenti delle comunità ucraine cosa succede qui nessuno ci crede».
Padre Yuriy sarà impegnato con tre liturgie di Natale: questa mattina, 24 dicembre, alle 10 a Borgomanero, e alle 14 ad Arona mentre domenica 25 alle 9.30 a Novara e alle 14.30 a Vercelli.