Pochi mutamenti in casa nostra nell’annuale appuntamento con la graduatoria della “qualità della vita” della province italiane stilata da Il Sole 24 Ore. Novara ha fatto registrare un calo di quattro posizioni rispetto a dodici mesi fa, piazzandosi comunque al 42° posto, sempre meglio del 52° con il quale aveva chiuso il 2018. In ambito regionale si sono collocate alle sue spalle il Verbano Cusio Ossola (al 50° posto, ma dopo un recupero di ben 18 posizioni) e Vercelli (53a, ma con una risalita di nove gradini); molto più indietro Biella, Asti e Alessandria, mentre davanti si trovano unicamente Cuneo (20a), che precede di una lunghezza Torino. Vale la pena di ricordare che la graduatoria dell’edizione numero 31 dell’indagine condotta dal quotidiano di Confindustria vede primeggiare Bologna (che recupera 13 posizioni rispetto al 2019), mentre sul podio l’affiancano le due province autonome, Bolzano e Trento. Dal canto suo Milano, “vincitrice” tanto nel 2018 che lo scorso anno, è scivolata fuori dalla “top ten”, piazzandosi dodicesima.
Inutile sottolineare che l’effetto Covid ha finito col pesare non poco sui risultati, tanto che ha soffrire pesantemente della situazione generata negli ultimi mesi è stato soprattutto il Nord, anche se non mancano le eccezioni. Cosa che non ha tuttavia impedito la presenza sul podio dei due territori del Trentino – Alto Adige, che anche in questa circostanza non hanno deluso le attese, mentre ha destato non poca curiosità il successo del capoluogo felsineo e del suo “contado”, anche se tutta l’Emilia Romagna ha fatto segnare una progressione positiva.
Ma come si è giunti a stilare questa graduatoria? L’analisi del benessere sui territori ha preso in esame una novantina di indicatori, due terzi dei quali attraverso l’elaborazione di dati aggiornati a quest’anno e quindi già in qualche modo condizionati dalla pandemia. L’effetto Covid è stato infatti “misurato” prendendo in esame 25 indicatori, tra cui il Pil pro-capite, le ore di cassa integrazione, il reddito di cittadinanza, le nascite e i decessi, il numero delle imprese registrate e cancellate, passando da quello dei pubblici esercizi.
Entrando più nello specifico, possono decisamente fare riflettere i “numeri” relativi alle sei macro aree all’interno delle quali è scaturito il risultato finale novarese. Se infatti il settore “ricchezza e consumi” e “affari e lavoro” lo vedono rispettivamente al 18° e 20° posto, meno bene vanno le cose per quanto riguarda “demografia e società” (50°), “ambiente e servizi” (52°), “giustizia e sicurezza” (55°), mentre bisogna scendere sino alla pozione numero 77 per quanto riguarda “cultura e tempo libero”. Nel suo insieme, sono dati che andrebbero valutati tenendo in considerazione il particolare momento che stiamo vivendo e quindi soggetti a diverse interpretazioni.