«Questa è la maturità dell’incertezza, altro che semplificata»

«Questa è la maturità dell’incertezza, altro che semplificata». Una voce unanime si alza tra gli studenti novaresi che si trovano a preparare a distanza l’esame di maturità. A metà aprile il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, aveva ipotizzato la riapertura delle scuola proprio oggi, lunedì 18 maggio. La situazione epidemiologica, però, ha impedito che gli studenti potessero tornare sui banchi e le lezioni continueranno a distanza.

L’inizio delle prove è fissato tra un mese, il 17 giugno con una modalità del tutto nuova, (in presenza ma con un solo colloquio orale, ndr) che il ministero aveva definito “semplificata”. Ma gli studenti sono di tutt’altro parere: ci sono solo linee guida, non indicazioni precise, ancora non sappiamo cosa dovremo fare.

Abbiamo ascoltato le loro voci, ed ecco cosa hanno raccontato.

 

 

Yousef Fajiri, liceo scientifico Antonelli
Gli insegnanti ci stanno aiutando molto, ma c’è confusione sulla materia di indirizzo. Io mi sento nel mood dello studente sotto pressione da esame, ma questa modalità non ha nulla di normale perchè non sappiamo cosa aspettarci: mi spaventa di più l’ignoto dell’esame in sè. La chiamano semplificata, ma io non sono d’accordo. La maturità deve avere uno scopo formativo, invece in questo modo rischia di diventare solo una formalità.

Tommaso Davite, liceo scientifico Pascal
Ci sono tante complicazioni come non avere il contatto diretto con gli insegnanti e i compagni: è tutto molto difficile dietro uno schermo. Questa maturità sarà anche semplificata, ma così diventa solo una questione burocratica. L’orale forse è più facile, ma non ci sono indicazioni e ogni settimana arriva qualche linea nuova: è davvero la maturità dell’incertezza. Anche tra i miei compagni e me ci sono interpretazioni diverse perchè si parla di argomento a scelta però non si sa se a scelta dello studente o della scuola.

Marco Bugamelli, liceo scientifico Carlo Alberto 
In questo periodo gli insegnanti ci stanno caricando di lavoro ancora di più ma va bene così. Quello che più mi spaventa della maturità è l’incertezza, manca solo un mese e ancora non si sa quali saranno le modalità. Il ministero continua a cambiare idea e anche i professori sono costretti a lavorare senza sapere bene cosa devono fare.

Arianna Groppetti, liceo scientifico Pascal
È un periodo molto stressante, ci stanno caricando di interrogazioni e ho sempre paura di non farcela nonostante poi non sia così. Gli insegnanti ci stanno seguendo molto bene e si mettono nei nostri panni. Ci sono però ancora troppi punti oscuri sulla svolgimento dell’elaborato della materia di indirizzo, non si capisce come dovrà essere fatto. I professori preparano le lezioni secondo il loro pensiero, ma non c’è nulla di definito.

Martina Suero, liceo scientifico Carlo Alberto
Sarà anche facilitata questa maturità, ma abbiamo bisogno di indicazioni precise. Mi sembra impossibile che a un mese dall’inizio ancora non sappiamo cosa dobbiamo fare, se presentare una tesina sull’alternanza scuola lavoro o solo sulla materia di indirizzo. Dovremmo avere anche il tempo di fare delle simulazioni e invece non sarà così. Almeno la didattica a distanza funziona bene e i professori ci stanno aiutando molto: mi sento fortunata rispetto agli studenti di altre scuole dove questo so che non avviene. E poi non bisogna dimenticare che molti ragazzi sono stati costretti a studiare in un clima difficile: chi ha i genitori che hanno perso il lavoro oppure ha dovuto condividere lo spazio con più fratelli è stato svantaggiato, ma di questo purtroppo non si tiene conto.

Giorgia Pierobon, liceo classico Carlo Alberto
Credo che la didattica a distanza sia un buon punto di partenza per ripensare al sistema scolastico anche in futuro. Certo non mancano gli svantaggi: all’inizio io ho fatto molta fatica a stare tante ore davanti al pc e poi mi manca l’atmosfera che si crea in classe. Non so cosa aspettarmi da questo esame: ci sono tante idee ma nessuna indicazione, anche gli insegnanti non sanno come sarà strutturato. Per ora seguiamo la preparazione per un orale, poi vedremo cosa ci diranno di fare.

 

 

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Questa è la maturità dell’incertezza, altro che semplificata»

«Questa è la maturità dell’incertezza, altro che semplificata». Una voce unanime si alza tra gli studenti novaresi che si trovano a preparare a distanza l’esame di maturità. A metà aprile il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, aveva ipotizzato la riapertura delle scuola proprio oggi, lunedì 18 maggio. La situazione epidemiologica, però, ha impedito che gli studenti potessero tornare sui banchi e le lezioni continueranno a distanza.

L’inizio delle prove è fissato tra un mese, il 17 giugno con una modalità del tutto nuova, (in presenza ma con un solo colloquio orale, ndr) che il ministero aveva definito “semplificata”. Ma gli studenti sono di tutt’altro parere: ci sono solo linee guida, non indicazioni precise, ancora non sappiamo cosa dovremo fare.

Abbiamo ascoltato le loro voci, ed ecco cosa hanno raccontato.

 

 

Yousef Fajiri, liceo scientifico Antonelli
Gli insegnanti ci stanno aiutando molto, ma c’è confusione sulla materia di indirizzo. Io mi sento nel mood dello studente sotto pressione da esame, ma questa modalità non ha nulla di normale perchè non sappiamo cosa aspettarci: mi spaventa di più l’ignoto dell’esame in sè. La chiamano semplificata, ma io non sono d’accordo. La maturità deve avere uno scopo formativo, invece in questo modo rischia di diventare solo una formalità.

Tommaso Davite, liceo scientifico Pascal
Ci sono tante complicazioni come non avere il contatto diretto con gli insegnanti e i compagni: è tutto molto difficile dietro uno schermo. Questa maturità sarà anche semplificata, ma così diventa solo una questione burocratica. L’orale forse è più facile, ma non ci sono indicazioni e ogni settimana arriva qualche linea nuova: è davvero la maturità dell’incertezza. Anche tra i miei compagni e me ci sono interpretazioni diverse perchè si parla di argomento a scelta però non si sa se a scelta dello studente o della scuola.

Marco Bugamelli, liceo scientifico Carlo Alberto 
In questo periodo gli insegnanti ci stanno caricando di lavoro ancora di più ma va bene così. Quello che più mi spaventa della maturità è l’incertezza, manca solo un mese e ancora non si sa quali saranno le modalità. Il ministero continua a cambiare idea e anche i professori sono costretti a lavorare senza sapere bene cosa devono fare.

Arianna Groppetti, liceo scientifico Pascal
È un periodo molto stressante, ci stanno caricando di interrogazioni e ho sempre paura di non farcela nonostante poi non sia così. Gli insegnanti ci stanno seguendo molto bene e si mettono nei nostri panni. Ci sono però ancora troppi punti oscuri sulla svolgimento dell’elaborato della materia di indirizzo, non si capisce come dovrà essere fatto. I professori preparano le lezioni secondo il loro pensiero, ma non c’è nulla di definito.

Martina Suero, liceo scientifico Carlo Alberto
Sarà anche facilitata questa maturità, ma abbiamo bisogno di indicazioni precise. Mi sembra impossibile che a un mese dall’inizio ancora non sappiamo cosa dobbiamo fare, se presentare una tesina sull’alternanza scuola lavoro o solo sulla materia di indirizzo. Dovremmo avere anche il tempo di fare delle simulazioni e invece non sarà così. Almeno la didattica a distanza funziona bene e i professori ci stanno aiutando molto: mi sento fortunata rispetto agli studenti di altre scuole dove questo so che non avviene. E poi non bisogna dimenticare che molti ragazzi sono stati costretti a studiare in un clima difficile: chi ha i genitori che hanno perso il lavoro oppure ha dovuto condividere lo spazio con più fratelli è stato svantaggiato, ma di questo purtroppo non si tiene conto.

Giorgia Pierobon, liceo classico Carlo Alberto
Credo che la didattica a distanza sia un buon punto di partenza per ripensare al sistema scolastico anche in futuro. Certo non mancano gli svantaggi: all’inizio io ho fatto molta fatica a stare tante ore davanti al pc e poi mi manca l’atmosfera che si crea in classe. Non so cosa aspettarmi da questo esame: ci sono tante idee ma nessuna indicazione, anche gli insegnanti non sanno come sarà strutturato. Per ora seguiamo la preparazione per un orale, poi vedremo cosa ci diranno di fare.

 

 

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore