Ricercatrice Upo premiata per un progetto sulla diagnosi dei tumori prostatici

Il progetto coordinato da Carlotta Palumbo è stato selezionato tra i cinque vincitori del bando Next Gen Clinician Scientist 2022 di Fondazione Airc

Il progetto guidato da Carlotta Palumbo, ricercatrice in Urologia al Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale, è stato selezionato nell’ambito del bando Next Gen Clinician Scientist 2022 di Fondazione AIRC. Lo studio dal titolo “Development of artificial intelligence-based multiplex network for individualized risk stratification of prostate cancer” (Sviluppo di un modello per caratterizzare a livello del singolo individuo la classe di rischio in pazienti affetti da neoplasia prostatica) avrà una durata di cinque anni e per il primo anno riceverà un finanziamento di circa 300.000 euro.

Il progetto, che vedrà la dottoressa Palumbo come principal investigator, nasce da una collaborazione tra il Dipartimento di Medicina traslazionale UPO, cui afferisce l’Urologia dell’Ospedale “Maggiore della Carità” di Novara, diretta dal professor Alessandro Volpe; il Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Torino, cui afferisce l’Urologia della Città e della Salute e della Scienza (prof. Paolo Gontero, dott. Marco Oderda e dott. Giorgio Calleris); il Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Roma Tor Vergata, cui afferisce la cattedra di Urologia con mansione assistenziale presso il Policlinico Tor Vergata (prof. Roberto Miano, dott. Simone Albisinni e dott. Luca Orecchia); il Centro della Complessità e dei Biosistemi dell’Università degli Studi di Milano (prof. Caterina La Porta e prof. Stefano Zapperi). Il progetto gode, inoltre, del patrocinio e di un attivo concorso dell’associazione di pazienti “Europa Uomo Italia” (prof. a c. ing. Paolo Ranieri).

Obiettivo dello studio è creare un sistema integrato in grado di connettere i molteplici dati di ciascun paziente con tumore di prostata, uno dei tumori a più alta incidenza nella popolazione maschile. Questo sistema, calato sul singolo individuo, dovrebbe permettere di individuare con più precisione la classe di rischio, indirizzando correttamente fin dalle fasi inziali ciascun paziente al trattamento più adeguato.

Lo scopo ultimo è offrire trattamenti più precisi e mirati che portino a migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti, grazie anche alla stretta collaborazione tra diversi centri urologici e i ricercatori del Centro della Complessità e dei Biosistemi, e al prezioso supporto di Europa Uomo.

«Per ogni paziente – chiarisce Palumbo – verranno integrati con un avanzato sistema di “multiple layer network” i dati clinici, anatomopatologici e radiologici con analisi di genomica e trascrittomica. Questo permetterà di definire per ciascun paziente con una nuova diagnosi di tumore prostatico localizzato la più probabile classe di rischio, un parametro sul quale al momento si basano tutte le successive scelte terapeutiche. Questo porterebbe a una ottimizzazione dei risultati oncologici e funzionali dei pazienti».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Redazione

Redazione

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Ricercatrice Upo premiata per un progetto sulla diagnosi dei tumori prostatici

Il progetto coordinato da Carlotta Palumbo è stato selezionato tra i cinque vincitori del bando Next Gen Clinician Scientist 2022 di Fondazione Airc

Il progetto guidato da Carlotta Palumbo, ricercatrice in Urologia al Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale, è stato selezionato nell’ambito del bando Next Gen Clinician Scientist 2022 di Fondazione AIRC. Lo studio dal titolo “Development of artificial intelligence-based multiplex network for individualized risk stratification of prostate cancer” (Sviluppo di un modello per caratterizzare a livello del singolo individuo la classe di rischio in pazienti affetti da neoplasia prostatica) avrà una durata di cinque anni e per il primo anno riceverà un finanziamento di circa 300.000 euro.

Il progetto, che vedrà la dottoressa Palumbo come principal investigator, nasce da una collaborazione tra il Dipartimento di Medicina traslazionale UPO, cui afferisce l’Urologia dell’Ospedale “Maggiore della Carità” di Novara, diretta dal professor Alessandro Volpe; il Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Torino, cui afferisce l’Urologia della Città e della Salute e della Scienza (prof. Paolo Gontero, dott. Marco Oderda e dott. Giorgio Calleris); il Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Università di Roma Tor Vergata, cui afferisce la cattedra di Urologia con mansione assistenziale presso il Policlinico Tor Vergata (prof. Roberto Miano, dott. Simone Albisinni e dott. Luca Orecchia); il Centro della Complessità e dei Biosistemi dell’Università degli Studi di Milano (prof. Caterina La Porta e prof. Stefano Zapperi). Il progetto gode, inoltre, del patrocinio e di un attivo concorso dell’associazione di pazienti “Europa Uomo Italia” (prof. a c. ing. Paolo Ranieri).

Obiettivo dello studio è creare un sistema integrato in grado di connettere i molteplici dati di ciascun paziente con tumore di prostata, uno dei tumori a più alta incidenza nella popolazione maschile. Questo sistema, calato sul singolo individuo, dovrebbe permettere di individuare con più precisione la classe di rischio, indirizzando correttamente fin dalle fasi inziali ciascun paziente al trattamento più adeguato.

Lo scopo ultimo è offrire trattamenti più precisi e mirati che portino a migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti, grazie anche alla stretta collaborazione tra diversi centri urologici e i ricercatori del Centro della Complessità e dei Biosistemi, e al prezioso supporto di Europa Uomo.

«Per ogni paziente – chiarisce Palumbo – verranno integrati con un avanzato sistema di “multiple layer network” i dati clinici, anatomopatologici e radiologici con analisi di genomica e trascrittomica. Questo permetterà di definire per ciascun paziente con una nuova diagnosi di tumore prostatico localizzato la più probabile classe di rischio, un parametro sul quale al momento si basano tutte le successive scelte terapeutiche. Questo porterebbe a una ottimizzazione dei risultati oncologici e funzionali dei pazienti».

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata