Nella giornata di ieri, lunedì 18 gennaio, gli studenti delle scuole superiori hanno potuto varcare la soglia dei propri istituti, seppur al 50% delle presenze, dopo mesi didattica a distanza forzata in seguito all’emergenza sanitaria.
L’emozione di tornare in classe e rivedere compagni e insegnanti è stata comune a tutti: «È stato davvero come il primo giorno di scuola – racconta Elia Falzoni, rappresentante di istituto del Convitto Carlo Alberto -. Il piano per la sicurezza è stato stilato mesi fa e devo dire con orgoglio che viene rispettato da tutti. Un dispiacere, invece, vedere la nostra scuola semi vuota. Speriamo comunque che le cose non cambino, almeno per due settimane siamo certi di frequentare in presenza».
Della stessa opinione il rappresentante del liceo scientifico Antonelli Andrea Colucci: «Quando abbiamo iniziato l’anno scolastico a settembre non tutti erano pronti a rispettare le regole; chi la mascherina la portava sotto il mento, chi non teneva le distanze: ora invece siamo tutti più consapevoli. Ritrovarsi in aula non ha nulla a che vedere con la dad che va bene per un periodo di emergenza, ora basta però: siamo tornati a scuola e non vorremmo uscire più».
Critico sulla didattica a distanza anche il rappresentante dell’Ispia Bellini: «Ieri non ero nel 50% degli studenti in presenza – spiega Daniel Cetnik – dunque ho seguito le lezioni da casa, ma il wifi della scuola non funzionava e ha creato grossi problemi. È la prima volta che succede: oggi sarò in presenza e cercherò di capire cosa è successo insieme agli altri rappresentanti. Purtroppo dobbiamo convincerci che fino alla fine dell’anno le presenze saranno alternate quindi gli strumenti devono funzionare. Qualche problema si è verificato anche sui mezzi pubblici: alcuni continuano a essere pieni, vediamo cosa succederà nei prossimi giorni».