Riparazione di una valvola mitrale senza intervento. È la prima in Piemonte

Un nuovo intervento di cardiologia interventistica è stata effettuato, per la prima volta in Piemonte, all’ospedale Maggiore di Novara. Riguarda la riparazione della valvola mitrale con una tecnica percutanea chiamata “Pascal”, senza apertura del torace e senza circolazione extracorporea.

«Oggi è possibile riparare la valvola mitrale anche in pazienti che hanno un rischio troppo alto per l’intervento cardiochirurgico tradizionale – precisa il professor Giuseppe Patti, direttore del Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare -. I pazienti più fragili sono i candidati più indicati per questa procedura e possono essere dimessi dopo pochi giorni dall’intervento, con un beneficio immediato per la loro sintomatologia. L’intervento prevede l’impianto di una piccola graffetta all’interno del cuore in grado di ripristinare il funzionamento della valvola mitrale. La novità e la caratteristica peculiare di questa tecnica risiedono nel fatto che il cardiologo opera separatamente sulle diverse strutture che compongono la valvola, per impedire il rigurgito di sangue dal cuore verso i polmoni».

La riuscita dell’intervento è stato il risultato di un importante lavoro multidisciplinare e di equipe, che ha coinvolto il professor Patti e il dottor Marco Mennuni come operatori della procedura, la dottoressa Anna Degiovanni per l’assistenza ecocardiografica, oltre al personale anestesiologico, infermieristico e tecnico.

«Il grande vantaggio di tale metodica – conclude Patti – risiede nella possibilità di riparare la valvola mitrale senza eseguire un’operazione cardiochirurgica a ‘cuore aperto’. Quest’intervento si pone all’interno del programma di implementazione tecnologica continua dell’ospedale di Novara, che si conferma struttura hub di riferimento del quadrante nord orientale del Piemonte e centro di eccellenza per la cura delle patologie cardiache secondo le più moderne tecnologie, coniugando un risultato ottimale in termini di efficacia della procedura con la massima sicurezza per il paziente».

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Riparazione di una valvola mitrale senza intervento. È la prima in Piemonte

Un nuovo intervento di cardiologia interventistica è stata effettuato, per la prima volta in Piemonte, all’ospedale Maggiore di Novara. Riguarda la riparazione della valvola mitrale con una tecnica percutanea chiamata “Pascal”, senza apertura del torace e senza circolazione extracorporea.

«Oggi è possibile riparare la valvola mitrale anche in pazienti che hanno un rischio troppo alto per l’intervento cardiochirurgico tradizionale – precisa il professor Giuseppe Patti, direttore del Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare -. I pazienti più fragili sono i candidati più indicati per questa procedura e possono essere dimessi dopo pochi giorni dall’intervento, con un beneficio immediato per la loro sintomatologia. L’intervento prevede l’impianto di una piccola graffetta all’interno del cuore in grado di ripristinare il funzionamento della valvola mitrale. La novità e la caratteristica peculiare di questa tecnica risiedono nel fatto che il cardiologo opera separatamente sulle diverse strutture che compongono la valvola, per impedire il rigurgito di sangue dal cuore verso i polmoni».

La riuscita dell’intervento è stato il risultato di un importante lavoro multidisciplinare e di equipe, che ha coinvolto il professor Patti e il dottor Marco Mennuni come operatori della procedura, la dottoressa Anna Degiovanni per l’assistenza ecocardiografica, oltre al personale anestesiologico, infermieristico e tecnico.

«Il grande vantaggio di tale metodica – conclude Patti – risiede nella possibilità di riparare la valvola mitrale senza eseguire un’operazione cardiochirurgica a ‘cuore aperto’. Quest’intervento si pone all’interno del programma di implementazione tecnologica continua dell’ospedale di Novara, che si conferma struttura hub di riferimento del quadrante nord orientale del Piemonte e centro di eccellenza per la cura delle patologie cardiache secondo le più moderne tecnologie, coniugando un risultato ottimale in termini di efficacia della procedura con la massima sicurezza per il paziente».

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