Screening Epatite C, il dirigente Asl: «Numeri incoraggianti, ma non bisogna abbassare la guardia»

Il numero dei soggetti trovati positivi ad all’HCV tra coloro che si sono sottoposti al relativo test di screening è leggermente inferiore rispetto alla media

Dallo scorso 9 maggio l’Asl di Novara è impegnata in un’importante campagna di sensibilizzazione volta a combattere l’infezione da epatite C. Una malattia “silente” che spesso porta a gravi conseguenze, ma che – come ci ha specificato Liborio Martino Cammarata, direttore del dipartimento di Patologia delle Dipendenze Piemonte Nord-Est – «è curabile, ma non bisogna abbassare la guardia e sottoporsi a un test per escludere la positività al virus».

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel mondo sono circa 80 milioni le persone colpite dal virus dell’epatite C (HCV), pari al 1,1% della popolazione globale, con un’ampia variabilità di distribuzione geografica. Abbiamo incontrato Cammarata per approfondire l’importante lavoro di “mappatura” che i ricercatori stanno eseguendo per limitare sempre di più la malattia che colpisce il fegato.

Screening contro l’epatite C sul nostro territorio: un bilancio fino a oggi?

In Italia, così come in Piemonte, siamo ancora lontani dal raggiungere l’obiettivo stabilito dall’Oms – ovvero l’eliminazione dell’HCV entro il 2030 – per diversi motivi: soprattutto a causa di una scarsa conoscenza dell’infezione e dei fattori di rischio che ancora persiste tra gli Italiani: come dimostrano i dati dell’Indagine Doxa Pharma “Epatite C – awareness e conoscenze presso la popolazione italiana over 30”, il 64% degli italiani sa poco o nulla dell’HCV e non sa quali siano le patologie ad esso correlate; il 47% non sa se l’epatite C si può curare o meno, il 63% non è in grado di definire spontaneamente quali sono i fattori di rischio e il 73% non ha mai fatto il test. Come viene riportato nell’ultimo rapporto del Sistema Epidemiologico Integrato delle Epatiti Virali Acute (SEIEVA), che restituisce una fotografia aggiornata dell’andamento dell’epatite C e dei fattori di rischio, emergono dati importanti: in Italia, seppure in calo, si continuano a registrare nuove infezioni. Storicamente interventi chirurgici o trasfusioni rappresentavano alcuni dei principali fattori di rischio, ma oggi grazie all’introduzione di protocolli di sicurezza molto elevati, le probabilità di infezione da HCV legate a questi fattori sono ridotte al minimo. In diminuzione, ma comunque rilevante, è il rischio legato atrattamenti di bellezza, come manicure e pedicure, tatuaggi e piercing con strumentazioni non monouso o non sterilizzate in modo appropriato. In lieve aumento il rischio di contagio legato a rapporti sessuali non protetti e possibile, anche se basso, quello fra i conviventi con pazienti positivi all’HCV a causa della condivisione di strumenti come lo spazzolino o il rasoio. Negli ultimi anni il SEIEVA ha registrato dai 0,5 ai 0,2 nuovi casi di infezione acuta ogni 100.000 abitanti, con un tasso di mortalità collegata alla patologia di circa 8-10 mila persone/anno. In passato il fattore di rischio prevalente era legato all’uso di droghe iniettive, mentre negli ultimi anni, in particolare fino al 2020, le principali cause di trasmissione riscontrate sono quelle riportate nel predetto rapporto Seieva. In Piemonte è stata avviata in 5 ASL, nell’anno 2021, una prima fase sperimentale di screening HCV; successivamente, a maggio 2022, sono state inviate ai Direttori Generali le indicazioni operative finalizzate a predisporre l’avvio formale della campagna di screening gratuita. Sul sito web regionale è presente una sezione appositamente dedicata alla campagna di screening HCV che permette di conoscere le modalità di adesione nelle diverse ASL piemontesi, tra cui quella relativa all’ASL di Novara che ha attivato sul proprio web aziendale una sezione specifica sullo screening HCV, avviando iniziative di sensibilizzazione tramite l’Ufficio Stampa, distribuendo locandine predisposte dalla Regione a MMG, tramite i Direttori dei Distretti sanitari, in Ospedale e negli ambulatori al fine di informare la popolazione target. Un apposito Gruppo di Lavoro multidisciplinare è stato appositamente istituito e supporta, tuttora, le varie fasi del percorso avviato. L’avvio ufficiale della campagna di screening HCV rivolto alla popolazione generale dell’ASL di Novara, rivolta alle persone nate dal 1969 al 1989, è avvenuto con l’Open Day dell’11 giugno 2022 (Salone Borsa di Novara e Santa Croce di Borgomanero); ad oggi tale attività prosegue negli appositi hot-spot/centri vaccinali aziendali istituiti per le esecuzioni dei tamponi rapidi e per le vaccinazioni covid che riservano un apposito spazio alle attività di screening per l’Epatite C, nonché presso la LILT di Novara.

I numeri registrati vi hanno sorpreso?

E’ ancora presto per fare un bilancio ma, ad oggi, il numero dei soggetti trovati positivi ad all’HCV tra coloro che si sono sottoposti al relativo test di screening (popolazione generale di Novara nata tra il 1969 al 1989, i soggetti in carico al SerD per problemi di dipendenza, indipendentemente dall’età, ed i soggetti detenuti presso la Casa circondariale di Novara) è leggermente inferiore rispetto alla media, come si desume dai dati epidemiologici riportati in letteratura. Questo, se da un lato è un dato confortante, dall’altro lato non deve indurci ad abbassare la guardia. Per poter affermare definitivamente questo dato avremmo bisogno di sapere quanti sono realmente i soggetti positivi all’Epatite C tra tutti i 96.189 nati dal 1969 al 1989, chè è il target di popolazione generale da sottoporre a questo specifico screening nel bacino di utenza dei residenti nella provincia di Novara. A oggi siamo ben lontani da questi numeri poiché è poca l’afferenza ai siti di screening. A questo proposito riporto l’emblematico slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata Mondiale di sensibilizzazione contro le epatiti virali, in particolare l’epatite C, che si celebra come ogni anno il 28 luglio. “Can’t wait”: non possiamo aspettare, per avere un mondo libero dall’epatite C. “Together we can make it happen”: insieme possiamo farlo accadere. Debellare l’infezione da HCV (il virus che causa l’epatite C) è oggi possibile grazie all’utilizzo di farmaci che agiscono direttamente sul virus e ne permettono l’eliminazione in oltre il 95% dei casi. Pertanto, se vogliamo arrestare la diffusione del virus è fondamentale far emergere il cosiddetto “sommerso” e ciò è fattibile esclusivamente se favoriamo, con I mezzi disponibili, l’individuazione delle persone HCV positive che non sanno di aver contratto l’infezione

A cosa è possibile attribuire un aumento sostanziale dei numeri dei casi?

Non parlerei tanto di aumento del numero di casi ma del fatto che i riflettori devono essere puntati sul fenomeno del sommerso, che è ancora rilevante: L’incidenza dell’Epatite C in Italia si attesta attorno all’1% se si parla della popolazione generale, ma sale al 6-7% se si parla di over 75.  Si stima che nel nostro Paese ci siano ancora 100 mila persone con malattia di fegato avanzata causata da un’infezione da HCV attiva e non diagnosticata, la maggior parte di età compresa fra i 60 e i 70 anni, e altri 280 mila individui con infezione da HCV attiva con età media di 46 anni, che non sanno di avere la malattia in quanto asintomatica. “L’infezione purtroppo rimane a lungo silente e quindi chi è infetto senza saperlo può essere veicolo di contagio per anni. Ed è proprio sulla scorta delle attuali evidenze scientifiche e della necessità di far emergere le infezioni sommerse che a maggio 2021 è stato introdotto – all’interno del cosiddetto decreto Milleproroghe – lo screening nazionale per l’eliminazione del virus HCV: grazie a un finanziamento di 71,5 milioni di euro tutti i nati fra il 1969 e il 1989, le persone seguite dai SerD (Servizi per le dipendenze patologiche) e i detenuti possono eseguire gratuitamente il test per verificare la presenza del virus.  Del finanziamento sopra riportato in Piemonte sono pervenuti € 5.623.316 che sono stati ripartiti, destinandoli con appositi atti, tra le varie ASL in funzione del criterio di numerosità di residenti da sottoporre ad indagine di screening.

L’Epatite C è curabile? Qual è l’iter qualora un test da voi effettuato risultasse positivo?

Assolutamente sì.  Possiamo affermare che l’epatite C è oggi una malattia curabile. Occorre però premettere che è un’infezione che decorre in forma silente; quando il virus raggiunge il fegato comincia a replicare e cronicizza in una parte dei pazienti, procurando nel tempo delle complicanze gravi. Purtroppo ci si accorge in ritardo della malattia e quando i sintomi iniziano a comparire il fegato risulta già compromesso.  Ecco perchè occorre ricercare tempestivamente l’infezione e impedire alla malattia, curandola, di progredire fino ad arrivare alla cirrosi o al tumore del fegato. Curare l’epatite C significa anche migliorare alcune delle problematiche ad essa correlata, come ad esempio il diabete di tipo 2, o altre malattie extraepatiche come quelle cardiovascolari, renali o neuropsichiatriche. Oggi abbiamo a disposizione dei famaci altamente innovativi, efficaci e sicuri per la cura dell’epatite C che permettono la guarigione in 8-12 settimane di trattamento e questo è fattibile direttamente a casa propria. L’ottimo rapporto di collaborazione Ospedale-Territorio che si è instaurato tra ASL NO e AOU “Maggiore della Carità” ci permette di gestire i percorsi di diagnosi e cura in forma integrata, migliorandoli nel tempo sulla scorta delle criticità che man mano si riscontrano e di rispondere ai bisogni dei cittadini in forma sempre più adeguata alle loro esigenze.

Lo screening è gratuito fino al 31/12/2022 e consiste nel sottoporsi ad un semplice test rapido capillare (con prelievo di una goccia di sangue dalla punta di un dito). Le persone possono rivolgersi con la tessera Sanitaria (o codice STP/ENI) e un documento di riconoscimento in corso di validità, senza bisogno di digiunare nelle sedi di seguito indicate:

in accesso libero (senza appuntamento) a:

  • Novara – Palazzina A3, ingresso sotterraneo, viale Roma 7  – servizio disponibile su prenotazione martedì, giovedì e sabato dalle 19:00 alle 19:30.

oppure prenotandosi tramite “eliminacode” presso le sedi di:

  • Novara – Palazzina A3, ingresso sotterraneo, viale Roma 7 – servizio disponibile su prenotazione martedì, giovedì e sabato dalle 18.00 alle 19:00;
  • Borgomanero – Centro Parrocchiale Santa Croce, via Nassirya, 2 – servizio disponibile. su prenotazione mercoledì e venerdì dalle 17:00 alle 18:00;

Il test per l’Epatite C può essere effettuato anche presso la sede dell’Associazione LILT Novara, si potrà fare in via Pietro Micca, 55 a Novara senza prenotazione tutti i mercoledì dalle 9.30 alle 12.30. Per informazioni è possibile chiamare la Segreteria LILT Novara dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 allo 0321 35404.

Il soggetto che rientra nella fascia di età indicata potrà prenotare attraverso la funzione “eliminacode”:

  • rivolgendosi ai Centri Unici Prenotazione (CUP) presenti in tutte le sedi dell’Asl Novara;
  • online accedendo alla piattaforma web Sistemapiemonte.it, nell’area “Cittadini”, “Prenotazione visite ed esami” – nella sezione “Eliminacode” e scegliendo la prestazione ELIMINA CODE TEST CAPILLARE PUNGIDITO (SCREENING HCV);
  • da smartphone grazie alla app “CUP Piemonte” – seguendo la funzione “COME FARE PER” – Esami di laboratorio – “eliminacode” e scegliendo la prestazione ELIMINA CODE TEST CAPILLARE PUNGIDITO (SCREENING HCV)

La modulistica è scaricabile anche dall’apposito sito della Regione Piemonte (https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/prevenzione/screening-epatite-c#:~:text=Regione%20Piemonte%20promuove%20un%20programma,la%20possibilit%C3%A0%20di%20diagnosi%20precoce) ma sarà a disposizione presso le sedi dove viene effettuato lo screening.

E’ gradita la precompilazione, da parte dell’interessato, del modulo con i propri dati anagrafici.

In caso di positività al test, il soggetto sarà avviato dal personale sanitario dell’Asl Novara ad un ulteriore test di conferma, tramite prelievo ematico (presso appositi punti prelievo indicati dai Direttori dei laboratori Analisi dell’ASL NO e dell’AOU “Maggiore della Carità”), e se la positività sarà confermata il paziente verrà contattato direttamente dal Centro specialistico di riferimento locale (Centro prescrittore – Medicina1 – A.O.U. “Maggiore della Carità” di Novara) per la presa in carico finalizzata alla diagnosi e per concordare l’inizio della terapia farmacologica antivirale eradicante. Nel caso di esito negativo il soggetto esce dal percorso di screening. Il messaggio più importante da far passare è legato a questo semplice principio: più infezioni facciamo venire allo scoperto più persone curiamo e più ne curiamo più possibilità abbiamo di interrompere la catena di contagio e raggiungere l’obiettivo finale di eradicazione dell’HCV in tempi non lontanissimi.

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Screening Epatite C, il dirigente Asl: «Numeri incoraggianti, ma non bisogna abbassare la guardia»

Il numero dei soggetti trovati positivi ad all’HCV tra coloro che si sono sottoposti al relativo test di screening è leggermente inferiore rispetto alla media

Dallo scorso 9 maggio l’Asl di Novara è impegnata in un’importante campagna di sensibilizzazione volta a combattere l’infezione da epatite C. Una malattia “silente” che spesso porta a gravi conseguenze, ma che – come ci ha specificato Liborio Martino Cammarata, direttore del dipartimento di Patologia delle Dipendenze Piemonte Nord-Est – «è curabile, ma non bisogna abbassare la guardia e sottoporsi a un test per escludere la positività al virus».

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel mondo sono circa 80 milioni le persone colpite dal virus dell’epatite C (HCV), pari al 1,1% della popolazione globale, con un’ampia variabilità di distribuzione geografica. Abbiamo incontrato Cammarata per approfondire l’importante lavoro di “mappatura” che i ricercatori stanno eseguendo per limitare sempre di più la malattia che colpisce il fegato.

Screening contro l’epatite C sul nostro territorio: un bilancio fino a oggi?

In Italia, così come in Piemonte, siamo ancora lontani dal raggiungere l’obiettivo stabilito dall’Oms – ovvero l’eliminazione dell’HCV entro il 2030 – per diversi motivi: soprattutto a causa di una scarsa conoscenza dell’infezione e dei fattori di rischio che ancora persiste tra gli Italiani: come dimostrano i dati dell’Indagine Doxa Pharma “Epatite C – awareness e conoscenze presso la popolazione italiana over 30”, il 64% degli italiani sa poco o nulla dell’HCV e non sa quali siano le patologie ad esso correlate; il 47% non sa se l’epatite C si può curare o meno, il 63% non è in grado di definire spontaneamente quali sono i fattori di rischio e il 73% non ha mai fatto il test. Come viene riportato nell’ultimo rapporto del Sistema Epidemiologico Integrato delle Epatiti Virali Acute (SEIEVA), che restituisce una fotografia aggiornata dell’andamento dell’epatite C e dei fattori di rischio, emergono dati importanti: in Italia, seppure in calo, si continuano a registrare nuove infezioni. Storicamente interventi chirurgici o trasfusioni rappresentavano alcuni dei principali fattori di rischio, ma oggi grazie all’introduzione di protocolli di sicurezza molto elevati, le probabilità di infezione da HCV legate a questi fattori sono ridotte al minimo. In diminuzione, ma comunque rilevante, è il rischio legato atrattamenti di bellezza, come manicure e pedicure, tatuaggi e piercing con strumentazioni non monouso o non sterilizzate in modo appropriato. In lieve aumento il rischio di contagio legato a rapporti sessuali non protetti e possibile, anche se basso, quello fra i conviventi con pazienti positivi all’HCV a causa della condivisione di strumenti come lo spazzolino o il rasoio. Negli ultimi anni il SEIEVA ha registrato dai 0,5 ai 0,2 nuovi casi di infezione acuta ogni 100.000 abitanti, con un tasso di mortalità collegata alla patologia di circa 8-10 mila persone/anno. In passato il fattore di rischio prevalente era legato all’uso di droghe iniettive, mentre negli ultimi anni, in particolare fino al 2020, le principali cause di trasmissione riscontrate sono quelle riportate nel predetto rapporto Seieva. In Piemonte è stata avviata in 5 ASL, nell’anno 2021, una prima fase sperimentale di screening HCV; successivamente, a maggio 2022, sono state inviate ai Direttori Generali le indicazioni operative finalizzate a predisporre l’avvio formale della campagna di screening gratuita. Sul sito web regionale è presente una sezione appositamente dedicata alla campagna di screening HCV che permette di conoscere le modalità di adesione nelle diverse ASL piemontesi, tra cui quella relativa all’ASL di Novara che ha attivato sul proprio web aziendale una sezione specifica sullo screening HCV, avviando iniziative di sensibilizzazione tramite l’Ufficio Stampa, distribuendo locandine predisposte dalla Regione a MMG, tramite i Direttori dei Distretti sanitari, in Ospedale e negli ambulatori al fine di informare la popolazione target. Un apposito Gruppo di Lavoro multidisciplinare è stato appositamente istituito e supporta, tuttora, le varie fasi del percorso avviato. L’avvio ufficiale della campagna di screening HCV rivolto alla popolazione generale dell’ASL di Novara, rivolta alle persone nate dal 1969 al 1989, è avvenuto con l’Open Day dell’11 giugno 2022 (Salone Borsa di Novara e Santa Croce di Borgomanero); ad oggi tale attività prosegue negli appositi hot-spot/centri vaccinali aziendali istituiti per le esecuzioni dei tamponi rapidi e per le vaccinazioni covid che riservano un apposito spazio alle attività di screening per l’Epatite C, nonché presso la LILT di Novara.

I numeri registrati vi hanno sorpreso?

E’ ancora presto per fare un bilancio ma, ad oggi, il numero dei soggetti trovati positivi ad all’HCV tra coloro che si sono sottoposti al relativo test di screening (popolazione generale di Novara nata tra il 1969 al 1989, i soggetti in carico al SerD per problemi di dipendenza, indipendentemente dall’età, ed i soggetti detenuti presso la Casa circondariale di Novara) è leggermente inferiore rispetto alla media, come si desume dai dati epidemiologici riportati in letteratura. Questo, se da un lato è un dato confortante, dall’altro lato non deve indurci ad abbassare la guardia. Per poter affermare definitivamente questo dato avremmo bisogno di sapere quanti sono realmente i soggetti positivi all’Epatite C tra tutti i 96.189 nati dal 1969 al 1989, chè è il target di popolazione generale da sottoporre a questo specifico screening nel bacino di utenza dei residenti nella provincia di Novara. A oggi siamo ben lontani da questi numeri poiché è poca l’afferenza ai siti di screening. A questo proposito riporto l’emblematico slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Giornata Mondiale di sensibilizzazione contro le epatiti virali, in particolare l’epatite C, che si celebra come ogni anno il 28 luglio. “Can’t wait”: non possiamo aspettare, per avere un mondo libero dall’epatite C. “Together we can make it happen”: insieme possiamo farlo accadere. Debellare l’infezione da HCV (il virus che causa l’epatite C) è oggi possibile grazie all’utilizzo di farmaci che agiscono direttamente sul virus e ne permettono l’eliminazione in oltre il 95% dei casi. Pertanto, se vogliamo arrestare la diffusione del virus è fondamentale far emergere il cosiddetto “sommerso” e ciò è fattibile esclusivamente se favoriamo, con I mezzi disponibili, l’individuazione delle persone HCV positive che non sanno di aver contratto l’infezione

A cosa è possibile attribuire un aumento sostanziale dei numeri dei casi?

Non parlerei tanto di aumento del numero di casi ma del fatto che i riflettori devono essere puntati sul fenomeno del sommerso, che è ancora rilevante: L’incidenza dell’Epatite C in Italia si attesta attorno all’1% se si parla della popolazione generale, ma sale al 6-7% se si parla di over 75.  Si stima che nel nostro Paese ci siano ancora 100 mila persone con malattia di fegato avanzata causata da un’infezione da HCV attiva e non diagnosticata, la maggior parte di età compresa fra i 60 e i 70 anni, e altri 280 mila individui con infezione da HCV attiva con età media di 46 anni, che non sanno di avere la malattia in quanto asintomatica. “L’infezione purtroppo rimane a lungo silente e quindi chi è infetto senza saperlo può essere veicolo di contagio per anni. Ed è proprio sulla scorta delle attuali evidenze scientifiche e della necessità di far emergere le infezioni sommerse che a maggio 2021 è stato introdotto – all’interno del cosiddetto decreto Milleproroghe – lo screening nazionale per l’eliminazione del virus HCV: grazie a un finanziamento di 71,5 milioni di euro tutti i nati fra il 1969 e il 1989, le persone seguite dai SerD (Servizi per le dipendenze patologiche) e i detenuti possono eseguire gratuitamente il test per verificare la presenza del virus.  Del finanziamento sopra riportato in Piemonte sono pervenuti € 5.623.316 che sono stati ripartiti, destinandoli con appositi atti, tra le varie ASL in funzione del criterio di numerosità di residenti da sottoporre ad indagine di screening.

L’Epatite C è curabile? Qual è l’iter qualora un test da voi effettuato risultasse positivo?

Assolutamente sì.  Possiamo affermare che l’epatite C è oggi una malattia curabile. Occorre però premettere che è un’infezione che decorre in forma silente; quando il virus raggiunge il fegato comincia a replicare e cronicizza in una parte dei pazienti, procurando nel tempo delle complicanze gravi. Purtroppo ci si accorge in ritardo della malattia e quando i sintomi iniziano a comparire il fegato risulta già compromesso.  Ecco perchè occorre ricercare tempestivamente l’infezione e impedire alla malattia, curandola, di progredire fino ad arrivare alla cirrosi o al tumore del fegato. Curare l’epatite C significa anche migliorare alcune delle problematiche ad essa correlata, come ad esempio il diabete di tipo 2, o altre malattie extraepatiche come quelle cardiovascolari, renali o neuropsichiatriche. Oggi abbiamo a disposizione dei famaci altamente innovativi, efficaci e sicuri per la cura dell’epatite C che permettono la guarigione in 8-12 settimane di trattamento e questo è fattibile direttamente a casa propria. L’ottimo rapporto di collaborazione Ospedale-Territorio che si è instaurato tra ASL NO e AOU “Maggiore della Carità” ci permette di gestire i percorsi di diagnosi e cura in forma integrata, migliorandoli nel tempo sulla scorta delle criticità che man mano si riscontrano e di rispondere ai bisogni dei cittadini in forma sempre più adeguata alle loro esigenze.

Lo screening è gratuito fino al 31/12/2022 e consiste nel sottoporsi ad un semplice test rapido capillare (con prelievo di una goccia di sangue dalla punta di un dito). Le persone possono rivolgersi con la tessera Sanitaria (o codice STP/ENI) e un documento di riconoscimento in corso di validità, senza bisogno di digiunare nelle sedi di seguito indicate:

in accesso libero (senza appuntamento) a:

  • Novara – Palazzina A3, ingresso sotterraneo, viale Roma 7  – servizio disponibile su prenotazione martedì, giovedì e sabato dalle 19:00 alle 19:30.

oppure prenotandosi tramite “eliminacode” presso le sedi di:

  • Novara – Palazzina A3, ingresso sotterraneo, viale Roma 7 – servizio disponibile su prenotazione martedì, giovedì e sabato dalle 18.00 alle 19:00;
  • Borgomanero – Centro Parrocchiale Santa Croce, via Nassirya, 2 – servizio disponibile. su prenotazione mercoledì e venerdì dalle 17:00 alle 18:00;

Il test per l’Epatite C può essere effettuato anche presso la sede dell’Associazione LILT Novara, si potrà fare in via Pietro Micca, 55 a Novara senza prenotazione tutti i mercoledì dalle 9.30 alle 12.30. Per informazioni è possibile chiamare la Segreteria LILT Novara dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 allo 0321 35404.

Il soggetto che rientra nella fascia di età indicata potrà prenotare attraverso la funzione “eliminacode”:

  • rivolgendosi ai Centri Unici Prenotazione (CUP) presenti in tutte le sedi dell’Asl Novara;
  • online accedendo alla piattaforma web Sistemapiemonte.it, nell’area “Cittadini”, “Prenotazione visite ed esami” – nella sezione “Eliminacode” e scegliendo la prestazione ELIMINA CODE TEST CAPILLARE PUNGIDITO (SCREENING HCV);
  • da smartphone grazie alla app “CUP Piemonte” – seguendo la funzione “COME FARE PER” – Esami di laboratorio – “eliminacode” e scegliendo la prestazione ELIMINA CODE TEST CAPILLARE PUNGIDITO (SCREENING HCV)

La modulistica è scaricabile anche dall’apposito sito della Regione Piemonte (https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/prevenzione/screening-epatite-c#:~:text=Regione%20Piemonte%20promuove%20un%20programma,la%20possibilit%C3%A0%20di%20diagnosi%20precoce) ma sarà a disposizione presso le sedi dove viene effettuato lo screening.

E’ gradita la precompilazione, da parte dell’interessato, del modulo con i propri dati anagrafici.

In caso di positività al test, il soggetto sarà avviato dal personale sanitario dell’Asl Novara ad un ulteriore test di conferma, tramite prelievo ematico (presso appositi punti prelievo indicati dai Direttori dei laboratori Analisi dell’ASL NO e dell’AOU “Maggiore della Carità”), e se la positività sarà confermata il paziente verrà contattato direttamente dal Centro specialistico di riferimento locale (Centro prescrittore – Medicina1 – A.O.U. “Maggiore della Carità” di Novara) per la presa in carico finalizzata alla diagnosi e per concordare l’inizio della terapia farmacologica antivirale eradicante. Nel caso di esito negativo il soggetto esce dal percorso di screening. Il messaggio più importante da far passare è legato a questo semplice principio: più infezioni facciamo venire allo scoperto più persone curiamo e più ne curiamo più possibilità abbiamo di interrompere la catena di contagio e raggiungere l’obiettivo finale di eradicazione dell’HCV in tempi non lontanissimi.

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