Ad Agognate si sta già lavorando per la realizzazione dell’insediamento che tanto ha fatto discutere a livello politico negli ultimi anni il Consiglio comunale del capoluogo. Contemporaneamente sta prendendo forma anche il progetto per la realizzazione della “stazioncina” ferroviaria, in realtà molto più simile a una fermata di superficie della metropolitana, lungo la linea Novara – Biella e in prossimità del casello autostradale, per consentire ai futuri addetti del polo logistico ma non solo una forma di mobilità alternativa, cercando di disincentivare l’utilizzo dei mezzi privati.
Il tema era stato accolto favorevolmente ormai quasi un anno fa da Palazzo Cabrino, anche perché i costi dell’operazione sarebbero stati coperti da Vailog, la società già impegnata nella realizzazione del nuovo insediamento logistico. Al di là dei costi materiali della “stazioncina” (ridotti alla posa di una pensilina e alla realizzazione di un marciapiede, visto che la tratta interessata è a binario unico) fin dall’inizio i dubbi e le perplessità riguardavano in che modo garantire questo nuovo servizio.
Trenitalia e Agenzia regionale della mobilità hanno preso in considerazione con attenzione il progetto, ma al momento hanno fatto capire di voler procedere molto cautamente, tanto che i tempi per il definitivo ok potrebbero decisamente allungarsi. Sul tavolo, in prima battuta, problematiche di natura economica legate alla gestione dell’attuale utenza.
In ogni caso l’ipotesi di aggiungere la “fermata” di Agognate alle attuali corse sembrerebbe già scartata in partenza. Secondo Trenitalia questa soluzione comporterebbe la necessità di “ridisegnare” l’orario completo, tenendo presente che i treni in arrivo a Novara sono “programmati” per garantire le coincidenze, soprattutto per i passeggeri che devono recarsi a Milano o Torino. E poi il servizio, come nella quasi totalità delle linee regionali, si interrompe in prima serata. Con il polo logistico che, una volta a pieno regime, dovrebbe lavorare su tre turni nell’arco delle ventiquattro ore, non sarebbe facile assicurare una o più corse nel cuore della notte. In parole povere, le ferrovie e l’Agenzia vogliono capirci chiaro, vedere quanto sarà l’impatto e l’effettiva domanda da parte dell’utenza prima di procedere. E questo si saprà quando ad Agognate si comincerà effettivamente a lavorare.
Intanto sembrano tramontare le possibilità, come si era vociferato nelle ultime settimane, di una riapertura al pubblico di alcune ferrovie regionali da anni chiuse. Nel nostro territorio le tratte interessate erano la Novara – Varallo Sesia e la Santhià – Borgomanero – Arona. Per la prima il Gruppo Ferrovie dello Stato, al quale fanno capo Trenitalia e Rfi, e l’Agenzia regionale, nonostante il buono stato dell’intera infrastruttura, sono tuttavia orientati a mantenerla in esercizio, oltre al periodico trasporto di merci, unicamente a scopo turistico attraverso l’organizzazione dei cosiddetti “treni storici”. Diverso il discorso per l’Arona – Santhià, dove in diversi punti le sue condizioni sono davvero fatiscenti. Ma le risorse al momento a disposizione non consigliano o permettono un intervento a breve. Se ne potrà riparlare in un altro momento.