La siccità ha provocato ingenti danni alle colture di riso, mais e cerali soprattutto nell’area sud e ovest della provincia di Novara, anche se non è ancora possibile fare una stima.
Cia Novara Vercelli VCO invita le aziende associate a segnalare ai Comuni di competenza i danni subiti a causa della siccità, data la portata eccezionale dell’evento come previsto dalla Legge 102 sul Fondo di solidarietà nazionale. Negli uffici Cia è possibile compilare la modulistica per la ricognizione dei danni subiti per la segnalazione e la quantificazione, che sarà accettata nella misura di almeno il 30% di decremento sul fatturato dell’anno precedente. Non sono definite scadenze temporali, Cia suggerisce di presentare la documentazione una volta accertata la condizione finale, a fine raccolto. Ma l’Organizzazione critica questo strumento, ha spiegato il direttore Daniele Botti: «La segnalazione che gli agricoltori sono invitati a depositare è preliminare, ma il sistema è da rivedere nella sua interezza: i tempi di erogazione degli aiuti sono troppo lunghi, arrivano addirittura dopo alcuni anni, e non aiuta gli agricoltori a tamponare la perdita economica derivante un mancato raccolto. Sarebbe invece utile intervenire con la garanzia Ismea sui capitali di anticipazione, permettendo agli agricoltori di pagare le quote in tempi sostenibili anche in caso di difficoltà, dilazionando in alcuni anni».
Anche l’Associazione Irrigazione Est Sesia invita le imprese agricole a segnalare gli appezzamenti nei quali hanno registrato la perdita totale del raccolto su almeno il 50% dell’appezzamento entro il prossimo 10 agosto (info nelle sedi Cia), con documentazione fotografica e dati catastali, al fine di poter effettuare approfondimenti sulle dinamiche sviluppatesi sul territorio a causa della carenza di risorsa idrica, oltre a costituire una base per la richiesta dei ristori. Cia ribadisce la disponibilità alla collaborazione e si attiva per fornire una analisi puntuale che possa fornire il quadro della situazione alle istituzioni competenti, per la realizzazione di interventi infrastrutturali di sistema e di prevenzione della crisi idrica.
A seguito degli incontri svolti gli scorsi giorni a cui Cia ha partecipato, dopo i quali è stata anche inviata una lettera di richieste alla Regione Piemonte, ci sono stati alcuni sviluppi. Sono state accolte le priorità segnalate da Cia per affrontare la fase di emergenza: l’abbassamento del Deflusso minimo vitale (DMV dal 30% al 10%) del livello dei fiumi, lo svasamento concordato con Enel dei bacini idroelettrici alpini – che permette di recuperare acqua dal Lago Maggiore attraverso il fiume Toce – e la deroga al livello minimo del Lago Maggiore (estensione del limite inferiore di svaso da 50 cm a 64).
Ha riferito il risicoltore e responsabile settore riso Cia Piemonte Manrico Brustia (in foto), presente agli incontri: «Ci sono ancora 15 giorni cruciali per portare a termine le coltivazioni, è indispensabile mettere in atto tutte le misure possibili necessarie a recuperare le risorse, dato che il meteo non prevede piogge a breve. Il clima è cambiato, dobbiamo prenderne atto e strutturare le attività per il futuro, a cominciare dalla realizzazione di bacini e microinvasi per prevenire le crisi idriche, partendo dal recupero delle cave esistenti. Per la prossima stagione, invece, è auspicabile che avvenga un confronto con i Consorzi irrigui per fare adeguata programmazione colturale, al fine di gestire al meglio la risorsa idrica, promuovere la ricarica della falda con coltivazione del riso seminato in acqua e la sommersione invernale, così come probabilmente sarà finanziato nel prossimo Psr; è infine auspicabile pensare anche ad un protocollo con le misure straordinarie da adottare, per non farsi trovare impreparati».