«Sospensione per i medici che non si vaccinano, in arrivo i dati ufficiali. In altre regioni l’attività sanzionatoria è già partita, così come i ricorsi al Tar. Per il nostro territorio potrebbe essere solo questione di giorni», spiega il presidente dell’Ordine provinciale Federico D’Andrea.
Per ribadire quanto stabilisce la legge, sull’argomento è tornato ieri il presidente dell’Ordine nazionale Filippo Anelli, in contemporanea con il via libera dal Cts all’abolizione dell’uso della mascherina dal 28 giugno, in un momento in cui i dati del contagio sono in continuo miglioramento.
«Il Ministero – aggiunge D’Andrea – ha chiarito in una sua nota la natura della sospensione dall’esercizio professionale dei professionisti che non ottemperino all’obbligo vaccinale e i conseguenti provvedimenti che gli Ordini devono adottare: la sospensione dall’esercizio della professione sanitaria e dalla prestazione dell’attività lavorativa fino al 31 dicembre 2021». Obiettivo di questa ulteriore sottolineatura della normativa, anche a livello locale, è «far capire che la nostra posizione non è cambiata e che la questione non è certo passata in cavalleria».
Quanti sono i medici che non hanno aderito alla campagna vaccinale nel novarese?
«Non abbiamo ancora dati precisi, ma soltanto un’idea – risponde D’Andrea – Su un totale di 2.500 iscritti al nostro Ordine sarebbero solo una minima parte. Il che non andrebbe a impattare in modo importante sull’attività, anche nel servizio pubblico. Attendiamo i dati precisi, che la Regione deve comunicare all’Asl, perché possa appurare la mancata osservanza dell’obbligo vaccinale e comunicare l’accertamento all’interessato, al datore di lavoro e all’Ordine. Una volta appurate le situazioni, partiremo con gli inviti alla vaccinazione entro 5 giorni. In caso di ulteriore rifiuto scatteranno le sanzioni».
I medici che sono guariti recentemente dal Covid e non ancora vaccinati saranno comunque sospesi?
«Né loro né quelli che presentano patologie per cui è sconsigliata la vaccinazione – precisa D’Andrea – Il provvedimento riguarda chi si rifiuta di farlo senza motivo. Il vaccino è uno strumento importantissimo con il quale i sanitari si possono garantire contro il Covid-19 e, di conseguenza, garantire anche i cittadini. Personalmente ritengo che chi non crede nel vaccino mette in dubbio la storia della medicina, pertanto è meglio che cambi mestiere… Nel nostro territorio abbiamo avuto casi di medici che hanno rifiutato il vaccino e si sono ammalati: alcuni sono finiti in terapia intensiva, altri non sono sopravvissuti».