Sostenibilità e transizione ecologica. Le nuove sfide dell’università del Piemonte Orientale

Dopo due anni di stop a causa della pandemia, l'Upo ha inaugurato il nuovo anno accademico

Sostenibilità e transizione ecologica. Le nuove sfeide dell’università del Piemonte Orientale. Ieri, lunedì 31 gennaio, l’Università del Piemonte Orientale ha inaugurato il suo 24esimo anno accademico dalla fondazione. Dopo lo stop di due anni imposto dall’emergenza pandemica, il Teatro Civico di Vercelli è tornato ad accogliere in presenza le istituzioni del territorio in cui opera, la propria comunità accademica e i migliori laureati degli ultimi due anni accademici.

Alla cerimonia era prevista la partecipazione del Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, costretto però a rimanere a Roma per un Consiglio dei Ministri. Al suo posto è intervenuto come prolusore il professor Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano e Presidente della CRUl, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, il cui intervento alla cerimonia, seppur in forma più breve, era già previsto.

Il discorso inaugurale del rettore Gian Carlo Avanzi ha sottolineato come la società contemporanea abbia innanzitutto bisogno di alleggerire e ridurre le disuguaglianze presenti a livello globale. Le Università devono ritagliarsi un ruolo centrale in questo senso, sostenendo lo sviluppo di in chiave sostenibile della società: «I valori dei paesi occidentali — ha detto il rettore Avanzi — sono di fronte a una contraddizione: da un lato si esalta l’uguaglianza, ma dall’altro enormi differenze continuano a esistere e a crescere. Lo studio, la ricerca, la conoscenza e la sua condivisione, gli scambi e i rapporti con le migliori forze del territorio, l’educazione e la formazione delle nuove generazioni e la sensibilizzazione delle cittadine e dei cittadini sono strumenti fondamentali per il contrasto alle crescenti disuguaglianze e per una maggiore giustizia sociale. Attraverso i loro strumenti d’azione — ricerca, formazione e terza missione — le Università possono influenzare in modo significativo e consapevole la giustizia sociale; per meglio dire, hanno il dovere di farlo».

L’Upo, dall’anno di istituzione nel 1998, si è mossa con successo nelle dinamiche educative del territorio, più che raddoppiando i suoi iscritti (da 7.500 agli attuali 16.400) e dimostrandosi virtuosa anche a livello finanziario. Le sfide dei prossimi anni riguarderanno soprattutto l’ampliamento dell’offerta formativa sui temi della sostenibilità (sono partiti quest’anno i nuovi corsi di laurea in Gestione Ambientale e Sviluppo Sostenibile e in Chimica verde, entrambi attivati a Vercelli) e dell’Intelligenza Artificiale. «Dal prossimo anno saranno attivi nuovi corsi di studio — ha proseguito il professor Avanzi — tra cui spicca quello magistrale interclasse in Intelligenza artificiale e innovazione digitale, che si propone di formare laureati di secondo livello con forti competenze interdisciplinari in grado non solo di affrontare la progettazione, la realizzazione e la gestione di sistemi, prodotti e servizi basati sulle più avanzate metodologie di intelligenza artificiale, ma anche di declinare tali tecnologie in ambiti applicativi specifici come quello bio-medicale, quello economico-aziendale e quello socio-giuridico».

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Sostenibilità e transizione ecologica. Le nuove sfide dell’università del Piemonte Orientale

Dopo due anni di stop a causa della pandemia, l’Upo ha inaugurato il nuovo anno accademico

Sostenibilità e transizione ecologica. Le nuove sfeide dell’università del Piemonte Orientale. Ieri, lunedì 31 gennaio, l’Università del Piemonte Orientale ha inaugurato il suo 24esimo anno accademico dalla fondazione. Dopo lo stop di due anni imposto dall’emergenza pandemica, il Teatro Civico di Vercelli è tornato ad accogliere in presenza le istituzioni del territorio in cui opera, la propria comunità accademica e i migliori laureati degli ultimi due anni accademici.

Alla cerimonia era prevista la partecipazione del Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, costretto però a rimanere a Roma per un Consiglio dei Ministri. Al suo posto è intervenuto come prolusore il professor Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano e Presidente della CRUl, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, il cui intervento alla cerimonia, seppur in forma più breve, era già previsto.

Il discorso inaugurale del rettore Gian Carlo Avanzi ha sottolineato come la società contemporanea abbia innanzitutto bisogno di alleggerire e ridurre le disuguaglianze presenti a livello globale. Le Università devono ritagliarsi un ruolo centrale in questo senso, sostenendo lo sviluppo di in chiave sostenibile della società: «I valori dei paesi occidentali — ha detto il rettore Avanzi — sono di fronte a una contraddizione: da un lato si esalta l’uguaglianza, ma dall’altro enormi differenze continuano a esistere e a crescere. Lo studio, la ricerca, la conoscenza e la sua condivisione, gli scambi e i rapporti con le migliori forze del territorio, l’educazione e la formazione delle nuove generazioni e la sensibilizzazione delle cittadine e dei cittadini sono strumenti fondamentali per il contrasto alle crescenti disuguaglianze e per una maggiore giustizia sociale. Attraverso i loro strumenti d’azione — ricerca, formazione e terza missione — le Università possono influenzare in modo significativo e consapevole la giustizia sociale; per meglio dire, hanno il dovere di farlo».

L’Upo, dall’anno di istituzione nel 1998, si è mossa con successo nelle dinamiche educative del territorio, più che raddoppiando i suoi iscritti (da 7.500 agli attuali 16.400) e dimostrandosi virtuosa anche a livello finanziario. Le sfide dei prossimi anni riguarderanno soprattutto l’ampliamento dell’offerta formativa sui temi della sostenibilità (sono partiti quest’anno i nuovi corsi di laurea in Gestione Ambientale e Sviluppo Sostenibile e in Chimica verde, entrambi attivati a Vercelli) e dell’Intelligenza Artificiale. «Dal prossimo anno saranno attivi nuovi corsi di studio — ha proseguito il professor Avanzi — tra cui spicca quello magistrale interclasse in Intelligenza artificiale e innovazione digitale, che si propone di formare laureati di secondo livello con forti competenze interdisciplinari in grado non solo di affrontare la progettazione, la realizzazione e la gestione di sistemi, prodotti e servizi basati sulle più avanzate metodologie di intelligenza artificiale, ma anche di declinare tali tecnologie in ambiti applicativi specifici come quello bio-medicale, quello economico-aziendale e quello socio-giuridico».

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