Temperature “autocertificate”: è scontro tra Regione e Ufficio scolastico

A meno di settanta ore dal suono della prima campanella si accende la discussione legata al provvedimento adottato dalla Giunta regionale che raccomanda a tutte le scuole la misurazione della temperatura prima dell’inizio dell’attività didattica ponendo al tempo stesso l’obbligo di verifica alle famiglie con un modulo di autocertificazione o sul diario.

Una decisione criticata dallo stesso Ufficio Scolastico regionale attraverso una nota diffusa dal direttore generale Fabrizio Manca che la definisce «tardiva e impropria». Alle parole di Manca non sono tardate quelle dello stesso governatore Alberto Cirio, che ha voluto ribadire come sono settimane che viene chiesto al Governo l’ok per la misurazione della temperatura dei ragazzi a scuola, ripetendo che in caso di mancato intervento da Roma avrebbe provveduto con un’ordinanza. Di fronte alla richiesta da parte dell’Usr di attendere ulteriormente un’indicazione nazionale, da Palazzo Lascaris hanno fatto sapere di aver aspettato, respingendo tuttavia al mittente l’accusa di essere in ritardo, anche perché “le linee guida nazionali sono arrivate solo alla fine di agosto”.

Le scelte del Governo regionale sono state stigmatizzate dal Partito Democratico piemontese. A livello strettamente novarese, per Nicola Fonzo, consigliere comunale “dem” a Palazzo Cabrino e lui stesso dirigente scolastico, «da mesi tutto il personale della scuola sta lavorando per realizzare le misure previste dalle disposizioni nazionali e il giorno 9 la Regione ha imposto scelte in contraddizione con quelle messe in atto dai vari istituti».

«A nostro avviso – ha aggiunto la segretaria provinciale del Pd, Ilaria Cornalba – avrebbe fatto bene la Regione a pensarci prima, magari con un lavoro di coordinamento più che di imposizione di misure dannose e difficili da rispettare e, anziché proporre linee guida a soli tre giorni dalla riapertura, attivare tutti i tavoli di coordinamento per trovare soluzioni alle maggiori criticità che si riscontreranno durante i primi giorni di scuola».

Un provvedimento che, sempre secondo Cornalba, «non solo interferirebbe con le regole del Governo, ma anche con la stessa autonomia scolastica, il che potrebbe renderlo impugnabile».

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A meno di settanta ore dal suono della prima campanella si accende la discussione legata al provvedimento adottato dalla Giunta regionale che raccomanda a tutte le scuole la misurazione della temperatura prima dell’inizio dell’attività didattica ponendo al tempo stesso l’obbligo di verifica alle famiglie con un modulo di autocertificazione o sul diario. Una decisione criticata dallo stesso Ufficio Scolastico regionale attraverso una nota diffusa dal direttore generale Fabrizio Manca che la definisce «tardiva e impropria». Alle parole di Manca non sono tardate quelle dello stesso governatore Alberto Cirio, che ha voluto ribadire come sono settimane che viene chiesto al Governo l’ok per la misurazione della temperatura dei ragazzi a scuola, ripetendo che in caso di mancato intervento da Roma avrebbe provveduto con un’ordinanza. Di fronte alla richiesta da parte dell’Usr di attendere ulteriormente un’indicazione nazionale, da Palazzo Lascaris hanno fatto sapere di aver aspettato, respingendo tuttavia al mittente l’accusa di essere in ritardo, anche perché “le linee guida nazionali sono arrivate solo alla fine di agosto”. Le scelte del Governo regionale sono state stigmatizzate dal Partito Democratico piemontese. A livello strettamente novarese, per Nicola Fonzo, consigliere comunale “dem” a Palazzo Cabrino e lui stesso dirigente scolastico, «da mesi tutto il personale della scuola sta lavorando per realizzare le misure previste dalle disposizioni nazionali e il giorno 9 la Regione ha imposto scelte in contraddizione con quelle messe in atto dai vari istituti». «A nostro avviso - ha aggiunto la segretaria provinciale del Pd, Ilaria Cornalba - avrebbe fatto bene la Regione a pensarci prima, magari con un lavoro di coordinamento più che di imposizione di misure dannose e difficili da rispettare e, anziché proporre linee guida a soli tre giorni dalla riapertura, attivare tutti i tavoli di coordinamento per trovare soluzioni alle maggiori criticità che si riscontreranno durante i primi giorni di scuola». Un provvedimento che, sempre secondo Cornalba, «non solo interferirebbe con le regole del Governo, ma anche con la stessa autonomia scolastica, il che potrebbe renderlo impugnabile».

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