«La pandemia sembra ormai alle nostre spalle e il turismo del Novarese ha segnato la propria ripresa: questo è quanto emerge dai dati riguardanti i flussi all’interno del nostro territorio per il 2022». C’è soddisfazione da parte del consigliere delegato al Turismo e Marketing territoriale Luigi Laterza rispetto all’analisi dei dati sull’andamento della presenza di turisti nel Novarese lo scorso anno.
«Se consideriamo che fino all’anno 2019 i turisti in provincia di Novara erano progressivamente in aumento – ha commentato infatti il consigliere – oggi è possibile rilevare come i flussi del 2022, pur partendo nei primi tre mesi dell’anno in modo ancora timido a causa delle limitazioni conseguenti alla pandemia, abbiano registrato una ripresa evidente, superando addirittura i dati del 2019. Possiamo ragionevolmente affermare che le prospettive per l’anno 2023 siano ottime, sia per quanto riguarda il turismo interno, sia anche per quello proveniente dall’estero».
Al momento le strutture ricettive del Novarese, suddivise in alberghiere ed extra-alberghiere, «offrono complessivamente 21.383 posti letto all’interno di 1.048 esercizi. Le strutture appartenenti al settore alberghiero – prosegue il consigliere – sono pari a 102 esercizi e 6.252 posti letto, quelle appartenenti alle strutture extra-alberghiere sono pari a 261 esercizi e 12.093 posti letto. Il maggior numero di strutture alberghiere è composto da alberghi a tre e quattro stelle, mentre le strutture extra alberghiere più presenti sono bed&breakfast. Fanno parte dell’offerta turistica anche le locazioni turistiche, 685 strutture per 3.038 posti letto».
Suddividendo il territorio in tre bacini turistici, abbiamo «il lago d’Orta, con un rilevante numero di esercizi extra-alberghieri, che offrono 3.141 posti letto. Abbiamo quindi il lago Maggiore, che presenta un’offerta turistica molto variegata, i campeggi e villaggi turistici offrono 6.840 posti letto, pari al 61,90% del totale. Infine abbiamo il bacino territoriale dell’Atl delle Terre dell’Alto Piemonte, che comprende tutti i Comuni dell’ex-Atl Novara che non fanno parte del Distretto turistico dei Laghi, che continua a rappresentare l’offerta alberghiera maggiormente significativa con il 45,13% del totale provinciale. Nel 2022 – ha specificato il consigliere – si sono registrati arrivi per un totale di 523.892 e presenze pari a 1.390.929, con un incremento rispetto lo scorso anno rispettivamente del 39,54% e del 36,08%. Il tempo medio di permanenza è del 2,65 %. Il dato importante è che, rispetto al periodo pre-pandemico riferito al 2019, si è tornati a crescere sia negli arrivi, sia anche nelle presenze, rispettivamente del 3,98% e 9,39%».
Le Regioni che in assoluto portano un maggiore flusso di turisti sono Piemonte e Lombardia, 32% e 28%, a seguire troviamo Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Toscana, Campania e Sicilia.
L’area della provincia di Novara interessata da un maggior numero di arrivi dall’Italia è il bacino dell’Atl novarese con il 53% del totale provinciale. I turisti europei che scelgono come meta la Provincia di Novara provengono, in ordine, da Germania 24%, Francia 16%, Svizzera 15%, Paesi Bassi 10% e Regno Unito 5%. I turisti dei Paesi Bassi e Germania hanno un tempo medio di permanenza superiore alla media, che è rispettivamente del 5,3% e 3,9%: «questi – ha precisato il consigliere – scelgono infatti prevalentemente i campeggi dei laghi, mentre quelli provenienti da Svizzera e Francia sono il primo mercato per il bacino dell’Atl delle Terre dell’Alto Piemonte. Anche i turisti provenienti dal Regno Unito hanno ripreso a frequentare il nostro territorio, con prevalenza di presenze sul lago d’Orta. Tra gli arrivi dei turisti extraeuropei nel Novarese troviamo Stati Uniti come primo mercato e, a seguire, Brasile, Israele, i paesi del Centro e sud America e altri paesi dell’Asia. Per tutti la destinazione prevalente è rappresentata dalle strutture alberghiere».
Il confronto degli ultimi cinque anni «evidenzia il netto incremento sia per gli arrivi, sia per le presenze: rispetto allo scorso anno sono stati ripristinati i livelli di crescita degli anni precedenti la pandemia. I mesi più frequentati dai turisti stranieri sono quelli estivi, da giugno a settembre, mentre gli italiani – osserva a conclusione il consigliere – hanno una stagionalità meno marcata».