Una nuova Casa per la Fondazione Comunità Novarese e l’Università della terza età

La villa di via Gnifetti fa parte del lascito Franchini Ferutta (del valore complessivo di 5 milioni di euro) e diventerà la sede delle due realtà novaresi

Una nuova Casa per la Fondazione Comunità Novarese e l’Università della terza età. Si tratta della villa d’epoca di via Gnifetti 12, pezzo forte del lascito Franchini Ferutta a favore della Fondazione; la donazione dei coniugi comprende anche altri beni sparsi nel Nord Italia di cui l’ente dovrà decidere in futuro, beni mobili che la Fondazione ha fatto valutare e che sono in attesa di una destinazione futura e una donazione in denaro e titoli per un valore complessivo di 5 milioni di euro.

«Una comunità esiste solo se è capace di essere generativanel dono. Il ringraziamento va a tutte le persone che, nel corso degli anni, hanno deciso di lasciare i loro beni alla Fondazione e a chi ha lavorato finora per creare contatti – ha detto il presidente di Fcn, Davide Maggi -. Questa era una casa privata, abitata da una famiglia, ora è abitata dalla comunità: i coniugi Franchini erano due persone di cultura e ora possono vedere la loro casa occupata da chi svolge attività culturali. Questo lascito è un segno che va a sottolineare il rapporto di fiducia tra persone».

Ed è proprio questo rapporto coltivato negli anni dal senatore Ezio Leonardi, ideatore e primo presidente della Fondazione, che ha prodotto questa importante donazione. Dopo aver ripercorso le tappe più significative che hanno portato alla nascita della Fondazione, Leonardi ha spiegato che «il professro Franchini e sua moglie erano due persone generose e facevano molta beneficenza. Un giorno ho parlato chiaro con tutti e due dicendo che dovevano esserlo anche con la Fondazione. Non erano molto convinti, erano i primi anni e non capivano bene che cosa facesse la nostra comunità, ma alla fine la loro sensibilità è andata in questa direzione».

Alcune parti della villa sono ancora in fase di ristrutturazione, dunque non accessibili. Altre, invece, in particolare il primo e il secondo piano, sono funzionanti tanto che il prossimo 22 novembre l’Università della terza età inizierà con i corsi, i primi dopo lo stop della pandemia. «È stato drammatico quando abbiamo dovuto chiudere – ha spiegato la presidente, Paola Turchelli -. Oggi finalmente ripartiamo. L’Università è una grande comunità del sapere dove le persone hanno costruito importanti relazioni tanto che in questo periodo di fermo la volontà non è venuta meno, anzi: in soli due giorni sono già state raccolte seicento iscrizioni».

Due vite straordinarie

Il professor Carlo Franchini e la professoressa Angela Maria Ferutta, entrambi psichiatri, si erano sposati nel 1953 e da quella data hanno sempre visuto nella villa di via Gnifetti che racchiude la storia della famiglia tra marmi, scaloni, soffitti a cassettoni, mobili e complementi di pregio, oltre a uno straordinario giardino con alberi secolari.

Franchini, amico del presidente Scalfaro, è stato per diversi anni direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Novara oltre che sindaco di Campione d’Italia; Ferutta, invece, è stata primario di Psichiatria e prima presidente del Soroptimist Club di Novara dal 1958 al 1960.

Il 5 agosto 2019, in seguito alla scomparsa di Ferutta (Franchini era mancato nel 2006) il lascito, datato 2009, è diventato effettivo e il 7 gennaio 2020 si è costituito, presso Fcn, il Fondo in memoria dei due Professori.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Una nuova Casa per la Fondazione Comunità Novarese e l’Università della terza età

La villa di via Gnifetti fa parte del lascito Franchini Ferutta (del valore complessivo di 5 milioni di euro) e diventerà la sede delle due realtà novaresi

Una nuova Casa per la Fondazione Comunità Novarese e l’Università della terza età. Si tratta della villa d’epoca di via Gnifetti 12, pezzo forte del lascito Franchini Ferutta a favore della Fondazione; la donazione dei coniugi comprende anche altri beni sparsi nel Nord Italia di cui l’ente dovrà decidere in futuro, beni mobili che la Fondazione ha fatto valutare e che sono in attesa di una destinazione futura e una donazione in denaro e titoli per un valore complessivo di 5 milioni di euro.

«Una comunità esiste solo se è capace di essere generativanel dono. Il ringraziamento va a tutte le persone che, nel corso degli anni, hanno deciso di lasciare i loro beni alla Fondazione e a chi ha lavorato finora per creare contatti – ha detto il presidente di Fcn, Davide Maggi -. Questa era una casa privata, abitata da una famiglia, ora è abitata dalla comunità: i coniugi Franchini erano due persone di cultura e ora possono vedere la loro casa occupata da chi svolge attività culturali. Questo lascito è un segno che va a sottolineare il rapporto di fiducia tra persone».

Ed è proprio questo rapporto coltivato negli anni dal senatore Ezio Leonardi, ideatore e primo presidente della Fondazione, che ha prodotto questa importante donazione. Dopo aver ripercorso le tappe più significative che hanno portato alla nascita della Fondazione, Leonardi ha spiegato che «il professro Franchini e sua moglie erano due persone generose e facevano molta beneficenza. Un giorno ho parlato chiaro con tutti e due dicendo che dovevano esserlo anche con la Fondazione. Non erano molto convinti, erano i primi anni e non capivano bene che cosa facesse la nostra comunità, ma alla fine la loro sensibilità è andata in questa direzione».

Alcune parti della villa sono ancora in fase di ristrutturazione, dunque non accessibili. Altre, invece, in particolare il primo e il secondo piano, sono funzionanti tanto che il prossimo 22 novembre l’Università della terza età inizierà con i corsi, i primi dopo lo stop della pandemia. «È stato drammatico quando abbiamo dovuto chiudere – ha spiegato la presidente, Paola Turchelli -. Oggi finalmente ripartiamo. L’Università è una grande comunità del sapere dove le persone hanno costruito importanti relazioni tanto che in questo periodo di fermo la volontà non è venuta meno, anzi: in soli due giorni sono già state raccolte seicento iscrizioni».

Due vite straordinarie

Il professor Carlo Franchini e la professoressa Angela Maria Ferutta, entrambi psichiatri, si erano sposati nel 1953 e da quella data hanno sempre visuto nella villa di via Gnifetti che racchiude la storia della famiglia tra marmi, scaloni, soffitti a cassettoni, mobili e complementi di pregio, oltre a uno straordinario giardino con alberi secolari.

Franchini, amico del presidente Scalfaro, è stato per diversi anni direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Novara oltre che sindaco di Campione d’Italia; Ferutta, invece, è stata primario di Psichiatria e prima presidente del Soroptimist Club di Novara dal 1958 al 1960.

Il 5 agosto 2019, in seguito alla scomparsa di Ferutta (Franchini era mancato nel 2006) il lascito, datato 2009, è diventato effettivo e il 7 gennaio 2020 si è costituito, presso Fcn, il Fondo in memoria dei due Professori.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore