Una “panchina artistica” per promuovere e sostenere l’allattamento al seno in pubblico. E’ l’iniziativa, che concretizza un articolato progetto sul territorio che dalla fine dello scorso anno ha visto protagoniste diverse realtà. Il risultato, sotto gli occhi di tutti dal pomeriggio di sabato scorso è una nuova panchina installata nei giardini accanto alla Questura di Novara. Una normale seduta utilizzabile come tante altre, arricchita però da un dipinto realizzato dall’artista Cristina Grazioli.
«Il progetto – ha spiegato Mirko Migliarini di Vedo Giovane, capofila dell’iniziativa – ha visto la partecipazione di diversi soggetti e rappresenta la continuazione di “Family like”, iniziativa esistente da ormai sei anni che opera nella provincia di Novara, nata nell’ottica di creare nuovi servizi in maniera condivisa, partendo dai bisogni delle famiglie, coinvolgendo la comunità in tutte le sue componenti per capire i bisogni reali, strutturando diverse iniziative come quella della panchina».
Un percorso lungo e strutturato, dove quello della panchina – collegato alla possibilità per una mamma di poter allattare al seno in pubblico senza alcun problema – non rappresenta altro che uno degli atti finali: «In città abbiamo inizialmente organizzato una serie di tavoli di lavoro che hanno visto la selezione di persone sul territorio e che, dopo una fase di ascolto, ha prodotto questa iniziativa ma anche altre che stanno giungendo al traguardo».
«Durante i laboratori – ha spiegato Anna Tripodi, mamma di due bambini, intervenuta in rappresentanza di un gruppo di genitori che hanno partecipato – abbiamo analizzato quali potessero essere i bisogni delle famiglie con bambini piccoli, stimolati nel capire la possibile visione di Novara nel medio e lungo periodo. Piccole azioni in grado di rappresentare un primo passo nella giusta direzione. Tra genitori è emerso il tema dell’allattamento, ma più in generale della promozione di una cultura che accolga quelle che sono le scelte genitoriali di una generazione come la mia. Attraverso l’utilizzo della panchina abbiamo voluto parlare di allattamento anche in pubblico»,
Quella della panchina potrebbe sembrare un’idea non particolarmente originale, «ma in questo caso assume una duplice valenza, perché da una parte assume la connotazione di un oggetto artistico e poi perché si tratta di un oggetto funzionale. Un messaggio che volevamo far giungere è quello che le mamme che possono allattare qui non significa che non lo possano fare altrove. Il nostro è un messaggio di apertura, non di segregazione; un progetto che non vuole essere giudicante nei confronti di chi sceglie di non allattare e neppure generare frustrazione per chi non ha potuto allattare».
Un progetto che ha ha coinvolto diversi partner – il Ceg, Aurive, Porte Aperte – oltre che il Comune di Novara, rappresentato dall’assessore Giulia Negri, e il Cst, presente con il suo presidente Daniele Giaime. Sostegno all’iniziativa è giunta anche dal mondo della sanità. Il dottor Giovanni Ruspa, direttore del Dipartimento Materno infantile dell’Asl ha ricordato che «dopo una forte spinta avuta in passato verso l’allattamrnto artificiale da una ventina d’anni si sta registrando un cambiamento inverso», anche se, secondo il responsabile dei Consultori Asl Giorgio Pretti, «molte donne smettono di allattare dopo l’uscita dall’ospedale e meno di una su tre continua a farlo quattro mesi dopo il parto». Anche qui servirebbe più informazione e, come hanno spiegato le ostetriche dell’Aou Chiara Uglietti e Francesca Bono, «al “Maggiore” da due anni è in funzione un ambulatorio con il compito di aiutare le donne con difficoltà nell’allattamento».